Santuario del Nevegal, sabato 20 ottobre

Un convenire impreziosito

Cuori ardenti, occhi aperti e piedi in cammino: sulle tre immagini si è intrecciato il momento di preghiera

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Cuori ardenti, occhi aperti e piedi in cammino. Basterebbero queste tre suggestive espressioni scelte per caratterizzare la Giornata missionaria del 22 ottobre 2023 per circoscrivere anche la Veglia di preghiera diocesana che ha preparato la sua celebrazione, nella serata di venerdì 20 presso il Santuario di Nostra Signora di Lourdes al Nevegal. Sulle tre evocative immagini infatti si è intrecciato il momento di preghiera che – presente il Vescovo – ha visto il convergere di laici e presbiteri della nostra Chiesa locale, particolarmente sensibili alla dimensione missionaria di tutta la Chiesa, sostenuta dalla forza diffusiva del Vangelo.

Un convenire ulteriormente “impreziosito” dalla presenza di una rappresentanza dei giovani che, grazie all’opportunità offerta dall’Ufficio diocesano di pastorale delle missioni, hanno potuto nel corso del periodo estivo trascorrere un periodo a pieno contatto con contesti e culture estere. Una preghiera gioiosa e animata nel canto dai “Cherubini di Belluno”, noto gruppo canoro della locale comunità camerunense che ha accompagnato la processione con l’evangeliario attraverso una ritmata danza. Ancora, un incontro in cui ascoltare chi, dalla nostra diocesi, ha sperimentato come davvero cuore, occhi e piedi siano coinvolti nella chiamata all’annuncio.

La testimonianza di suor Edvige Carocari, religiosa salesiana di Forno di Zoldo da poco rientrata dall’Albania, ha infatti approfondito da un punto di vista personale come l’inquietudine interiore sia stato quel motore che l’ha spinta – e continua a farlo – nell’uscire da sé e dalle proprie paure per farsi vicina a uomini e donne, giovani e adulti, guardando con rinnovato stupore come Dio opera. La stessa inquietudine dei discepoli di Emmaus, protagonisti della pericope evangelica proclamata, che tornano pieni dello stupore di un “cuore ardente” dall’incontro col Risorto.

Nella sua omelia il Vescovo ha cercato di intrecciare questo racconto con le narrazioni che gli stessi giovani missionari presenti – significativamente posti a corona dell’ambone – insieme agli altri hanno redatto di ritorno dalla loro esperienza estiva, ponendo a diretto confronto la storia di Emmaus con le loro storie. «Quando ho incontrato Gesù nel cammino di missione? Quando ti sei emozionato lungo il cammino?» Da queste domande date loro in consegna sono risuonati nomi e riferimenti specifici a persone conosciute e a luoghi visitati, divenuti a loro volta voce di pagine nuove di vangelo. Un’eco concreta di speranza grazie alla quale davvero – ancora secondo il commento del vescovo – non si può pensare alla missione se non partendo, ancora una volta, da cuori che scaldano altri cuori, occhi stupiti e piedi mai fermi. Sono le relazioni belle che ci aiutano a comprende – con espressione forse ardita ma calco fedele di uno degli scritti – cosa sia davvero “missione”: «Garantire un futuro migliore anche al Signore».

Erredienne