A cura di don Ezio Del Favero

103 – La montagna dei tesori

L’indiano partì all’alba a dorso del suo robusto cavallo finché non si trovò di fronte la montagna dei tesori

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Molto tempo fa, al tempo in cui la regione della Lepre era abitata, un indiano della tribù fu tra i primi boscaioli dell’epoca. Era un padre di famiglia ambizioso e laborioso. Si diceva che custodisse un segreto preziosissimo. Sembrava infatti conoscere un luogo – ai bordi di una montagna massiccia – dove i pini, gli aceri, gli abeti rossi, i ciliegi, le querce e i faggi erano giganteschi e dove la fauna e la flora erano assolutamente straordinarie. Un capo indiano gli aveva confidato quel segreto che egli custodiva preziosamente nell’intimo del suo cuore.

Col passar degli anni, i tempi si facevano sempre più difficili e il boscaiolo aveva una famiglia da sfamare. Gli veniva sempre in mente quel tesoro che gli avrebbe portato abbastanza risorse per vivere nel benessere e magari diventare il signore più ricco del villaggio. Così, un giorno, dopo aver pianificato bene il suo viaggio, decise di mettersi in cammino.

L’indiano partì all’alba a dorso del suo robusto cavallo finché non si trovò di fronte la montagna dei tesori. Subito si accorse che lì accanto vi era qualcosa di veramente eccezionale: pini, aceri, abeti rossi, ciliegi, querce, faggi giganteschi e fauna e flora straordinarie. Non volendo perdere tempo, cercò di tagliare un albero… ma si rese immediatamente conto che l’impresa non sarebbe stata facile. Quell’albero e gli altri tronchi erano incredibilmente duri, impossibili da tagliare. Inoltre faceva molto freddo, nonostante la stagione estiva.

Dopo alcune settimane di sforzi, l’uomo iniziò a perdere la pazienza e a diventare sempre più aggressivo e frustrato. Ormai gli interessava solo quel luogo accanto alla montagna e nulla sembrava più esistere per lui. Gridava e urlava furiosamente: «Venderei la mia anima in cambio dei tesori di questa montagna!».

Le sue parole furono ascoltate. Un’ombra apparve davanti a lui e gli propose un patto: «Vendi la tua anima in cambio dei tesori della montagna!». Il boscaiolo non riuscì a rifiutare: la sua ambizione ebbe il sopravvento. Il dèmone aggiunse: «Però non potrai mai andare in paradiso con le persone a te care!». L’uomo accettò comunque l’offerta.

Sulla strada di casa, si verificò uno sfortunato incidente. Nel momento in cui l’uomo usciva dalla foresta, il vento iniziò a soffiare molto forte e gli fece cadere un albero sul capo. Egli si accasciò al suolo svenuto, per risvegliarsi solo al calar della notte. Si accorse di essere nella sua capanna, circondato dai suoi cari. Lo stregone del villaggio era in piedi accanto a lui, con l’aria preoccupata. Gli spiegò: «Un indiano di una tribù nostra amica ti ha trovato e ti ha portato qui. Sei ferito gravemente. La tua colonna vertebrale è stata danneggiata e probabilmente non sarai più in grado di camminare».

Poi, improvvisamente, la scena cambiò e apparve uno spettro luminoso, una sorta di fantasma che gli spiegò: «Devi sapere che è importante preservare la foresta con tutte le sue ricchezze. Tu sei un brav’uomo e non devi dimenticare gli autentici valori, tramandatici dai nostri vecchi. Tu vivi grazie al creato; quindi non devi distruggere tutto quello che esso ti offre!». Dopodiché lo spettro sparì.

Il mattino seguente, il boscaiolo aprì gli occhi e si rese conto che non si era mai mosso dal suo giaciglio. Capì di aver fatto solo un sogno! Ma comprese anche molto altro… Così promise a se stesso di proteggere sempre la montagna.

Da quel giorno raccontò a tutti di stare attenti al dèmone che, all’ingresso della foresta accanto alla montagna, tentava di rubare l’anima a tutti coloro che osavano mettere piede sul suo territorio…

 


 

La parabola – raccolta tra gli Indiani Algonchini canadesi – insegna a rispettare la natura e a preservarne le ricchezze. Per i nativi nordamericani, il rispetto della natura e del suo equilibrio è indispensabile alla sopravvivenza. Infatti, secondo la loro filosofia, tutti gli elementi della natura, anche le rocce, convivono con l’essere umano in questo mondo. A differenza dell’uomo moderno, gli amerindi non abusano mai delle immense risorse della natura, non le dissipano, ma utilizzano soltanto l’indispensabile per vivere.

Saggezza indiana: «Sono parte della Madre Terra, sento il suo cuore battere sul mio, sento il suo dolore, la sua felicità: vivo la vita della roccia. Sono una parte del Grande Mistero, ho sentito il suo lutto, ho sentito la sua saggezza, ho visto le sue creature che mi sono sorelle: gli animali, gli uccelli, le acque e i venti sussurranti, gli alberi e tutto quanto è in terra e ogni cosa nell’universo».

Proverbi Sioux: «La rana non si ingozza mai di tutta l’acqua dello stagno in cui vive». «Quando un uomo si allontana dalla natura il suo cuore diventa duro». «La terra non appartiene all’uomo; è l’uomo che appartiene alla terra».