A cura di don Ezio Del Favero

127 – I magici Bucaneve

Possa questo piccolo fiorellino che buca la neve essere per te un segno che l’estate e il sole torneranno

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Adamo ed Eva – racconta una leggenda nordica – dopo aver disobbedito al Creatore mangiando il frutto proibito, furono allontanati dall’Angelo dal Giardino dell’Eden. Si sedettero fuori del Paradiso Terrestre in un luogo desertico e solitario dove non spuntavano i fiori e non cantavano gli uccellini. Faceva un freddo glaciale, la terra era tutta arida e disadorna, gli alberi senza frutto e le erbe completamente brune e secche. La neve continuava a cadere. Adamo ed Eva ricordavano con nostalgia la splendida vegetazione e i fiori colorati del Giardino dove un tempo era piacevole dimorare. Eva tremava a causa del freddo gelido e singhiozzava. Il Creatore, guardando giù dal cielo, vide Eva piangere, ebbe pietà di lei e mandò un Angelo a vegliare sui due progenitori. L’Angelo apparve ad Adamo ed Eva, prese una manciata di fiocchi di neve, ordinò loro di diventare dei fiorellini una volta toccata terra e vi soffiò sopra. Quando i batuffoli di neve entrarono in contatto con il terreno, si trasformarono in bellissimi fiorellini bianchi. Eva, vedendo i fiori che sbocciavano, sorrise di gioia. L’Angelo le disse: «Coraggio, cara, sii piena di speranza e non disperare! Possa questo piccolo fiorellino che buca la neve essere per te un segno che l’estate e il sole prima o poi torneranno». Dalla neve spuntarono dei “Buca-neve”, che diventarono i fiorellini simbolo di rinascita e di speranza, una sorta di promessa della fine dell’inverno e dell’arrivo della primavera.

Dopo aver creato il mondo per sei giorni – narra un’altra leggenda – il Creatore era alle prese con le molte decisioni che dovevano essere prese e le diverse caratteristiche che dovevano essere attribuite a ogni creatura e a ogni luogo sulla terra. Sembrava esserci carenza di colori e di immaginazione, sicuramente per la fretta di creare il tutto in pochi giorni. La neve e i venti erano incolori. Quando, finito l’inverno, le piogge furono create, la neve e il vento furono allontanati. Ma la neve si rifiutava di ritirarsi e quindi tutte le foreste e i campi rimanevano coperti del suo manto glaciale. Il Creatore, per rabbonire la neve, la autorizzò a farsi dare del colore da una qualche pianta. Tuttavia, le piante si rifiutarono in blocco. La neve si arrabbiò e si unì al vento per portare forti tempeste sulla terra. Solo un piccolo fiore ebbe pietà della neve, le si avvicinò e le offrì il suo colore bianco, facendola commuovere. La neve pensò che il colore bianco fosse unico e bello. E, dal momento che il fiorellino non si aspettava nulla in cambio, decise di premiare la sua generosità. Così il piccolo fiore divenne l’unico a cui fu permesso di crescere nella neve, portando la promessa della primavera al mondo intero. Il fiorellino fu estremamente felice e d’allora fu chiamato “Buca-neve”.

Quando il Creatore creò la neve – racconta una leggenda tedesca – le diede la missione di visitare i fiori sulla terra per raccoglierne i colori. Tutti i fiori rifiutarono, finché la neve non fece visita al gentile Bucaneve. Vedendo in quel fiorellino un’anima buona e generosa, la neve decise di stabilire un accordo con lui. In cambio del suo colore, la neve gli avrebbe permesso di fiorire prima di ogni altro fiore ad ogni primavera. Il delicato Bucaneve accettò con gioia. D’allora, ogni primavera fiorisce in mezzo alla neve.

Alla fine della stagione fredda – narra una leggenda raccolta in Romania – un piccolo fiore spuntò dalla neve. Ma il vento invernale lo vedi e si arrabbiò, scatenando una tempesta di neve sul fiorellino primaverile. Punto dal freddo, il piccolo fiore emise un grido che avvisò la fata Zana Primavara. Costei chiese al fiorellino disperato perché stesse piangendo. Egli rispose tra le lacrime: «Sono tutto coperto di neve e sto morendo di freddo!». Allora la buona fata rimosse la neve caduta sul fiorellino, ferendosi una delle sue dita contro un ciottolo affilato nascosto lì accanto. Il sangue della fata cadde sul terreno fino alla radice del piccolo fiore. Costui si scaldò e riprese vita. D’allora il fiorellino fu chiamato “Buca-neve” e fiorisce, ogni primavera, sotto lo sguardo protettivo della buona Primavara.


Emilio Lussu: «In guerra, in inverno inoltrato, spunta il Bucaneve dell’amore».
Enrica Bonaccorti: «I Bucaneve sono detti fiori consolatori perché rappresentano la speranza per l’avvenire. Da oggi mi sembrano i fiori più belli».
Mario Pazzaglia: «Il semplice, virgineo Bucaneve ha il privilegio di annunciare la rinascita della vita e, in senso mistico, la Risurrezione».
Paolo Pejrone: «La sfida dei Bucaneve, nascendo durante un periodo di sonnolenze antiche e di torpori lontani, è singolare, forte e significativa».