A cura di don Ezio Del Favero

131 – Le Tre Sorelle

Una donna indiana, di origine Irochese, era solita raccontare ai nipoti le storie che a sua volta aveva sentito da sua nonna...

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Una donna indiana, di origine Irochese, era solita raccontare ai nipoti le storie che a sua volta aveva sentito da sua nonna. Una sera raccontò loro la leggenda delle Tre Sorelle: «Nel giardino dei nostri antenati, proprio qui sull’altopiano sotto le montagne, vivevano tre sorelle. La più giovane di chiamava Alisha (protetta da Dio) e amava soprattutto gli abiti verdi e gialli. Era così piccola che non riusciva a camminare e semplicemente strisciava per terra. Riusciva a stare in piedi tenendosi a un bastone o aggrappandosi alle gambe di una sorella maggiore. La seconda sorella si chiamava Anjali (Messaggera degli angeli), preferiva anche lei gli abiti verdi e gialli e amava farsi cullare dal vento. La sorella maggiore si chiamava Denali (Donna grande), era alta e forte, portava lunghi capelli biondi e indossava uno scialle verde scuro. Le tre sorelle si amavano molto e non potevano neanche immaginare di vivere le une senza le altre.

Un giorno, un ragazzino nativo del posto arrivò in quel giardino. Sapeva come parlare con gli uccelli, gli animali e le piante. Le tre sorelle si rivelarono molto interessate a quel ragazzo che usava il suo coltello di pietra per scolpire delle ciotole di legno. Da quel giorno le tre sorelle lo videro e lo osservarono spesso mentre cacciava con arco e frecce o andava a pesca. Il ragazzo se ne andò via verso la fine dell’estate. Con lui scomparve anche Alisha, la più giovane. Le sue sorelle furono così tristi che piansero tutto il resto dell’estate.

All’inizio dell’autunno il ragazzino tornò in quel giardino per raccogliere le canne che crescevano vicino al ruscello. Le due sorelle rimaste, Anjali e Denali, lo osservarono affascinate. Quella sera, però, anche Anjali sparì! Non rimaneva che Denali, la sorella maggiore. Costei diventò così triste da non riuscire a stare più dritta come prima. Piangeva spesso perché non poteva vivere da sola in quel giardino senza le sue sorelle. Le giornate si fecero sempre più brevi e più fredde e lo scialle verde di Denali cominciò a perdere il suo colore. I suoi bei capelli biondi si seccarono e si aggrovigliarono. Notte e giorno invocava le sue sorelle, ma la sua voce era dolce e lieve come il vento e nessuno la udiva.

Al momento del raccolto, il ragazzino sentì la ragazza del giardino piangere ed ebbe compassione di lei. Così decise di portarla a casa sua. La ragazza accettò, pur di non rimanere da sola. Nella dimora del ragazzino l’attese una bella quanto inaspettata sorpresa: le sue sorelle Alisha e Anjali erano lì, ben alloggiate, felici di rivedere la sorella maggiore. Le dissero che avevano seguito il ragazzo per curiosità. Stavano così bene in quella casa e con quella famiglia che avevano deciso di rimanere lì, soprattutto perché l’inverno stava arrivando e la dimora era calda e confortevole. La sorella maggiore comprese e perdonò le sorelle e decise di rimanere pure lei. Durante l’inverno, le tre ragazze fornirono il necessario per preparare la zuppa che nutrisse l’intera famiglia: Alisha era infatti la progenitrice della Zucca, Anjali la progenitrice del Fagiolo e Denali la progenitrice del Mais. In primavera, le sorelle tornarono nel loro giardino per piantare i nuovi semi.

D’allora, le Tre Sorelle non si separarono mai e continuarono a perpetuarsi nei giardini dei nativi americani. E continuarono a crescere insieme: il Mais al centro, in modo che i Fagioli e la Zucca possano appendere i loro viticci sul gambo alto e solido della loro sorella maggiore…

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La parabola – raccolta tra gli Irochesi ai confini tra Canadà e Usa – racconta l’origine dell’alimentazione indispensabile per quella popolazione nativa: «Ecco perché la nostra zuppa ha sempre fagioli, mais e zucca, che chiamiamo le Tre Sorelle».

 

In agricoltura, Tre Sorelle indica una tecnica conosciuta come “companion planting”, ove le tre colture sono piantate insieme e vicine. Vengono preparate strisce di terra. Ogni striscia è alta una trentina di centimetri e larga 50 e i semi di mais vengono piantati al centro. Quando le piantine raggiungono i 15 centimetri, fagioli e zucche sono piantate attorno, alternando i due tipi di piante. Le tre beneficiano l’una dell’altra. Il mais provvede una struttura su cui i fagioli possono arrampicarsi, eliminando i paletti di sostegno. I fagioli creano i composti azotati per fertilizzare il suolo utilizzato dalle altre piante e le zucche si estendono sul terreno bloccando la luce solare e aiutando a prevenire la crescita di erbacce. Le foglie di zucca funzionano anche come sistema di “pacciamatura vivente”, creando un microclima che trattiene l’umidità nel suolo.

 

Proverbio dei nativi Arapaho: «Tutte le piante sono nostri fratelli e sorelle. Esse parlano con noi e se ascoltiamo siamo in grado di sentirle».