125 – I Re Magi e i doni speciali

«Questa volta il Bambino vorrebbe altri doni, che non siano destinati a lui, ma ai suoi visitatori!»

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Mentre stavano attraversando i Monti della Giudea, come ogni anno dalla nascita del Bambin Santo, i Re Magi, guidati dalla stella, si stavano dirigendo verso la Mangiatoia per offrire i tradizionali doni: oro, incenso e mirra. All’improvviso apparve loro un Angelo dicendo: «Questa volta il Bambino vorrebbe altri doni, che non siano destinati a lui, ma ai suoi visitatori!».

I Magi, sorpresi e turbati, interrogarono l’Angelo.  Gaspare: «Ma come? Altri regali? E non a Lui? Forse non apprezza i nostri doni o si è stancato di noi?». L’Angelo: «No, al contrario! Però forse si è stancato degli stessi doni. Ovvero, non lo vuole per sé… è venuto per dare e dare se stesso, non per ricevere!».

Baldassarre: «Ma quali altri doni potremmo offrire? Ai visitatori? Siamo già in viaggio e stiamo per arrivare a Betlemme! Non possiamo tornare indietro, in qualche città per cercare altri regali!». L’Angelo: «Lo so, ma potreste pensare a dei doni non materiali, che già portate dentro di voi. Sta a voi trovarli». Poi il Messaggero Celeste scomparve.

I Tre Magi, ancora stupiti, si scambiarono le loro impressioni.

Gaspare: «Melchiorre, tu che vieni dall’Europa, avrai un sacco di idee!».

Melchiorre: «Purtroppo, il mio Paese è a corto di idee quest’anno e alle prese con le ideologie. Ma speriamo!».

Baldassarre: «Io vengo da una regione povera dell’Africa dove abbiamo bisogno più di risorse che di idee. Lì manca la carità».

Gaspare: «La mia nativa Asia è diventata un vivaio di credenze in cui ognuno ha la propria idea di Dio. Non ne andremo fuori! Dobbiamo armarci di vera fede

Melchiorre: «Hai menzionato la fede, quella vera».

Gaspare: «Vero! e Baldassarre ha menzionato la carità!».

Baldassarre: «E tu, Melchiorre, hai accennato alla speranza! Non vi ricorda qualcosa?». E i tre esclamarono in coro: «Le tre virtù teologali! Fede, speranza e carità!». Baldassarre: «Molto bene! Offriremo questi regali ai visitatori della Mangiatoia, come vuole il Bambino. Si tratta di decidere. Del resto, ognuno già fatto la sua offerta menzionandola durante il nostro dibattito. Melchiorre offrirà la Speranza, Gaspare la Fede e io la Carità. Dovremo offrirle tutte e tre insieme a ciascuno dei visitatori, come solitamente offrivamo l’oro, la mirra e l’incenso al Bambino!».

Così i tre Magi proseguirono il loro viaggio prima sotto i Monti della Giudea guidati dallo scintillio della stella e poi verso tutti i presepi del mondo per offrire a ogni visitatore i tre regali, ovvero le tre virtù teologali, con la raccomandazione di condividerle. I giorni successivi all’Epifania segnarono una svolta rispetto alla marcia frettolosa e disordinata del mondo. Vi fu un notevole miglioramento. Le chiese d’Oriente si riempirono più del solito, mentre quelle deserte dei paesi occidentali tornavano a vivere. Le tre virtù divennero più familiari a un gran numero di cristiani. Molti atei furono sedotti dall’idea di contrarre questo tipo di alleanza, di sperimentare la felicità dei cristiani e cedettero alla forza della fede, al calore della speranza e al fascino della carità. Il mondo divenne meno disperato e più caritatevole. L’odio e la violenza mostrarono un netto declino e l’amore guadagnò più cuori, fino alle più alte cariche, dove manca di più.

In quell’anno, il Bambino nella Mangiatoia era più radioso che mai. E i Tre Magi incantati dalla loro stessa magia.


La parabola – tratta da un racconto del poeta libanese Ronald Barakat – è una riflessione spirituale e attuale sui Re Magi e i loro doni.

Secondo alcuni studiosi, l’oro vorrebbe simboleggiare la fede, l’incenso la santità, la mirra la passione. Per altri storici, i tre doni coinciderebbero con le tre virtù teologali: l’oro sarebbe la carità, l’incenso la fede, la mirra la speranza… di qui la parabola del Barakat.

Tornando ai doni tradizionalmente attribuiti ai Re Magi, l’incenso sarebbe stato offerto da Gaspare, il più giovane del Re Magi; utilizzato fin dalle epoche antiche per le cerimonie religiose e rituali, è sempre stato considerato un modo per omaggiare le divinità. La mirra da Baldassarre, il Magio dalla pelle scura di origini africane; si tratta di una resina, estratta dal tronco di una Burseracea, sostanza dal profumo intenso con proprietà antisettiche e antibatteriche, utilizzata nell’antichità per imbalsamare i cadaveri. L’oro da Melchiorre, il più anziano dei Re Magi, di origine persiana; si tratta del riconoscimento della regalità di Gesù, venendo infatti donato ai re e da sempre utilizzato per glorificare sovrani e dei. Secondo una leggenda, Melchiorre avrebbe offerto l’oro in forma di un pomo d’oro e trenta denari. Il pomo, che rappresentava il mondo, si sarebbe sciolto tra le mani di Gesù, a simboleggiare che egli veniva a portare un nuovo mondo.