ACC, tutti parte in causa

Dichiarazione del Vescovo sul futuro dell'ACC di Mel
15-07-2021

 

Il lavoro impegna tutti, riguarda tutti, è un bene di tutti. È compartecipare e corresponsabilizzarsi nella vita. Sul futuro dei 315 lavoratori dell’Acc di Mel e delle loro famiglie ci sentiamo e tutti dobbiamo sentirci parte in causa. La preoccupazione e l’apprensione sono molti forti.

Ricordo il 14 aprile scorso, quando ho fatto visita ai lavoratori, ai sindacati e alle Rsu in presidio davanti alla Prefettura di Belluno: non ho potuto fare a meno di percepire grande frustrazione, stanchezza, logoramento. Sentimenti che – tra le troppe incertezze, promesse non mantenute e il passare dei mesi – si sono ora intensificati.

Quando la persona non è messa in primo piano e vengono fatte prevalere mere logiche finanziarie e speculative, rispetto alla dignità umana e del territorio, si generano queste situazioni di declino e di crisi, che richiedono una presa di responsabilità da parte di tutti. Per questo, quando si fa riferimento ad Acc, non si sta parlando di un tema marginale, che riguarda solo una categoria di persone. Sono in questione le nostre famiglie e tutte le nostre comunità – queste sono il vero “profitto” – il tessuto relazionale con tutto ciò che comporta in termini di risorse e progettazione, anche industriale. Penso che la cosa peggiore sia illudere i lavoratori. Per questo ora si avverte intensamente il bisogno che le Istituzioni nazionali esprimano con chiarezza gli indirizzi che intendono assumere. La politica deve sapersi confrontare con le categorie in crisi, lavorare con attenzione nelle pieghe del tessuto sociale ed economico, frenando le speculazioni.

La Costituzione dice che la Repubblica si fonda sul lavoro. E il lavoro non può essere “tirato da una parte e poi dall’altra”, concesso e tolto alla mercé del gioco dei capitali. Bisogna mettere al centro la dignità delle persone, il valore della condivisione, la costruzione della “Casa comune” con la cura dell’ambiente.

La crisi di Acc richiede una partecipazione, un coinvolgimento e anche un’elaborazione su tutti i piani, a vari livelli. Devono valere i principi di solidarietà, condivisione, superamento dell’individualismo, per far capire ai lavoratori interessati che tutte le forze sono in campo per aiutarli e affinché nessuno si senta e venga abbandonato. In tutta questa vicenda emerge la questione di fondo di ogni convivenza sociale e politica, anch’esso finalizzata alla fratellanza: l’ascolto reale di ogni componente e soggetto sociale e il poter orientare insieme la Vita Politica, anch’essa finalizzata alla vita della Polis.

+ Renato Marangoni

© Foto Zanfron