A cura di don Ezio Del Favero

68 – La bambina e le pietre prigioniere

Così la piccola decise di andare a scovare i colori, anche se doveva andare lontano...

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Una bambina, che abitava in un paese di montagna, una mattina si svegliò con l’insolita sensazione che fosse successo qualcosa di strano. 

Aprendo le imposte della finestra, vide che il paesaggio era tutto grigio e incuteva tristezza. Una pioggia leggera stava cadendo e tutto sembra fondersi in un grigio uniforme. «Perché la terra è grigia, completamente grigia? Perché i colori sono scomparsi? Dove sono il verde dell’erba e l’azzurro del cielo, il rosso dei papaveri e il giallo dei botton d’oro? Tutto è così triste!». 

Poi guardando in su, la bambina vide un piccolo arcobaleno che attraversava il cielo, pieno di colori e di luce… «Da qualche parte – si disse – lontano, forse molto lontano, nasce questo arco di luce e di colori. Quindi una terra dove nascono i colori esiste da qualche parte!». 

Così la piccola decise di andare a scovare i colori, anche se doveva andare lontano, forse molto lontano. Si mise in cammino e attraversò pianure e campi, villaggi e foreste, lasciandosi guidare dal fascio colorato dell’arcobaleno.

Non sentiva né la stanchezza né la fame e anche il tempo appariva sospeso. Da qualche parte, nel profondo del suo cuore, una vocina sembrava dirle: «Vai e trova ciò che gli uomini hanno perso. Hanno fatto di questo mondo un universo di cemento, di grigiore e di tristezza. Hanno dimenticato il rosa delle guance dei bambini, il blu dei fiumi selvaggi e il rosso del sole al tramonto. Volevano spegnere i colori della vita, così questi se ne sono andati e sono spariti. I bambini sanno queste cose e non dimenticano mai né i colori, né i profumi, né i sapori del mondo».

E proprio i bambini e le bambine, di baita in baita, di villaggio in villaggio, di paese in paese, si alternarono per sostenere la piccola nel suo lungo viaggio.

Così, per la prima volta, gli adulti tacquero e dettero retta ai bambini. Per la prima volta si presero il tempo di osservare la terra – ossia il mondo in cui vivevano – e di capire tutto il male che le avevano fatto. E presero paura, temendo che ormai tutto rimanesse così d’ora in poi e che i colori non tornassero mai più!

Dal profondo della loro memoria, gli adulti ricordarono le tinte e le sfumature della loro infanzia: il colore del cioccolato, l’arancione del loro pallone preferito, il viola brillante del vestito della loro bambola, i disegni variopinti che facevano in classe e che poi regalavano ai loro cari…

Per un momento ritrovarono il loro cuore di bambini e si misero a condividere i loro ricordi e a cercare di ricreare insieme i colori della vita.

Nel frattempo, la bambina giunse alla fine del suo viaggio presso una montagna, lontana dagli adulti e dalla loro follia, davanti a una grotta multicolore, dove nasceva l’arcobaleno di luce.

Si fece coraggio ed entrò nella grotta. Di fronte a lei si trovavano migliaia di 

piccole pietre prigioniere, di colori vivaci, intrappolate in una rete a maglie strette. 

La piccola snodò le corde che tenevano prigioniere le pietruzze e i colori si liberarono. Rotolando, le varie tinte scesero la montagna e si diffusero ovunque per il mondo intero. Il grigio svanì pian piano, come se un arcobaleno gigante avvolgesse tutta la terra con la sua luce variopinta.

Fu così che il mondo ritrovò i colori e gli esseri umani riscoprirono il sorriso e la gioia di vivere.

D’allora, gli adulti non dimenticarono mai più che un giorno i colori erano spariti e che erano stati i bambini a ritrovarli…

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La parabola – pensata in ambiente alpino – si ritrova in altre tradizioni culturali, dove ci si chiede il motivo per cui talvolta i colori (sinonimo della gioia del vivere) spariscano dal nostro mondo… 

Una leggenda, raccolta tra gli Indios, recita: «Una volta gli dèi litigavano perché il mondo era noioso con due soli colori: il nero che comandava la notte e il bianco che governava il giorno; il terzo non era un colore vero e proprio, era un po’ di bianco mescolato al nero, una sorta di grigio, che colorava le sere e le mattine affinché la notte e il giorno non si scontrassero troppo. Anche le donne, gli uomini, i bambini, le piante e gli animali erano tremendamente tristi. Finalmente, nel corso di una riunione gli dèi si misero d’accordo per pensare a come rendere il mondo un luogo più bello e allegro… ». Ma questa è un’altra parabola!