Si è svolta martedì 28 novembre, nella sala Sigismondo Brondolini del Castello vescovile di Vittorio Veneto, in un clima di festa e condivisione, la cerimonia di consegna dei diplomi dei nuovi operatori di turismo religioso delle diocesi di Belluno-Feltre e di Vittorio Veneto, con la partecipazione dei vescovi Renato Marangoni e Corrado Pizziolo e del vescovo emerito di Belluno-Feltre mons. Giuseppe Andrich. Sono stati in tredici – Marta Azzalini, Paola Brunello, Giada Cattelan, Annalisa Cioffi, Alba Facchin, Letizia Lonzi, Elena Maierotti, Marta Mio, Tiziana Menegus, Martina Peloso, Giuliano Ros, Cinzia Tardivel e Lorena Viel – appartenenti a entrambi i versanti, a portare a termine il biennio sperimentale di formazione per operatori del turismo religioso, corso avviato nel 2015 grazie alla collaborazione delle due diocesi e al sostegno finanziario del Bim Piave di Belluno e di Treviso.
Si è trattato di un percorso davvero innovativo e virtuoso, dal significato ecclesiale, che ha voluto scommettere sul ricco patrimonio artistico attraverso una sinergia vincente, l’incontro e la condivisione di due diocesi e di un gruppo di persone con competenze diverse, e che ora investirà su queste nuove figure professionali: più che la conclusione di un percorso, la serata può infatti definirsi un punto di partenza per intraprendere nuove strade, attività, progetti. Gli operatori del turismo religioso – come ha detto Cristina Falsarella, presidente del Comitato interdiocesano di turismo religioso – sono come “sentinelle” che lavorano sulle immagini e che vigilano e valorizzano i beni culturali ecclesiastici, da intendere non solo come meri manufatti materiali con qualità artistiche ed estetiche, ma soprattutto opere cariche di significati e funzioni, espressioni di una memoria tangibile che le comunità del passato hanno lasciato e che ci parlano della fede in Dio, concretizzata nelle pietre e nei colori. Il corso biennale, come ricordato da Ivana Faramondi, vicepresidente del Comitato, è stato un percorso molto ricco e stimolante, per approfondire la multiforme realtà dell’arte sacra, strutturato in lezioni in aula, comprendenti materie di ambito teologico-antropologico, storico-artistico e tecnico-turistico, e visite a siti del territorio. Un percorso che la Conferenza Episcopale del Triveneto ha lodato e preso come modello per promuovere proposte similari.
Prima di consegnare le pergamene dei diplomi ai nuovi operatori, accompagnati dalle famiglie, i due vescovi hanno espresso parole di ringraziamento sull’iniziativa e di riflessione sul senso dell’arte sacra. Il vescovo Corrado ha sottolineato l’importanza di tale esperienza per dare voce alle immagini sacre, altrimenti mute e aride, e una via di evangelizzazione, che aiuta a capire meglio il messaggio e la funzione delle opere conservate nelle nostre chiese. Il vescovo Renato ha aggiunto che si tratta di “un’esperienza di contemplazione, di ritrovo del senso del vissuto e della bellezza, che riconsegna il gusto e la profondità delle cose”; “è prezioso quello che avete fatto e che farete”.
Al termine della cerimonia si è svolto un momento conviviale, con una cena per tutti i presenti, operatori, membri del Comitato e famigliari e parenti.
Giorgio Reolon