Laboratorio sabato 17 dicembre a Col Cumano

Cantare la Messa

«Spesso il criterio che sembra orientare nella scelta dei canti è quello del “mi piace”»

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Si è svolto sabato 17 dicembre a Col Cumano il secondo capitolo degli incontri di formazione organizzati dall’Ufficio diocesano per la liturgia, guidato da don Alex Vascellari.

Il tema centrale è stato ancora una volta il canto all’interno della celebrazione eucaristica e, andando più nello specifico, si è trattato di apprendere una metodologia per scegliere correttamente i canti. L’argomento è stato sviscerato partendo da un interessante e schietto libro di suor Elena Massimi, figlia di Maria Ausiliatrice e docente di teologia, dal titolo “Cantare la messa. Guida pratica per la scelta dei canti”.

Da questo testo nascono alcune semplici domande, con il fine di suscitare risposte non proprio semplici quando si tratta di dare un senso più profondo a ciò che si sta per cantare; citando la stessa autrice «spesso il criterio che sembra orientare nella scelta dei canti, in modo particolare quando il coro dei canti è “giovanile”, è quello del “mi piace”, nell’illusione che possa favorire la partecipazione dei fedeli».

Lo scopo dell’incontro è appunto riscoprire il senso originario della musica all’interno della Messa, al fine di essere sempre più consapevoli del suo ruolo all’interno della nostra fede e così viverla più intensamente e attivamente.

La ricerca si suddivide nell’analisi della funzione del canto, nel considerarne la forma musicale e gli attori impegnati per poi sceglierli e infine verificare il canto in relazione a vari parametri, come il rapporto testo-musica, la modalità d’esecuzione, l’assemblea, il tempo liturgico, lo spazio fisico e altro ancora.

Tutto ciò si è svolto in un clima di grande amicizia, partendo da un’analisi teorica fino ad arrivare ad un’esperienza laboratoriale per due gruppi di lavoro, in cui concretamente sono stati elaborati i passaggi sopracitati attraverso i canti per la Quaresima e la Pasqua.

Confidiamo che ci possano essere altri appuntamenti di questo genere, per riscoprire sempre più i segni della nostra fede, per sentirli nostri sempre più.

Nicolò Tuttolomondo