L’evento diocesano che fa il punto nel cammino verso Trieste

«Ci siamo!», cattolici al cuore della democrazia

Un convegno riuscito, mentre la Piazza delle buone pratiche brulicava di persone

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Se la partecipazione era all’ordine del giorno dell’evento di Sedico, sabato 11 maggio scorso, un primo obiettivo è stato centrato nella positiva partecipazione di tante persone: la sala del Centro Culturale Polifunzionale di Sedico ha accolto una cinquantina di presenze.
Nell’introdurre i lavori, dopo i saluti di Stefano Perale, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale sociale e del lavoro, il vescovo Renato Marangoni ha rivendicato il ruolo dei cattolici: «Ci siamo! Senza ricette particolari da imporre, ma per fare democrazia… La 50ª edizione delle Settimane Sociali di Trieste testimonia la passione sociale dei cattolici in questo Paese e anche nella comunità europea, in una sintonia di popoli, culture, nazioni». Il 9 maggio appena passato vede coincidere la festa dell’Europa e l’anniversario dell’assassinio di Aldo Moro: «È passione sociale quella dei cattolici, tutta la ricerca e storia di questo Paese».

Non è mancato da parte del Vescovo un richiamo in vista delle prossime elezioni che – oltre al rinnovo del Parlamento Europeo – interesseranno ben 31 comuni della provincia, compreso quello di Sedico, che ospitava il Convegno: «Qualche volta abbiamo l’impressione che in questo passaggio nel diventare amministratori si persegue a questo intento di spartirsi in potere piuttosto che servire le comunità, di guardare il volto di questo popolo, di questa gente, di smetterla con la guerra delle parti, con la sistematica delegittimazione dell’altro come controparte nemica, che è uno spettacolo che ci ha stufati. Quindi, come cattolici ci siamo, secondo le dimensioni e le prospettive di questa cinquantesima settimana sociale».

Molto apprezzato è stato il contributo di Simona Beretta, docente ordinario di Politica Economica presso la Facoltà di Scienze Politiche e Sociali della Università Cattolica del Sacro Cuore. Impossibilitata a essere presente per problemi di salute, ha inviato un video: nell’intervento ha collegato il tema del lavoro a quello della partecipazione, intrecciando le due componenti: «Il lavoro politico è un lavoro che è richiesto a tutti i cristiani… Si tratta di prendersi cura delle istituzioni, prendersi cura per un bene comune che è sempre la carità». Ha concluso citando – da buona milanese – sant’Ambrogio: «Voi pensate, i tempi sono cattivi, i tempi sono pesanti, i tempi sono difficili. Vivete bene e potrete vivere».

Luca Grion – professore associato di Filosofia morale presso l’Università degli Studi di Udine, presidente dell’Istituto Jacques Maritain e direttore della rivista “Anthropologica. Annuario di studi filosofici” – ha richiamato al fatto che la democrazia sia il vivere insieme, non perché costretti: «Se andiamo al cuore della democrazia, questa democrazia tanto una forma di governo, ma è la forma di desiderio. Consiste nel vivere insieme volentieri e non perché costretti… È una forma di vita il cui fine ultimo, ciò che lo muove, è la capacità di esprimere al meglio la persona umana, farla fiorire, in ciò che la caratterizza di più, per questa dimensione generativa, fatta di libertà, fatta di eguaglianza, fatta di responsabilità, e che si esprime in tante forme, politica, ma anche economica e sociale». Ne consegue la necessità di umanizzare le forme di partecipazione in cui viviamo.

Luigi Gui – professore associato di Sociologia generale nel Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli studi di Trieste e direttore della Formazione all’Impegno Sociale e Politico della diocesi di Padova – ha legato il concetto di partecipazione a quello di identità, al legame inscindibile che abbiamo con gli altri. Se persino il nostro nome ci viene dato dagli altri, la partecipazione implica un riconoscimento e quindi un ruolo e un titolo. Molto significativa la sottolineatura per cui una partecipazione costruttiva ha bisogno di riconoscere il valore del contributo che viene dato: «Non c’è partecipazione se non faccio esperienza di essere apprezzato». Ne sono un semplice esempi i “like” adottati nei social come forma-base di valorizzazione di un contenuto prodotto, mancando i quali l’utente si sente perso.

Ma la giornata di Sedico è stata allietata anche da un’affollata “Piazza delle buone pratiche”, nei pressi del Centro Culturale: da mattino fino al tardo pomeriggio l’invito a «conoscere chi rende più bella la tua comunità», ossia una ventina di stand in cui associazioni e realtà, diverse per vocazione e ambito d’azione, hanno avuto modo di farsi conoscere e raccontare la propria esperienza. Di ciascuna è stata registrata anche una clip video all’interno dello stand che pubblicheremo nel blog appena possibile. Si può dire che rappresentavano idealmente tutta la diocesi, da Lamon al Comelico.

GS-DF