«...la cosa peggiore è illudere i lavoratori... si avverte il bisogno che le Istituzioni nazionali esprimano con chiarezza gli indirizzi che intendono assumere»

ACC, tutti parte in causa

Dichiarazione del Vescovo sul futuro dell'ACC di Mel

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Richiesto di un parere da parte del quotidiano “Il Gazzettino”, nel pomeriggio di giovedì 15 luglio, il vescovo Renato ha ritenuto di esprimere pubblicamente una sua riflessione, in cui evidenzia che la preoccupazione e l’apprensione per il futuro dei 315 lavoratori dell’Acc di Mel non è e non deve essere solo loro, ma di tutti. Se già durante l’incontro del 14 aprile scorso con i lavoratori, i sindacati e le Rsu, in presidio davanti alla Prefettura di Belluno, si era percepita frustrazione e stanchezza, ora il Vescovo che questi «sentimenti – tra le troppe incertezze, promesse non mantenute e il passare dei mesi – si sono intensificati».

Il caso dell’ACC non è marginale, non riguarda solo gli interessati. «La crisi di Acc richiede una partecipazione, un coinvolgimento e anche un’elaborazione su tutti i piani, a vari livelli». Si tratta di un caso in cui la dignità della persona e del territorio è calpestata da «mere logiche finanziarie e speculative». Rileva ancora il Vescovo: «il lavoro non può essere “tirato da una parte e poi dall’altra”, concesso e tolto alla mercé del gioco dei capitali. Bisogna mettere al centro la dignità delle persone, il valore della condivisione, la costruzione della “Casa comune” con la cura dell’ambiente».

Poiché la cosa peggiore è illudere i lavoratori, il Vescovo evidenzia la necessità «che le Istituzioni nazionali esprimano con chiarezza gli indirizzi che intendono assumere», confrontandosi con le categorie in crisi e frenando le speculazioni. In modo particolare, in queste ore è attesa chiarezza sull’ammissibilità ai fondi speciali previsti dai recenti decreti.

© Foto Zanfron