A cura di don Ezio Del Favero

26 – I regali del vecchio montanaro

La sera di Natale, chiese ai nipoti di aprire i regali che aveva preparato per loro.

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Un vecchio montanaro abitava nella sua baita un po’ discosta dal paese.

La sera di Natale, chiese ai nipoti di aprire i regali che aveva preparato per loro.

I ragazzi, incuriositi, scartarono il primo regalo. All’interno vi era una candela accompagnata da un messaggio. I nipoti rimasero un po’ delusi. Il vecchietto spense la luce, accese la candela e poi disse: «Una volta qui in montagna, la sera, i nostri vecchi avevano solo delle candele per farsi luce! In pieno giorno, questa luce passerebbe inosservata. È nell’oscurità che la luce si rivela e fa scoprire ciò che ci circonda. Guardatevi intorno. I vostri occhi si abitueranno alla luce della candela ed essa, a sua volta, vi mostrerà quello che forse non avete ancora visto. Importante non è la candela, ma quello che essa rischiara!»

Poi lesse il messaggio: «Sono la candela della Vigilanza. Le cose belle, specialmente l’amore, sembrano arrivare sempre all’improvviso, quando non ce lo aspettiamo. Quindi tenetevi sempre pronti, rimanete svegli e disponibili per non perdere nessuno dei suoi appuntamenti, oggi, domani, tra poco… chissà! Credo che vi siano anche dei cuori privi di luce, di considerazione, di amore. Molti non credono più nel futuro, perché sono delusi, o perché la malattia o l’insuccesso li hanno feriti, scoraggiati. Come può il Natale portare loro una scintilla di speranza?»

A quel punto, il vecchio montanaro suggerì di aprire il secondo regalo. All’interno vi era un’antica lampada ad olio in terracotta. Anche stavolta i ragazzi rimasero un po’ delusi. L’uomo ne accese lo stoppino e lesse il messaggio allegato: «Sono la fiamma della Pazienza. Oggi tutti corrono dietro al tempo, dietro alla vita, dicendosi “non ho tempo!”… Osservatemi. Io sono piccola e posseggo solo un po’ d’olio, tuttavia rimarrò qui tutta la notte e aspetterò pazientemente il giorno, sapendo che arriverà e che scaccerà il buio!» Un nipote replicò: «Questo significa che possiamo prendere tempo per fare le nostre cose, nonostante gli adulti ci dicano sempre: forza, sbrigati, non c’è tempo?» «Significa soprattutto – precisò il nonno – che solo fermandoci potremo far attenzione alla parola che ci è rivolta, che solo facendo silenzio nel nostro cuore potremo sentire l’altro parlare con noi. La montagna dove viviamo ci abitua al silenzio!»

Dopodiché il vecchietto fece scartare il terzo regalo. All’interno di un contenitore come per magia brillava una fiammella tutta colorata. I ragazzi stavolta non rimasero delusi e sorrisero.  Il messaggio diceva: «Sono la fiamma della Gioia… Vi ricordo che siete amati! Non si può vivere senza amore! Vorrei insegnarvi a guardare l’altro con gli occhi di un padre, di una madre, di un fratello… Vorrei insegnarvi a perdonare, a non rinchiudervi nel passato e nei vostri rimpianti… Vorrei ridarvi la voglia di credere in voi stessi e nel domani!»

Poi i ragazzi aprirono il quarto regalo e all’interno vi trovarono una lanterna. Accendendola, il vecchietto precisò: «Una volta, questa lanterna, detta “tempesta”, era utile, sulle barche, ma anche qui in montagna: grazie ad essa si poteva ritrovare il cammino, anche nella notte più nera, sotto la pioggia e il vento. Sembra poca cosa, ma, grazie ad essa, i nostri passi si fanno più sicuri e il cammino più semplice. Tutti, prima o poi, temono l’oscurità e sarebbe da incoscienti non averne paura!» Poi lesse il messaggio: «Sono la fiamma dell’Alleanza, degli incontri. Non sarete mai più soli! Anche nella tempesta, anche nelle tenebre, anche nelle notti più buie, io non vi abbandonerò mai!»

I ragazzi furono contenti di quei regali e dei loro messaggi. Il nonno propose loro un ulteriore dono: «Abbiamo condiviso la Vigilanza, la Pazienza, la Gioia, l’Alleanza… Tutti doni che ci vengono dal Cielo. Ma il buon Dio ci riserva un dono ancora più prezioso».  I ragazzi scartarono il quinto pacchetto e vi trovarono un libro

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La parabola – di origine francese – termina con la spiegazione del quinto regalo da parte del saggio montanaro: «Questa è la luce più preziosa: la Parola di Dio. L’Altissimo ha voluto donare agli uomini la sua Parola, pur sapendo che essa forse non sarebbe stata ben compresa, ben interpretata, a volte distorta o ridicolizzata… Allora ci ha affidato il suo stesso Figlio. Al quale la vita non avrebbe certo fatto dei regali, ma questo è il prezzo dell’amore: più grande è, più fragile è!

Lontano dai riflettori, il Figlio si mescola tra la folla anonima, tra i più deboli, i più poveri, gli indigenti, i malati, gli abbandonati. La Parola di Dio sta lì, nell’ombra… Ma con un chiarore ancora più luminoso di una candela, di una lampada, di una lanterna, di una fiammella colorata… Ecco come il Natale può portare speranza!»