Scuola ed educazione

Abbiate il coraggio di sostituire le paure con i sogni

Il messaggio dei Vescovi in vista della scelta dell’Ora di religione. La giornata internazionale dell'educazione.

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

L’Unesco: istruzione, strumento per la pace e lo sviluppo umano. Il tema scelto dall’Unesco per la giornata internazionale dell’educazione, che si celebra oggi 24 gennaio, indica l’istruzione quale “strumento per promuovere una pace duratura e lo sviluppo umano”.

C’è una responsabilità del mondo adulto verso le nuove generazioni per offrire strumenti che permettano ai bambini e ai ragazzi capacità critica, autonomia, rielaborazione per un progetto che guardi al futuro con fiducia, per costruire la pace e la convivenza che meritano.

Mentre il nostro pianeta è attraversato da tanti conflitti che hanno interrotto il percorso scolastico e pregiudicano il diritto allo studio a milioni di piccoli, i leader europei hanno dichiarato che «per sfruttare appieno le ricadute positive dell’istruzione sono indispensabili l’equità e l’inclusione in sistemi di istruzione dotati di risorse adeguate al futuro, che consentano a ciascuno di realizzare il proprio potenziale”.  Molte sono le criticità per raggiungere questi obiettivi, in primis la povertà educativa; vi sono nel nostro Paese domande aperte e sforzi non ancora adeguati per affrontare l’abbandono scolastico, scuole fatiscenti e mancanza di servizi.

Il dibattito sulle fragilità giovanili, la mancanza di docenti e la precarietà, la sperimentazione di nuovi percorsi liceali e professionali, le nuove indicazioni per la comunità-scuola, sono tutti aspetti che si intersecano con i timori e le speranze in questo tempo di orientamento scolastico e di iscrizioni, in particolare per gli adolescenti che si affacciano al mondo della scuola superiore (più di mezzo milione in Italia).

Entro il 10 di febbraio con le istanze per l’anno 2024-25, gli studenti del primo anno di ogni ordine e grado e le loro famiglie dovranno effettuare anche la scelta se avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica (Irc).

Ora di religione cattolica:
nella conoscenza, nel dialogo, nel rispetto della libertà di coscienza

Una scelta che chiede attenzione e riflessione, un’ora settimanale da considerare “preziosa opportunità formativa, che arricchisce il percorso scolastico promuovendo la conoscenza delle radici e dei valori cristiani della cultura italiana”. Sono parole tratte dal recente messaggio dei Vescovi italiani, che si rivolgono ai ragazzi e alle famiglie, a quarant’anni dalla revisione del Concordato del 1984, evidenziando come l’Ora di religione cattolica sia disciplina adeguata all’oggi e “attenta ai bisogni educativi delle persone, condotta nel rispetto più assoluto della libertà di coscienza di ognuno. Un valido momento di studio e di dialogo, fatto proprio ogni anno dalla stragrande maggioranza di studenti e di famiglie”. https://www.chiesacattolica.it/insegnamento-della-religione-cattolica-il-messaggio-della-presidenza-cei-2/

Alessandra Catania, direttrice dell’Ufficio Scuola diocesano per l’Irc, intervistata dal Gazzettino locale, commentava i dati nazionali degli studenti che si avvalgono dell’insegnamento. Le province del Sud hanno sicuramente più allievi che frequentano l’Ora di religione rispetto al Nord e questo da molti anni (media nazionale di avvalentisi pari all’84,05%); il focus dell’articolo si è concentrato su alcuni dati della nostra provincia (Superiori di Cortina in primis) che segnano un trend negativo, con una partecipazione minima di studenti. Tuttavia – osserva la Catania, che è anche docente Irc all’Istituto Catullo – in provincia di Belluno circa il 78% degli studenti si avvale dell’insegnamento. Il dato è sostanzialmente lo stesso dell’anno precedente con un calo talmente lieve che non incide sui grandi numeri”. In Italia sono circa 7 milioni gli allievi che seguono le ore di Irc, segno dell’apprezzamento del lavoro culturale svolto dai docenti.

Nella Chiesa di Belluno-Feltre un centinaio di insegnanti curano la formazione personale e didattica attraverso la frequenza di Corsi di aggiornamento proposti dall’Ufficio di pastorale della Scuola, dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Giovanni Paolo I” e altri Enti accreditati, nonché  percorsi laboratoriali per lo scambio e la condivisione di materiali e esperienze.

Insegnare è un lavoro del cuore… uno dei regali più belli ricevuti nella mia vita: grazie a chi me ne ha fatto dono!” Queste le parole affidate da un’insegnante ai Social, che poi prosegue: “per me è una sfida da vivere con passione e responsabilità ogni giorno”.

Credo che molti docenti e operatori scolastici si ritroveranno in queste espressioni, pur nella fatica che comporta in questi anni “fare scuola” e dentro un vortice di analisi, dati, commenti, preoccupazioni che coinvolgono il mondo dell’istruzione-educazione a partire dalle nuove regole e richieste rivolte dal governo alla scuola stessa.

Passione e responsabilità degli insegnanti si incontrano e armonizzano con il desiderio di apprendere, con la curiosità e l’impegno degli studenti e la fiducia delle famiglie? [PB]