La presentazione delle “Ore” che compongono la “Liturgia delle Ore”, l’Ufficio divino, si completa con i Vespri e la Compieta. Già, in precedenza, sono state presentate: l’Ufficio delle Letture, le Lodi, l’Ora Media.
I Vespri
I Vespri, come preghiera della sera, sono, insieme alle Lodi, i cardini dell’Ufficio divino quotidiano. Sono considerati come Ore principali e come tali pregati e, eventualmente, celebrati anche con rito solenne.
I Vespri si celebrano quando si fa sera e il giorno ormai declina, «per rendere grazie di ciò che nel medesimo giorno ci è stato donato o con rettitudine abbiamo compiuto». Con l’orazione che innalziamo, «come incenso davanti al Signore, e quale elevarsi delle nostre mani, diventa sacrificio della sera ricordiamo anche la redenzione» (Principi e norme 39).
Struttura dei Vespri
La struttura dei Vespri è simile a quella della Lodi. Dopo l’introduzione con il versetto: «O Dio vieni a salvarmi. Signore vieni preso in mio aiuto», il “Gloria” e l’Alleluia si canta (o si proclama) l’inno. Il testo, adatto e diverso per ogni celebrazione, crea il clima particolare per quanto si celebra, in un modo semplice e festoso.
Segue la salmodia con le relative antifone. Brevi frasi, queste, che in relazione a quanto si celebra in quella sera, illuminano le parole di ogni testo proclamate. La salmodia è composta da due salmi o da un salmo più lungo diviso in due parti, e da un cantico preso dalle lettere degli apostoli o dall’Apocalisse.
Segue una breve lettura che va intesa come vera proclamazione della Parola di Dio. Ne viene ricordato il preciso significato: «Essa ha lo scopo di proporre con forza ed incisività qualche sentenza sacra e di fare approfondire l’insegnamento di certi brani più brevi ai quali, nella lettura continua della Scrittura si presta a forse meno attenzione» (Principi e norme 45). Come risposta alla parola di Dio si recita il responsorio breve.
Nella celebrazione con il popolo, la lettura breve può essere sostituita da un brano più lungo preso o dall’Ufficio delle Letture o dal Lezionario della Messa. Secondo opportunità si può aggiungere una breve omelia.
Segue la proclamazione del cantico evangelico. Per i Vespri si tratta del cantico della beata Vergine Maria, ben noto come “Magnificat”. L’antifona che lo precede e lo conclude è proposta secondo le qualità del giorno, del tempo liturgico, o della celebrazione. A conclusione dei Vespri si pregano delle invocazioni, dette “intercessioni” rivolte al Padre. Con la preghiera del Signore (il Padre nostro) e una “orazione conclusiva” termina la recita di questa Ora.
Primi e secondi Vespri
Nel calendario liturgico vengono talora indicati come preghiera serale: i “primi Vespri” od i “secondi Vespri”. Questo avviene per le celebrazioni più solenni che iniziano nel pomeriggio antecedente il giorno festivo. Per indicare quale Vespro pregare, sono stati scelti gli aggettivi “primi” e “secondi”.
Compieta
L’Ufficio divino quotidiano si conclude con la preghiera detta “Compieta”. Si tratta «dell’ultima preghiera del giorno, da recitarsi prima del riposo notturno» (Principi e norme n.84).
L’Ora inizia con la abituale introduzione alla quale fa seguito l’esame di coscienza, in relazione alla giornata che si va a concludere. Nella recita comune questo momento celebrativo si svolge in silenzio, e può essere accompagnato da un atto penitenziale, anche utilizzando i testi proposti nel Messale Romano.
Dopo la proclamazione di un inno adatto, c’è la recita di un salmo, preceduto e seguito da una antifona. Anche per la Compieta c’è la “lettura breve”, un breve testo dalla Sacra Scrittura seguita dal “responsorio breve”. Il cantico del nuovo Testamento previsto, è il “Cantico di Simeone”, preceduto e seguito da una propria antifona. Un’orazione e l’invocazione della benedizione del Signore conclude l’Ora: «Il Signore ci conceda una notte serena e un risposo tranquillo». Il canto di un’antifona alla Beata vergine conclude la preghiera quotidiana dell’Ufficio divino.
Giuliano Follin
(continua)