È tempo di dichiarazione dei redditi. Lo Stato ci dà la facoltà di destinare l’8xMille del gettito Irpef (cioè le imposte sul reddito delle persone), proponendo varie possibilità, tra le quali – sotto la voce Chiesa cattolica – ci sono le diocesi italiane. Quei fondi non servono solo per il sostentamento dei preti che operano nelle parrocchie o per le opere di restauro delle chiese e dei beni culturali: anno dopo anno diventano concreto aiuto per molte persone in situazione di disagio economico o relazionale. Ce ne sono anche qui tra di noi.
Il diacono Francesco D’Alfonso, direttore della Caritas diocesana, ci assicuro che «l’attività che ha assorbito la parte più consistente dei fondi CEI 8xMille è quella che ha visto impegnato il Centro di ascolto di Belluno nel sostegno a persone e nuclei familiari in difficoltà». Il Centro di Belluno opera a livello foraniale, ma estende la sua azione a livello diocesano: «da qui si è intervenuti a sostenere parecchie famiglie che si sono trovate in oggettiva difficoltà nel pagare gli affitti, le utenze domestiche, le spese condominiali, ma anche le spese sanitarie, le spese scolastiche, l’assicurazione dell’auto, eccetera». Non è una cifra da niente quella che somma tutti gli interventi effettuati: circa 100mila euro.
Sono in fase di ampliamento e consolidamento altri centri di ascolto a livello foraniale: anche in questo caso è stato necessario un contributo per l’avvio delle nuove realtà: «Per i nuovi centri di ascolto si è dovuto provvedere a fornire la mobilia e l’attrezzatura, adatta a consentirne l’attività, per una somma totale di circa 55mila euro» (somma in cui sono compresi anche i 5mila euro, che in un precedente articolo erano stati erroneamente indicati come sovvenzione per il banco alimentare di Santa Giustina). Per i centri già avviati, sono stati erogati contributi per la loro attività, con interventi riguardanti anche casi particolarmente complessi. Ma l’impegno della Caritas si estende anche a zone del territorio nelle quali attualmente non è ancora presente un Centro di ascolto e anche in quei servizi che comprendono la distribuzione di alimenti o vestiario a livello foraniale o interparrocchiale e che operano in rete con i Centri di ascolto del territorio: sono stati impiegati 10mila euro.
Il direttore ricorda poi che «un sostegno particolare è stato dedicato alle persone detenute nella casa circondariale, che spesso non ricevono alcun aiuto dalle famiglie o dalle istituzioni, per circa 2.500 euro».
Inoltre una parte dei fondi stanziati dalla diocesi è stata utilizzata come cofinanziamento di progetti più grandi, assunti insieme alla Caritas nazionale: per esempio, 12mila euro sono stati erogati per il progetto di accoglienza residenziale e per quello di avvio al lavoro tramite l’assegnazione di tirocini in collaborazione con l’ente gestore, il Ce.I.S.
La Caritas dedica particolare impegno «all’accoglienza di persone senza dimora o ai richiedenti asilo, che giungono da noi per le vie più diverse: da altre parti d’Italia, dalla rotta mediterranea, dalla rotta balcanica, da paesi europei già utilizzati come paesi di primo ingresso. A questo scopo sono utilizzate alcune strutture, come “Casa Emmaus”, presso la parrocchia di San Giovanni Bosco, e “Casa Prade” in via Feltre: qui vengono accolti uomini che rientrano in percorsi di prima o seconda accoglienza. La spesa per quest’opera di accoglienza somma circa 15mila euro. Intanto la diocesi sta predisponendo l’accesso a una struttura per l’accoglienza di donne con particolari situazioni di disagio, che sarà chiamata “Casa Campelli”».
Infine una parte dei fondi 8xMille (15mila euro) è stata utilizzata per sostenere la mensa della parrocchia di Mussoi, che svolge un prezioso servizio nell’ambito del capoluogo.
La firma che destina l’8xMille alla Chiesa cattolica consente alla nostra diocesi – tramite la Caritas – di essere presente sul territorio, nella maniera più capillare possibile. [DF]