A cura di don Ezio Del Favero

133 – Il giovane montanaro e la pioggia

Il cuore del giovane si sciolse di fronte agli occhi imploranti della ragazza...

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Un uomo viveva con suo figlio in una capanna nelle profondità della foresta montana, dopo che sua moglie era morta di parto. Lì aveva insegnato al figlio i segreti della sopravvivenza. L’uomo era buono e gentile e amava molto suo figlio. Ne era anche molto orgoglioso, perché stava diventando un bel ragazzo e assimilava perfettamente tutto ciò che lui gli insegnava.

Quando il ragazzo raggiunse la maggior età, una terribile siccità si abbatté sul Paese al di là della foresta e delle sue montagne. La pioggia non cadeva da un anno e tutti erano preoccupati. I contadini si lamentavano dei loro campi aridi e l’acqua dei fiumi non era sufficiente. Anche il re era disperato e aveva convocato diversi saggi per consigliarlo. Chi diceva di costruire un lungo canale fino al lago salato, chi proponeva di portare gli animali fuori dal paese, dove si trovava l’acqua potabile, ma nessuna delle soluzioni proposte era buona. L’unica speranza era che l’acqua piovana fresca e chiara cadesse dal cielo.

Un anziano saggio propose: «Cerchiamo un giovane puro e intatto, che non abbia mai fatto nulla di male. Solo lui potrebbe intercedere presso lo spirito delle stagioni!».

Ma dove trovare quel giovane? Il Paese era pieno di giovani, ma nessuno completamente puro nel corpo e nella mente. Un altro saggio disse: «Io conosco un uomo ritiratosi nella foresta montana, il cui figlio è puro nel corpo e nello spirito ma non so se suo padre sarebbe d’accordo di farlo venire qui!». Il re, dopo attenta riflessione, disse: «Forse mia figlia, con la sua bellezza e la sua intelligenza potrebbe convincere quel giovane!». Il sovrano parlò con sua figlia: «Cerca di convincere il ragazzo. Non ti chiedo mica di sposarlo! E cerca di attirare la sua attenzione senza che il padre lo sappia, altrimenti potrebbe far saltare il nostro progetto».

Dopo un lungo e difficile viaggio, la principessa arrivò nel paese dei monti, indossò il vestito più bello e si fece strada attraverso la foresta. Improvvisamente arrivò nei pressi di una capanna e si nascose. Lì sentì un uomo dire: «Vado a cercare della selvaggina e tornerò prima del tramonto». La principessa si avvicinò con passi silenziosi alla capanna e sulla soglia salutò un giovane, bello e amabile. Il ragazzo, che non aveva mai incontrato nessuno, meno che meno una creatura così bella e ben vestita, chiese timidamente: «Chi sei?». La ragazza: «Appartengo al popolo che abita oltre la foresta, mi sono persa e sono arrivata qui per caso». Dopodiché i due rimasero insieme, parlando, mangiando e ridendo, fino al tramonto. Poi la ragazza esclamò: «Ora devo andare!». Il giovane tentò di fermarla: «Aspetta che arrivi mio padre, che sarà senz’altro contento di conoscerti». Ma la ragazza scomparve all’ombra degli alberi. Quando il padre tornò e il figlio gli raccontò della ragazza, l’uomo lo avvertì: «Stai attento! Potrebbe portarti via di qui e chissà dove!».

L’indomani, il padre tornò di nuovo nella foresta. Avvertì di nuovo il figlio di stare attento alla ragazza. Appena l’uomo fu fuori vista, la giovane tornò e lui, felicissimo, la abbracciò e le offrì delle prelibatezze. A un certo punto la ragazza gli raccontò della terribile siccità che aveva colpito il suo popolo, precisando: «Tu saresti in grado di portare la pioggia! Ma, per questo, devi accompagnarmi nel mio Paese». Lui replicò: «Mio padre si preoccuperà se mi allontano. Forse è meglio che lo aspettiamo». Ma la ragazza, sapendo che il padre avrebbe impedito al figlio di andarsene, cercò di convincerlo: «Se vuoi, puoi sposarmi e diventerai ricco e famoso. Non appena pioverà nel mio Paese, torneremo a prendere tuo padre e potrai prenderti cura di lui molto meglio di adesso. Per favore, andiamo subito!».

Il cuore del giovane si sciolse di fronte agli occhi imploranti della ragazza. Così si allontanò dai monti e seguì la principessa. Appena mise piede nel Paese della siccità, la pioggia cominciò a cadere abbondante. Gli abitanti uscirono dalle loro case e s’inginocchiarono ringraziando il cielo per aver inviato l’acqua fresca e chiara. I fiumi ripresero a scorrere e le piante a rinverdire. Il re, felicissimo, voleva ringraziare il giovane con delle monete d’oro, ma quando vide come i due ragazzi si guardavano gli concesse la mano di sua figlia. Mai avrebbe potuto trovare un genero migliore. Poi mandò a chiamare il padre del ragazzo per lo sposalizio. E quando l’uomo vide quanto felice fosse suo figlio con la principessa, augurò agli sposi tutta la felicità di questo mondo…

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Termina la parabola raccolta in Etiopia: «Da quel giorno, quel Regno non conobbe mai più la siccità e divenne il Paese più fertile di tutta l’Africa». La leggenda insegna che la bontà degli uomini conosce il favore del cielo e la complicità degli dèi…