A cura di don Ezio Del Favero

17 – Raccontatemi la Montagna…

«Praticando questi valori anche voi diventerete uomini e donne autentici e robusti… come la roccia!»

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Un vecchio montanaro chiamò attorno a sé dei bambini originari da vari Paesi del mondo. Il nonno esordì: «Io sono nato in un paesino delle Alpi, sotto le incantevoli Dolomiti. Ogni volta che vedo una montagna, mi stupisco e mi commuovo!

Un famoso alpinista un giorno mi disse: “Quelle rocce che s’innalzano in forma di mirabile architettura, quei canaloni ghiacciati salenti incontro al cielo, quel cielo – ora azzurro profondo dove l’anima sembra dissolversi e fondersi con l’infinito, ora solcato da nuvole tempestose che pesano sullo spirito come una cappa di piombo, sempre lo stesso ma mutevolmente vario – suscitano in noi delle sensazioni che non si dimenticano più”.  Cari ragazzi e ragazze, ricordatevi che la Montagna è Maestra!»

Poi chiese loro: «Nei vostri Paesi, dove siete nati, esistono i monti? Che cosa dicono da voi a proposito della Montagna?»

Il ragazzo di origini africane disse: «Anche presso il mio villaggio in Somalia esiste un monte altissimo, che chiamano Shimbiris!» I suoi coetanei si misero a ridere pensando che scherzasse, visto che in Africa, si dissero, esistono solo savane e deserti! Il ragazzo somalo precisò: «I vecchi da noi dicono: “Sii una montagna o appoggiati a una di esse!” Mio nonno, spiegando quel proverbio, mi diceva che una montagna è simbolo di solidità. Se sei stabile, solido, sicuro di te, va bene! Se non sei solido, non puoi essere veramente felice, in quanto ti lascerai smuovere da provocazioni, rabbia, paura o ansia… E allora sarà bene appoggiarsi a qualcuno di solido!»  Gli altri bambini, comprendendo la profondità di quell’insegnamento africano, applaudirono.

La ragazzina con gli occhi a mandorla raccontò: «Mia nonna abita in Cina, in un villaggio accanto ai Monti Tianzi, non molto alti, ma pieni di verde, di cascate, di grotte, di pinnacoli, di foreste e quasi sempre immersi nella nebbia. La nonna mi ripeteva spesso un proverbio che aveva sentito da sua madre: “Colui che ha spostato la montagna è colui che ha iniziato rimuovendo le piccole pietre”. Poi mi spiegava che la montagna rappresenta le difficoltà, gli ostacoli della vita e che bisogna avere tanta pazienza per riuscire a superarli, poco a poco, una pietra dopo l’altra…»  Anche stavolta i compagni applaudirono, per tale saggezza.

Il ragazzino, originario del Sudamerica, aggiunse: «Mia nonna abita in Ecuador, sulle Ande, in un paesino di montagna.  Lì la vita è dura, anche perché lei è rimasta vedova e deve aiutare a crescere i figli dei suoi figli rimasti in paese con lei. Mi ha sempre insegnato che nei piccoli paesi di montagna è importante darsi una mano, ripetendomi il proverbio: “Quando uno sta aiutando un altro, entrambi guadagnano in forza”.  Credo che mia nonna abbia proprio ragione!»  I suoi amici applaudirono forte.

A quel punto anche la ragazza timida originaria del Nord Europa raccontò: «I miei nonni vivono in un paesino tra la Polonia e la Slovacchia, vicino al monte Rysy, una delle montagne più alte degli Alti Tatra, nei Carpazi. Spesso mia nonna, quando pascoliamo le pecore, mi racconta le storie di una volta. Un giorno, presso una sorgente, mi ha detto un proverbio che non dimenticherò mai: Chi nuota seguendo la corrente non arriva alla sorgente”. Voleva farmi capire che nella vita, per raggiungere una meta, bisogna prendere la direzione giusta. E mi raccomandava di seguire i consigli delle persone perbene, per non allontanarmi dalla sorgente del Bene…»  Gli amici, ancora una volta, applaudirono forte.

Il vecchio concluse: «Avete visto quante cose c’insegnano le montagne, ovunque nel mondo? Prestate sempre attenzione alle parole sagge degli anziani, perché, come la montagna, incarnano la solidità, come dicono in Somalia, la pazienza, come dicono in Cina, la forza della solidarietà, come dicono in Ecuador e la sorgente del Bene, come dicono in Polonia. Praticando questi valori anche voi diventerete uomini e donne autentici e robusti… come la roccia!»

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La parabola, raccolta in ambiente alpino, fotografa un “vecchio” che racconta, attimo magico che per fortuna esiste ancora in qualche parte del mondo e che dovrebbe ripetersi più spesso anche da noi. Un nonno o una nonna parlano al nipote o ai ragazzi e alle ragazze di oggi al fine di favorire loro un futuro non privo delle ricchezze di una volta, in termini di valori. Tali valori sono davvero importanti per raggiungere la Felicità e si trovano seminati in ogni tempo e in ogni cultura…