Veglia di preghiera nella serata del 13 ottobre; la prima messa domenica 17 ottobre

Benvenuto, don Ezio

Il termine “don” nel dialetto cadorino significa “andiamo”: è l’augurio del Sindaco al nuovo parroco

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Una veglia di accoglienza

Una funzione semplice, ma ricca di significato, la veglia di preghiera con la quale la comunità auronzana ha accolto il nuovo pievano, don Ezio Del Favero, nella consapevolezza di aver trovato in lui la “pietra d’angolo”, in un periodo difficile come quello che stiamo attraversando.

Don Ezio, nel saluto al suo nuovo gregge ha voluto allacciarsi al simbolo del paese: le Tre Cime di Lavaredo alle quali si è ispirato dando al suo nuovo impegno pastorale tre priorità: celebrazione (chiesa), catechesi (canonica), caritas (centro di ascolto), consapevole che il parroco non va da nessuna parte se è da solo, ma il percorso è da salire in cordata.

Il sindaco di Auronzo, Dario Vecellio Galeno, nel suo saluto ha voluto sottolineare come il termine “don”, nel dialetto auronzano (che poi don Ezio ha puntualizzato anche cadorino, quindi calaltino) significa “andiamo”, un invito ad intraprendere insieme il percorso. Riflettendo sui messaggi trasmessi nel corso della veglia, viene spontaneo pensare ad una nuova storia, un percorso di vita cui tutti siamo invitati a dare il proprio contributo.

Anche il vescovo Renato ha sollecitato i fedeli, asserendo che ogni giorno ciascuno di noi può toccare con mano quello che hanno vissuto gli Apostoli; un invito a dare sempre maggior impulso alla propria vita spirituale.

A nome dell’intera comunità cristiana, Attilio Corte, vicepresidente del Consiglio pastorale parrocchiale unitario, ha assicurato al nuovo pievano stretta collaborazione nella strada da percorrere, illuminata dalla luce di Cristo Risorto, con l’aiuto dello Spirito Santo, contro ogni scoraggiamento possibile. Ad accompagnare don Ezio c’erano molti parenti, i suoi amici e una nutrita delegazione giunta dall’Alpago, assieme al sindaco di Tambre.

A chiusura dell’incontro, il Vescovo ha anche invocato la Regina della pace.

 

La prima celebrazione eucaristica

La domenica successiva, 17 ottobre, nella parrocchiale dedicata a Santa Giustina di Auronzo, don Ezio Del Favero ha celebrato la prima messa solenne per le comunità parrocchiali. A concelebrare con lui c’era don Pierluigi Larese, ritornato al suo paese natale per raggiunti limiti di età: su mandato del Vescovo, collaborerà con il pievano.

In apertura, don Ezio ha ricordato che il termine «Eucaristia» significa ringraziamento. Prendendo spunto dalla prima lettura e facendo riferimento anche alla natura che ci circonda, don Ezio nella sua omelia si rifà a una parabola dedicata ai boscaioli; sottolinea come la preghiera è un atteggiamento di relazione continua con Dio, un atto di fede con il quale ci rivolgiamo al Creatore, centro di ogni cosa, per ringraziare di tutti i doni e chiedere perdono delle tante fragilità, consapevoli che l’Amore di Dio è infinito. Don Ezio ha ribadito che il “camminare insieme” sarà caratterizzato da tre C che saranno i punti cardine: caritas, celebrazione, catechesi, tre indicazioni che saranno come fari nel percorso per essere cristiani autentici.

La preghiera dei fedeli ha sottolineato l’importanza di formare insieme una grande famiglia per un cammino umano e spirituale volto anche ad aiutare persone anziane, malate, in difficoltà. Don Ezio, a conclusione della funzione, ha riservato anche un pensiero ai cari che non sono più tra noi.

Il vicesindaco e il vicepresidente del Consiglio pastorale hanno rivolto nuovamente un benvenuto al nuovo Pievano, assicurando collaborazione in questo percorso che si sta avviando, nel corso del quale saranno sfruttati anche i talenti in essere e quanto don Renzo ha seminato.

Dopo la celebrazione, tutti sono stati invitati a un momento conviviale, assieme a parenti e agli amici di don Ezio, alle forze dell’ordine presenti, ai rappresentanti della Protezione Civile, agli Alpini, al Soccorso Alpino, alla Schola cantorum e a tutti i collaboratori della comunità parrocchiale.

Paola De Filippo