a cura di don Ezio Del Favero

52 – Il sole tra le montagne oscure

...il capo-villaggio conservava il sole, nella sua capanna, durante la notte. E, durante il giorno, conservava la luna

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Un tempo, tra le montagne, un paese era immerso in una profonda oscurità.

Lì il sole non brillava mai e, quindi, non esistevano né fiori, né frutti, né canzoni, né allegria… tutto era triste, malinconico e tetro.

In quel paese viveva un giovane cacciatore chiamato Piccolo-Coyote, astuto e coraggioso. Un giorno, egli si avventurò molto lontano per cacciare e arrivò in una regione meravigliosa. Lì il sole illuminava la terra durante il giorno e la luna brillava di notte. C’erano frutti e fiori sugli alberi, tra i cespugli e persino sulle rive dei fiumi e degli stagni; gli uccelli avevano delle piume dai colori vivaci – blu, giallo, rosso – e cinguettavano ininterrottamente dall’alba al tramonto. E anche i bambini e le donne cantavano.

Quando Piccolo-Coyote tornò a casa, disse al vecchio capo quello che aveva visto, ma l’anziano, non potendo immaginare cose del genere, non gli credette. Così il giovane, il cui cervello si andava nuovamente e gradualmente intorpidendo a causa dell’oscurità, arrivò a dubitare di sé e di ciò che gli era accaduto.

Tuttavia, volendo far chiarezza al riguardo, un bel mattino Piccolo-Coyote decise di tornare in quell’incantevole posto, per assicurarsi che ciò che aveva raccontato in buona fede esistesse davvero. Riprese lo stesso sentiero, attraversò le montagne, i boschi, il grande prato. Vide di nuovo i fiori, i frutti, gli uccelli, i bambini felici e il sole che sembrava presiedere una festa continua. Nessun dubbio, tutto era vero! Non si trattava né di un sogno, né di un’invenzione, né di un miraggio.

Tornato tra le sue oscure montagne, il giovane raccontò di nuovo la sua avventura.

Lo disse a tutti quelli che volevano sentirlo, ma nessuno riusciva a capire. Tutti pensarono che fosse pazzo e cominciarono a ridicolizzarlo.

Ma Piccolo-Coyote non poteva dimenticare. I ricordi di quella luce intensa, di quel dolce calore e di quell’allegria divennero per lui un’ossessione. Non solo pensava al sole durante il giorno, ma credeva di poterlo vedere anche di notte!

Non potendone più, se ne tornò di nuovo nel paese pieno di luce, determinato a portare a casa il meraviglioso astro capace di procurare meraviglie. Per la terza volta lasciò le sue montagne oscure. Al termine del viaggio, si nascose in un cespuglio e, da lì, per diversi giorni, osservò attentamente ciò che accadeva intorno.

Scoprì che il capo-villaggio conservava il sole, nella sua capanna, durante la notte. E, durante il giorno, conservava la luna.

Così, una sera, Piccolo-Coyote, vedendo tornare la moglie del capo, si trasformò in un ramo secco e si pose in mezzo al sentiero. La squaw si chinò, raccolse il ramo e lo portò con sé, pensando: «Questo mi servirà per il fuoco!». Era esattamente quello che il giovane cacciatore desiderava.Una volta in casa, il giovane tramutatosi in ramo fu mescolato con la legna che sarebbe stata utilizzata il giorno dopo all’alba. Vide entrare il capo, con in mano il sole. L’anziano posò l’astro vicino alla legna, al posto della luna, mentre la moglie portava via quest’ultima per appenderla al cielo, come faceva ogni sera. Presto il capo, affaticato dalla giornata di caccia, si addormentò. La squaw tornò a casa, si sdraiò accanto a lui e si addormentò a sua volta.

Quando fu certo che entrambi fossero profondamente addormentati, Piccolo-Coyote riprese l’aspetto umano, afferrò il sole, uscì dalla capanna il più silenziosamente possibile e, una volta fuori, scappò via a gambe levate. Ma nonostante le precauzioni, il giovane fece un po’ di rumore e l’anziano si svegliò. Notando il furto, il capo chiamò i suoi guerrieri e ordinò loro d’inseguire il ladro. Ma Piccolo-Coyote corse così veloce che alla fine i guerrieri persero le sue tracce.

Tornato presso le montagne oscure, il giovane mostrò il sole ai suoi amici e al capo-tribù. Né costoro, né nessun altro avevano mai visto nulla di simile! Il capo toccò la palla abbagliante con il piede e chiese: «A cosa può servire?». Piccolo-Coyote rispose: «Serve a dare calore e luce! Noi lo faremo camminare in alto nel cielo, in modo che tutta la terra possa approfittarne».

Il giovane salì sul monte più alto, lanciò il sole sopra le nuvole e gli ordinò di attraversare il cielo da Est a Ovest da mattina a sera.

D’allora, il sole dona indistintamente a tutte le creature i suoi raggi, il suo calore e la sua luce.

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La parabola è stata raccolta tra gli Indiani d’America della Sierra Nevada, catena montuosa che si estende dalla California al Nevada, la cui vetta più alta, il Monte Whitney, misura 4.421 metri.

La ricerca della luce, simbolo di vita, conoscenza, libertà, prosperità e gioia, è una costante nella letteratura e nella religiosità di tutti i popoli. 1 Giovanni 1,5: «Dio è Luce». Cristo è “Luce delle genti. Buddha è “L’illuminato”…