A cura di don Ezio Del Favero

24 – Il giovane e la donna delle nevi

Sulle montagne del Paese del Sol Levante, un vecchio boscaiolo e il suo giovane aiutante furono sorpresi da una tempesta di neve...

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Sulle montagne del Paese del Sol Levante, un vecchio boscaiolo e il suo giovane aiutante furono sorpresi da una tempesta di neve, mentre stavano tornando da una faticosa giornata di lavoro nella foresta. Vista l’impossibilità di attraversare il fiume innevato per tornare alle rispettive abitazioni, trovarono rifugio in una vecchia baita vicino all’acqua, nella quale si addormentarono.

Durante la notte, all’improvviso il giovane si svegliò e vide una giovane donna, di estrema bellezza, con il volto accanto a quello del vecchio, mentre questi era ancora addormentato. La donna, tutta vestita di bianco, soffiava sul volto dell’anziano boscaiolo e il suo respiro sembrava una piccola fumata bianca e brillante.

Il vecchio spirò, congelato dal soffio della giovane donna. Lei poi si raddrizzò e giunse accanto al giovane. La donna osservò per lunghi secondi quel volto, mentre il giovane era pietrificato dalla paura e dal freddo. Poi esclamò: «Intendevo farvi perire di freddo entrambi, ma, a motivo della tua giovinezza e della tua bellezza, non ce la faccio! Ti lascio salva la vita, a una condizione: non dovrai mai dire, a nessuno, quello che hai appena visto, altrimenti morirai all’istante».

Il giorno dopo, il giovane boscaiolo tornò a casa, pensando: “Il vecchio è morto a causa del freddo e, sicuramente, io avrò sognato!”

Un anno dopo, quel giovane incontrò una ragazza e s’innamorò di lei. Secondo la tradizione, la presentò a sua madre, poi la sposò e i due ebbero dieci figli. In tutti gli anni di matrimonio la sposa sembrava non invecchiare e, nonostante i molti figli, non aveva neanche una ruga.

Una sera, contemplando la moglie, lo sposo paragonò la sua bellezza a quella della donna che aveva incontrato “per sogno” nella baita accanto al fiume ghiacciato la notte in cui era morto di freddo il suo maestro.

Quando la moglie si svegliò, le raccontò l’intera storia.

A quelle parole, la donna si alzò sconvolta e minacciosa urlò: «Sono proprio io la donna che avevi visto! Ti avevo chiesto, come condizione in cambio della vita, di non dire mai, a nessuno, quello che avevi visto, altrimenti saresti morto all’istante. Adesso dovrei mantenere quella parola… se non fosse per i nostri bambini che dormono tranquilli nella stanza accanto».

La sposa continuò singhiozzando: «Cerca di prenderti cura dei nostri figli, perché se mai dovessero lamentarsi di te, allora ti tratterò di conseguenza!»

Dopodiché la donna scomparve per sempre, risparmiando per la seconda volta l’uomo che un tempo aveva incontrato e del quale si era sinceramente innamorata.

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La Parabola – raccolta in Giappone – vede come protagonista una “Yuki-Onna” o donna delle nevi. Le Yuki-Onna sono una classe di creature soprannaturali del folclore nipponico, da non confondersi con le “Yama-Uba” o vecchie della montagna.

La Yuki-Onna è la personificazione dell’inverno, ma rappresenta anche la paura e la morte, grazie alla sua capacità di succhiare le anime (unico suo cibo sarebbe l’energia vitale degli uomini che incontra) semplicemente espirando il suo soffio fredde e bianco. Essa appare come una donna molto bella, dai capelli lunghi, dalla pelle pallida talvolta perfino trasparente; di notte tra le nevi si confonde con il paesaggio. Talvolta indossa un Kimono tutto bianco. A dispetto della sua straordinaria bellezza, i suoi occhi provocano terrore nei mortali, per cui è definita anche “Strega delle nevi”. In alcune storie non lascia tracce sulla neve e può trasformarsi in una nuvola di nebbia o neve se minacciata.

La Parabola viene raccontata ancora oggi ai bambini come avvertimento, soprattutto perché non si perdano nella foresta: «Altrimenti le vostre anime saranno risucchiate dalla Yuki-Onna!» Oppure, quando un bambino piange di notte o rimane sveglio troppo tardi, i genitori possono minacciarlo dicendo: «Fa’ il bravo sennò Yuki-Onna verrà a rapirti!»

In Occidente, similmente, nel folclore germanico si parla di una “Dama Bianca”, caratterizzata da sembianze femminili e da abiti di colore bianco, avvolta da una pallida luminosità che lascia tracce scure al suo passaggio. Sarebbe lo spirito di una donna morta a causa di eventi tragici o dolorosi e la sua apparizione potrebbe diventare presagio di eventi nefasti: un essere spaventoso, insomma, che nessuno vuole incontrare.

In ogni caso, sia nella tradizione nipponica che germanica, l’avvertimento per i più piccoli è questo: «Se t’imbatti in un essere sconosciuto sulle alture delle montagne innevate, fosse anche una donna bella e bianca come la neve, per te è meglio scappare!»