Storia del Giubileo - 17

Vi voglio tutti in Paradiso

Dalla Porziuncola di san Francesco alla Perdonanza di Celestino V

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L’apice dello sviluppo dell’indulgenza si ebbe nel Duecento con la comparsa dell’indulgenza plenaria: la remissione di tutte le pene temporali dei peccati accumulatesi nel corso della vita, cioè una sanazione interiore completa di quelle ferite lasciate dai peccati.

La tradizione riferisce che una notte dell’anno 1216 San Francesco immerso nella preghiera ebbe un’esperienza mistica: gli apparve Gesù che gli promise di accordargli ciò che avrebbe chiesto per la salvezza delle anime. Francesco rispose implorando che quanti, confessati, avessero visitato la Porziuncola, ottenessero «ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe». Gesù gli rispose che avrebbe concesso questa grazia, “a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, chieda questa indulgenza». Interpellato, Papa Onorio III concesse che «quanti confessati e contriti, e, com’è dovere, assolti dal sacerdote, entreranno in quella chiesa, siano liberati dalla pena e dalla colpa dal giorno del battesimo fino al giorno e all’ora dell’ingresso nella detta chiesa», cioè accordava l’indulgenza plenaria. Papa Onorio stabilì che questa grazia era concessa in perpetuo alla Porziuncola, ma la si poteva ottenere un solo giorno all’anno: dalla sera del 1° sino alla sera del 2 agosto. La grazia veniva legata al giorno anniversario della consacrazione della chiesa (2 agosto 1215). Ai fedeli riuniti alla Porziuncola il 2 agosto 1216, Francesco spiegò la concessione papale e alla fine esclamò: «Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso».

Questa è una narrazione agiografica dell’inizio del Trecento; niente in essa è documentato, nemmeno la concessione papale, non essendo giunto fino a noi nessun atto ufficiale. Non sono mancati storici di prima grandezza che hanno sollevato seri dubbi sulla storicità di questa concessione. Quello che è certo è che alla metà del Duecento nacque un pellegrinaggio spontaneo di fedeli che si recavano alla Porziuncola nell’anniversario della sua consacrazione convinti di ottenere un ampio perdono. Uno dei frutti più importanti di questo pellegrinaggio spontaneo dei fedeli fu di dare impulso alla riflessione dei teologi sull’indulgenza. Uno dei primi trattati fu composto nel 1279 dal francescano Pietro di Giovanni Olivi.

La prima indulgenza plenaria della cui concessione siamo certi, è la Perdonanza di Collemaggio voluta da Papa Celestino V. L’ultraottantenne eremita Pietro del Morrone venne eletto papa il 5 luglio, assunto il nome di Celestino V, venne coronato il 29 agosto, festa della decollazione di san Giovanni Battista, nella chiesa di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila. Un mese dopo (29 settembre 1294) promulgava una bolla che concedeva a quella chiesa uno speciale privilegio spirituale:

Noi che nel giorno della decollazione del capo del santo stesso, nella chiesa di Santa Maria di Collemaggio, dell’Ordine di San Benedetto, ricevemmo l’insegna del diadema, impostoci sul capo, desideriamo che quella chiesa per inni e cantici e per grande devozione dei fedeli si elevi ad onori speciali […] Tutti coloro che saranno veramente pentiti dei peccati confessati, che dai vesperi della vigilia della festa fino ai vesperi immediatamente seguenti la festa stessa ogni anno entreranno nella predetta chiesa, per la misericordia di Dio onnipotente […] assolviamo da ogni colpa e pena che meriterebbero per i loro delitti e per tutte le cose commesse sin dal battesimo.

Insomma, il Papa accordava l’indulgenza plenaria dalla sera del 28 agosto sino alla sera del 29.

Si tratta di un atto di notevole portata. La concessione dell’indulgenza plenaria, a differenza di quelle parziali che da tempo venivano concesse dai vescovi, era per il menzionato Olivi un provvedimento esclusivo del Papa, una manifestazione della sua somma autorità sulla Chiesa (plenitudo potestatis). Ed infatti questa prima concessione veniva legata al giorno anniversario della coronazione papale, celebrata quindi come momento memorabile, in quanto inaugurava il ministero di guida suprema della Chiesa.

Si noti inoltre che Celestino V con questo atto elevava L’Aquila al rango di uno dei grandi centri della Cristianità. Anzi ne faceva la Roma di un giorno: la sede di un giubileo; privilegio di cui nessun altro luogo nella cristianità godeva, nemmeno Roma. E siamo così alla vigilia della grande perdonanza che poco più di cinque anni dopo sarà legata stabilmente a Roma: l’anno santo.

don Claudio Centa


Nella foto (www.unesco.it): L’Aquila, Basilica di Santa Maria di Collemaggio, facciata. Essa venne fondata da Pietro del Morrone nel 1288.