A cura di don Ezio Del Favero

113 – Il salto della Bella

«La gelosia è un misto d’amore, d’odio, d’avarizia e d’orgoglio»

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In un villaggio viveva una giovane così bella che era l’oggetto del desiderio di ogni uomo per miglia e miglia intorno. Il suo fidanzato era molto geloso. Incapace di far fronte alle infinite attenzioni profuse sulla sua amata, il giovane suggerì alla ragazza di visitare il Santuario della Madonna Morenita, dove la ragazza si recava spesso per pregare la statua della Vergine, sperando così di guarire dalla terribile sofferenza del suo cuore innamorato.

I due partirono all’alba e, quando raggiunsero la gola tra le rocce che si trovava sulla strada che conduceva al Santuario, erano stanchi e quindi si fermarono per riposare. Mentre la ragazza scrutava oltre il bordo della gola, ammirando lo scenario incredibile, il suo fidanzato fu preso da un colpo di follia e spinse la sua amata dalla scogliera. Sentì le sue grida mentre cadeva nel vuoto, fino alla morte sicura. Quando le urla si tacquero, l’uomo cominciò a camminare verso casa. A ogni passo, il suo rimorso diventava sempre più pesante, così si rigirò e salì verso il Santuario per chiedere perdono per il suo atto vile.

Quando arrivò, trovò la sua giovane amata che pregava ai piedi della Vergine Morenita. Stordito, corse da lei e la strinse forte tra le braccia, implorandola di perdonarlo. Lei rispose all’abbraccio dicendogli che lo aveva sinceramente perdonato. La statua della Vergine si levò in alto levitando davanti a loro, per mostrare l’approvazione del Cielo. La coppia tornò a casa e visse il resto dei suoi giorni felice, in pace e in armonia e l’uomo non fu mai più troppo geloso della sua bellissima amata.

Sembrerebbe, secondo una spiegazione assai razionale, che la caduta della ragazza fosse stata attutita dalla presenza di un boschetto frondoso di alberi sotto la scogliera dalla quale era stata spinta, salvandole così la vita. Per ringraziare la Vergine per la sua protezione, la ragazza sarebbe proseguita verso il Santuario, dove il suo amato l’avrebbe trovata mentre pregava. Quella scogliera fu ribattezzata “Il salto della Bella”.

In altre versioni pagane la leggenda racconta di una divinità alata che avrebbe salvato la ragazza dalla caduta, lasciandola vicina all’ingresso di una grotta, che poi sarebbe stata successivamente protetta e venerata per secoli.

Alcuni affermano di aver visto, verso il tramonto, una bellissima giovane donna – vestita con abito leggero, dai lunghi capelli dorati e dalla faccia pallida – mentre piangeva ai bordi della scogliera. Avvicinandosi però, la figura sarebbe scomparsa nel nulla, lasciando dietro a sé un’aurea di mistero e nient’altro.


La parabola – raccolta in un’isola spagnola – evidenzia atteggiamenti disdicevoli e dannosi (rabbia, gelosia, violenza) e altri validi e proficui (perdono, devozione, amore incondizionato).

A proposito della gelosia, in “Anna Karenina”, uno dei capolavori della letteratura mondiale pubblicato nel 1877, Lev Tolstoj descrive bene questo “fuoco” che nasce senza motivo e spiegazione logica e diventa impossibile da gestire nella sua esplosione. François de La Rochefoucauld: «Nella gelosia c’è più egoismo che amore». Lawrence Durrell: «Non l’amore è cieco, ma la gelosia». Alphonse Karr: «La gelosia è un misto d’amore, d’odio, d’avarizia e d’orgoglio».

Secondo una leggenda, raccolta nello stesso luogo in cui è ambientata la parabola, un pastore e un monaco avrebbero trovato la statua della Madonna in una pietraia nei pressi del torrente che scorreva accanto all’attuale sacrestia del santuario. Quello stesso giorno avrebbero trasferito l’immagine della Vergine in un oratorio a quel tempo sede della parrocchia. Il giorno successivo gli abitanti della comarca (in alcuni paesi ispanici equivale alla suddivisione territoriale che comprende diversi comuni di una medesima provincia) si sarebbero recati presso l’oratorio per venerare la statua. Ma questa sarebbe scomparsa per venire in seguito ritrovata a fianco del torrente dove era stata rinvenuta la prima volta. Il trasferimento, la sparizione e la successiva individuazione si sarebbero ripetuti altre due volte, dopodiché gli abitanti della zona avrebbero costruito un piccolo oratorio proprio lì per venerare l’immagine della Madonna sul posto del ritrovamento.

Oggi in quel sito (Lluc) sorge un santuario dedicato alla Vergine, conosciuta popolarmente come “La Morenita” o Madonna Nera. Lluc deriva dal latino Lucus, il bosco sacro dove risiedevano gli dei selvatici, suggerendo che in tempi antichi un santuario pagano si trovasse proprio in quel luogo.