La riunione di giovedì 11 marzo in modalità a distanza

Dal consiglio presbiterale

Le esequie e la novità delle "case funerarie"; la collaborazione tra parrocchie in una trentina di gruppi

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Il Consiglio presbiterale della diocesi si è riunito giovedì 11 marzo, in modalità a distanza, con la partecipazione anche dei vicari foranei della diocesi per una migliore condivisione dei temi trattati.

Un primo argomento è stata una valutazione di alcuni aspetti, umani, pastorali e liturgici, di come si celebra il rito delle esequie e di come si accompagnano le famiglie in questo momento così delicato. Oltre ad alcune riflessioni generali, introdotte da una presentazione molto efficace da parte di don Alex Vascellari, si è presa in considerazione la scelta recente, nella città di Belluno, di realizzare e attivare le cosiddette “case funerarie”, per andare incontro alle esigenze dei familiari nei giorni prima della sepoltura o cremazione dei defunti.

Considerata la particolarità dell’iniziativa, il Consiglio presbiterale, conforme alle norme liturgiche e alle precisazioni della Conferenza Episcopale Italiana al Rito delle Esequie, conferma la modalità dei funerali nella chiesa parrocchiale con la celebrazione della Messa (cfr. CEI – Rito delle Esequie: Precisazioni n. 1). Possono presentarsi situazioni pastorali in cui sia opportuno ordinare il rito esequiale in forma di Liturgia della Parola. In questo caso, ottenuto il permesso dell’Ordinario diocesano, si può svolgere il rito esequiale nel cimitero e/o nella cappella cimiteriale. Per quanto riguarda la preghiera – come ad esempio il Rosario – le “case funerarie” possono essere considerate alla stregua della casa del defunto.

Un secondo tema è stata la continuazione della riflessione sulle collaborazioni tra parrocchie, che è stata oggetto anche del Consiglio pastorale diocesano tenutosi la sera precedente, e segnerà in maniera ancora più decisa il cammino della nostra Chiesa. Pur tenendo conto delle grandi difficoltà e limitazioni portate dalla pandemia e di alcune fatiche a collaborare che emergono, sia nelle persone sia nelle comunità, anche per motivi comprensibili, ormai la linea tracciata è chiara e confermata. Sarà un percorso che coinvolgerà le comunità parrocchiali con i loro parroci e i Consigli pastorali. In questa modalità ci si auspica che l’esercizio del ministero presbiterale sia più sostenibile. Si cercherà di intensificare, anche con qualche passo concreto, la conoscenza e la collaborazione tra comunità, accelerando anche quella fra parrocchie con parroci diversi. Si arriverà presumibilmente all’autunno prossimo a vivere un evento diocesano in stile sinodale, che darà una “ufficialità” a tale cammino. Nel frattempo si cercherà, con l’aiuto in particolare dei vicari foranei e dei delegati foraniali, di rivedere una prima bozza di gruppi di collaborazioni che era stata tracciata nel 2019 e che ora si vedrà di rendere più stabile, per una maggiore chiarezza del cammino. Può essere interessante sottolineare che tale bozza prevede in tutta la Diocesi la costituzione di una trentina di gruppi di parrocchie, con numero abbastanza omogeneo fra loro di abitanti; è auspicabile che anche tra un po’ di anni si possa prevedere per ognuno di questi gruppi la presenza di due preti in ministero diretto.

A.C.