A cura di don Alessandro Coletti (21ª domenica del tempo ordinario - anno B)

A te la scelta

Seguire Gesù è impegnativo; chi non vuol fare fatica molla. Molti se ne vanno, lo abbandonano

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Se dovessi dare un titolo alla riflessione di questa domenica che condivido con voi, sarebbe l’inizio di una canzone di una band vicentina a cui sono molto affezionato: “A te la scelta su chi sarai”.

Prima lettura. Siamo alla fine di quel lunghissimo cammino che ha portato il popolo ebraico dalla schiavitù d’Egitto alla Terra Promessa. Hanno camminato per quarant’anni nel deserto, hanno combattuto e vinto i popoli che occupavano quella terra. Espugnato città potenti. Mosè – vi ricordate? – vedrà la terra promessa salendo sul monte Nebo ma non vi entrerà: muore proprio alle porte di quella terra tanto attesa. La guida del popolo passa a Giosuè. È un momento centrale della storia di Israele. Giosuè non fa giri di parole: «Se vi dispiace servire il Signore, decidete oggi chi volete servire. Quanto a me e alla mia famiglia vogliamo servire il Signore». Bisogna tornare a decidere e non decidere in modo superficiale… Decidere veramente. Vogliamo il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe oppure vogliamo seguire altri dei? E ce n’erano innumerevoli tra cui scegliere… È una domanda che accompagna la vita di ogni credente. La fede va costantemente rinnovata.

Vi sarà capitato di andare a comprare frutta – che ne so? – un melone o delle pesche; fuori sono bellissime, dentro una schifezza, marce o guaste. Nella vita ci sono sempre fatti nuovi, situazioni nuove che interrogano la nostra fede. Gli imprevisti della vita mettono a nudo la nostra fede. Ci chiedono: “Oltre alla scorza cosa c’è?”. Allora ecco il nostro impegno a guardare alla nostra vita. Vedere nella nostra vita le tracce, i segni dell’amore di Dio e decidere. Vogliamo che il Dio di Gesù Cristo sia Signore della nostra vita o scegliamo altro?

Pensate a un esempio che tutti abbiamo in mente. Sulla croce accanto a Gesù due malfattori, puniti per lo stesso delitto; due uomini apparentemente della stessa pasta che si trovano a vivere la stessa punizione: uno si converte, uno continua a bestemmiare Dio. Quell’appuntamento con Dio è diventato appuntamento con la verità. Che cosa vogliamo scegliere?

Anche questo tempo di emergenza può essere banco di prova. Possiamo chiederci: questo tempo ha rivelato in noi una convinzione capace di resistere oppure ha mostrato una fede debole che si adatta facilmente alla massa? Dio ci ha creati liberi. A noi la scelta.

Nel Vangelo una domanda non molto diversa fatta da Gesù ai suoi discepoli: «Volete andarvene anche voi?». Seguire Gesù è impegnativo, la proposta di Gesù è una proposta alta. Chi non vuol fare fatica molla… Gesù è di fronte al fallimento. Molti se ne vanno, lo abbandonano. Non hanno il coraggio di rischiare… Quel rabbì chiede troppo. Gesù non abbassa la proposta, non cala l’asticella. Gesù sa quello che ciascuno può dare. Rischia di perdere anche quei fedelissimi: “Volete andarvene anche voi o volete rischiare?”.

Pensiamo al giovane ricco. Sente dentro di sé un sogno, un’aspirazione: voglio raggiungere la perfezione. Cioè “Voglio vivere una vita piena, una vita realizzata. Già sono bravo ma non mi basta”. Gesù lo provoca: lascia tutto e seguimi! Quel giovane non se la sente e se ne va triste… E Gesù non lo richiama indietro non gli dice: “Vabbè dai, da’ metà dei tuoi beni, due terzi”. No! Ma alcuni commentatori sostengono che Gesù ci riproverà: forse quel giovane, azzardano alcuni, è Matteo, l’apostolo, l’evangelista, colui che per Cristo darà poi la vita con gioia. Dio sa che siamo fatti per le cose alte. In noi c’è una scintilla divina.

La canzone di cui vi ho parlato all’inizio continua dicendo: «Sei molto più di questo più di ogni giorno perso. In ogni tuo respiro
c’è più dell’universo. Io sento quanto splendi anche quando sbagli, ho posto in te un destino; a te la scelta sul cammino».

Siamo più dei nostri sbagli, dei nostri limiti, dei nostri errori. Dio non è un concorrente della nostra felicità e il più grande supporter della nostra gioia. Dio non obbligo ma attrae… e chiama! Ma non si può stare sempre in bilico. Devo scegliere.

Giosuè ha risposto. La risposta di Pietro è splendida. Gesù perdere te è come perdere la carta d’identità. Non sapere più chi siamo e da dove veniamo… Tu solo hai parole di vita eterna. Quanti cristiani hanno abbandonato il Signore? Lo hanno venduto o svenduto anche per meno di 30 denari?

E noi? Ci accontentiamo o scegliamo una vita piena?