A cura di don Ezio Del Favero

183 – La ricompensa del saggio

«La tua sete di conoscenza è buona cosa, ma ti obbliga a percorrere un cammino difficile».

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Un giovane voleva conquistare la saggezza immortale. Girò il mondo, ma l’impresa si presentò più complicata del previsto. Dopo aver percorso vari Paesi, ritornò a casa esausto, convinto di non poter più conquistare il grande sapere.

Fino al giorno in cui una donna anziana non lo definì “l’eletto di Dio”, annunciandogli che il vero sapere era detenuto dal Grande Saggio Immortale e che solo un eletto come lui avrebbe potuto entrarne in possesso. Fu così che decise di andare a chiedere consiglio a un anziano mistico.

L’uomo di Dio, trovandolo intelligente, lo consigliò: «La tua sete di conoscenza è buona cosa, ma ti obbliga a percorrere un cammino difficile e disseminato di pericoli. Coloro che hanno tentato di raggiungere il Saggio Immortale hanno trovato quasi tutti la morte! Tuttavia, se sei deciso, ti indico la strada».

Il giovane confermò la sua decisione di voler a tutti i costi raggiungere il sapere infinito. Il vecchio aggiunse: «L’aiuto che posso darti conterà ben poco. Sarà il tuo coraggio a farti riuscire! Il Saggio Immortale abita in cima a una montagna nella regione dove il sole si addormenta; dovrai seguire l’astro del giorno per scoprirne il cammino. Ma fa’ attenzione: non devi toccare donna, fosse anche piena di fascino! Inoltre, una volta raggiunto il Saggio e acquistato il bene supremo, sulla via del ritorno non voltarti mai, sotto pena di vederti arrivare una disgrazia».

Fu così che il giovane si mise in cammino, in direzione del tramonto. Camminò a lungo, incontrando vari ostacoli lungo la strada: affrontò la paura, il terrore delle tenebre, contemplò il viso deturpato della morte. Più di un uomo sarebbe ritornato sui suoi passi, ma la fiducia che riponeva nelle parole della donna anziana che lo definiva “l’eletto di Dio” lo aiutò a proseguire.

Quando arrivò in cima al monte, presso il Grande Saggio Immortale, costui gli disse: «Sii il benvenuto, figliolo! Dimmi il motivo della tua visita!». «Vorrei ottenere l’illuminazione», rispose il giovane. Il Grande Saggio, circondato dalle sue tre figlie, compì un gesto rituale e benedisse il giovane: «Benedetto e illuminato sia il tuo pensiero, che creerà e governerà l’universo vivente. Sarà per te sorgente della ragione e della conoscenza, della capacità artistica, filosofica e scientifica, dell’immaginazione e della memoria. Benedetta e sacra sia la tua volontà. Sarà per te la dinamica energia dell’azione, sorgente di sentimenti quali la generosità e l’amore, sede delle emozioni. Benedetto sia il tuo corpo, atto di presenza nel mondo materiale. Permetterà alla tua anima di agire sulla materia vivente. Sarà per te sorgente di piaceri e sensazione di pienezza… se rispetterai le mie parole!».

Poi, il Grande Saggio fece segno alle figlie d’iniziare quel coraggioso giovane. La maggiore si chiamava Saggezza o Luce del cuore. Iniziò il cuore del giovane alla grandezza d’animo e alla nobiltà. La seconda si chiamava Sapere eterno o Luce dello spirito: aggiunse all’intelligenza del giovane il sapere e la conoscenza eterni. La terza si chiamava Bellezza o Luce del Corpo: diede al giovane bellezza e fascino e lo fece diventare il più seducente dei mortali.

Poi il Saggio Immortale si rivolse per l’ultima volta al giovane: «Eccoti ora perfetto! Adesso vai! Rientra dai tuoi e insegna loro la giustizia, la verità e la bellezza. Però ti chiedo di non esitare sulla via del ritorno; qualsiasi cosa tu senta o tu veda, non voltarti mai!». Il giovane promise al Saggio di osservare le sue raccomandazioni e, soddisfatto, si mise in cammino.

Sulla via del ritorno udì ben presto dei rumori strani dietro di lui, all’inizio in sordina e poi via via sempre più forti sino a diventare assordanti; tutt’intorno riecheggiavano strane urla. All’improvviso, paralizzato dalla paura, si fermò. Questione di un istante, si ricordò la raccomandazione del Grande Saggio, si tappò le orecchie con il palmo delle mani e si rimise in cammino.

Strada facendo arrivò nel paese delle donne-spirito. Là fu invitato a una festa, alla quale partecipavano donne splendide ed affascinanti. Il giovane s’innamorò della principessa. Danzò con lei al suono della musica dolce e ritmica delle “Kora” e dei mandolini. I due formavano una coppia perfetta. Alla fine della festa, la ragazza lo invitò a trascorrere la notte con lei. Però gli apparve la donna anziana e gli disse: «Attento, eletto di Dio!». Così il giovane rifiutò l’invito della ragazza e riprese il cammino.


La parabola – raccolta in Costa d’Avorio – termina precisando: «Il giovane arrivò a casa e tutti si stupirono della sua bellezza e della sua straordinaria intelligenza. Divenne ricco, potente e garante di un sapere enciclopedico del quale fece approfittare più di un mortale…».