In mezzo alla savana, ai piedi del monte Nimba (alto 1.752 metri, una delle vette principali dell’Africa Occidentale), viveva un capo-villaggio, con molti uomini al suo servizio. Ogni giorno, all’alba, li chiamava per indicare loro i lavori da eseguire.
Un mattino, il capo-villaggio si sentì dire da un servitore: «Lo sai che eseguo puntualmente e fedelmente i tuoi ordini? Ma devi sapere che esiste qualcuno più forte di te, in grado di comandare a me, a te e a tutti gli esseri viventi: il suo nome è Grande Spirito, che abita oltre la cima del monte Nimba».
Il capo si arrabbiò e decise di togliere di mezzo quel servo così presuntuoso da contestare il suo indiscutibile potere. Lo convocò e gli disse: «Prendi questo anello. Lo conserverai per alcuni giorni e, quando te lo chiederò, dovrai riconsegnarmelo; in caso contrario, riceverai una terribile punizione». L’anello era impreziosito da uno splendido diamante: perderlo significava segnare la propria condanna! Il servitore prese l’anello e lo nascose in una pentola, nell’angolo più buio della sua capanna.
Il giorno dopo, il capo chiamò il servitore e lo inviò al villaggio vicino per acquistare della manioca. Mandò poi qualcuno a cercare l’anello nella capanna del servo. L’anello fu trovato, gettato in un laghetto accanto alla montagna, secondo gli ordini ricevuti, e inghiottito da un grosso pesce.
Il servitore, sulla via del ritorno, si riposò proprio sulla riva di quel laghetto. Vide un pescatore che trascinava le reti a terra e chiese di poter acquistare il pesce più grosso.
«D’accordo!», rispose il pescatore. Il servitore, stanco e affamato, col carico di manioca e col pesce si diresse verso il villaggio.
Arrivato nel suo cortile, cominciò a ripulire il grosso pesce. E, sorpresa, nelle sue viscere trovò l’anello: lo stesso che considerava ancora al sicuro nell’angolo più buio della sua capanna.
La sera stessa, il capo-villaggio mandò a chiamare il servitore. «Ti ho fatto venire perché vorrei riavere l’anello!». «Eccolo!», rispose il servitore. Il capo rimase a dir poco esterrefatto. E dovette ammettere la grandezza dello Spirito che aveva protetto quel servitore. Riconobbe la verità delle parole di quell’uomo così pieno di fede e, da quel momento, divenne meno orgoglioso, convincendosi dell’esistenza di un Essere più forte e più grande di lui…
La parabola – raccolta in Africa ai confini tra la Costa d’Avorio, la Guinea e la Liberia – insegna a essere umili fossimo anche dei re e a credere nell’onnipotenza di Dio, il Grande Spirito.
Recita un proverbio africano: «Non c’è nessun re come Dio».
E ancora: «Dio è il grande Essere il cui copricapo circolare è l’orizzonte», come dire che Dio è infinito come il cielo, è Onnipotente.
Proverbio del Rwanda: «Dio si siede con chi tiene consiglio». Come dire che il capo non deve decidere da solo, ma convocare i consiglieri e capire insieme le scelte e le decisioni più giuste. In quel caso Dio, la grande Saggezza, la Verità Assoluta, è con loro. Cristianamente parlando, il Figlio di Dio direbbe: «Dove due o più sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro».
Recita un proverbio Baoulè della Costa d’Avorio: «Dio non dorme». Come dire che il Grande Spirito (Dio) è sempre presente se lo accogliamo e sempre pronto ad assisterci e a indicarci la giusta via.