A cura di don Ezio Del Favero

128 – I dodici mesi

I dodici signori appartenevano alla stessa famiglia, ma non si assomigliavano per nulla

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Esistevano due giovani fratelli. Il primo era gentile e si chiamava Valentino (“che vale”). Tanto lui era perbene, quanto suo fratello, Terribile, era sempre scortese e grossolano.

Un giorno, Valentino partì per il mondo in cerca di fortuna. A un certo punto, in un ambiente montano, perse la strada e si trovò in un bosco fitto fitto. Era buio e non si sentiva affatto tranquillo. Vide arroccata sulla montagna una dimora signorile illuminata simile a un castello e decise di chiedere ospitalità. Bussò e un servitore lo fece entrare. In quella dimora abitavano dodici signori, che lo accolsero gentilmente e lo fecero accomodare. I dodici appartenevano alla stessa famiglia, ma non si assomigliavano per nulla. Poiché era l’ora di cena, invitarono l’ospite a tavola.

Mentre cenavano, uno di loro, guardando la pioggia scendere a dirotto, disse: «Che brutto mese dicembre!». «Ma no, perché?», replicò Valentino precisando: «L’acqua ci vuole! Bisogna pure che la terra beva anche in inverno se poi vuole fiorire in estate!». «Non dirai però che sia bello anche gennaio, con il freddo e la neve?», chiese un signore dalla lunga barba bianca. Valentino: «Sotto la neve pane! Non lo sapete?». Seguì un coro di voci: tutti avevano da dire la loro. Febbraio corto e maledetto… Marzo e aprile pazzerelli… Maggio pane scarso perché la campagna ancora non da frutto… Giugno pieno di mosche… Luglio fastidioso per via del caldo… Agosto afa da non respirare… Settembre ora caldo ora freddo… Ottobre, novembre e dicembre: pioggia, neve, freddo e gelo…

Neanche a farlo apposta, Valentino sembrava l’avvocato difensore di tutti i mesi dell’anno. Per lui febbraio era quello che preparava le sorprese sottoterra… Marzo il gentile portatore della primavera… Aprile, maggio e giugno i più bei mesi dell’anno… Luglio provvidente perché riempiva i granai… Agosto e settembre frutta in abbondanza… Ottobre festoso perché colmava i tini… Novembre benedetto per le semine… Dicembre il più gioioso dell’anno per i doni che portava in occasione delle feste. Tutti, secondo lui, avevano il loro lato bello. «Se la provvidenza li ha fatti così, vuol dire che così devono essere!».

I dodici signori furono proprio contenti delle parole dell’ospite e così gli regalarono una bisaccia precisando: «Ogni volta che la aprirai, uscirà tutto quello che desideri!».

Valentino riprese il sentiero del ritorno tra i monti e il fitto bosco. Arrivato a casa, mostrò al fratello Terribile la bisaccia dei desideri. Costui, pieno di rabbia e d’invidia, si fece raccontare tutto per filo e per segno, per poi mettersi in cammino verso il castello dei dodici signori. Attraversò il fitto bosco fino ad arrivare nei pressi della dimora arroccata sul monte. Lì fu ricevuto gentilmente dai dodici abitanti, ma quando cominciò a parlare dei vari mesi ne parlò assai male. Gennaio perché faceva morire di freddo i poveretti… Febbraio faceva tremare… Marzo era il mese dei raffreddori… Aprile ogni giorno un barile (di pioggia)… Maggio e giugno da scartare… Luglio e agosto troppo caldo… settembre noioso anche per colpa degli insetti… Ottobre favoriva gli ubriaconi… Novembre il peggiore per la salute e i reumatismi… Dicembre pessimo a causa della nebbia e del gelo…

«Alla fine, non ti piace nessun mese dell’anno?», chiese il signore più anziano.

«Per me non ce n’è uno che vada bene e che faccia il suo dovere!», rispose Terribile con la severità e la cattiveria cui era abituato.

I dodici signori non dissero nulla e gli regalarono un nodoso bastone dicendo: «Battilo contro una pietra quando ti occorrerà qualcosa, e vedrai!».

Terribile, tutto contento, riprese il sentiero del ritorno senza neppure ringraziare. Appena fuori del castello, batté il bastone sopra una pietra. Il legno sembrò animarsi e si mise a dare al giovane un sacco di botte fino a fargli urlare: «Basta! Mi piace gennaio! Mi piace febbraio! Mi piace marzo…». Soltanto quando terminò di dire «Mi piace dicembre!”, il bastone si fermò…


La parabola – tratta da un’idea della scrittrice italiana Mimì Menicucci – richiama altri racconti, frequenti in tutto il mondo, dove la persona buona viene premiata e il cattivo di turno viene castigato. Morale della favola: «Se fai il bene, prima o poi raccoglierai bene… in caso contrario, prima o poi il destino ti riserverà la giusta punizione…».

John Wesley, teologo inglese del XVIII secolo: «Fate tutto il bene che potete, con tutti i mezzi che potete, in tutti i modi che potete, in tutti i luoghi che potete, tutte le volte che potete, a tutti quelli che potete, sempre, finché potrete…».