Nella mattina di sabato 20 maggio

Dono da riconoscere e accogliere

Al Centro Papa Luciani la prima sessione del convegno sulla liturgia indetto dalle diocesi del Triveneto

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Quando si partecipa a un convegno è vero rimangono gli interventi scritti, le relazioni, ma se ci spostiamo su un altro piano, oltre a ciò che conserviamo formalmente spesso sono le parole che risuonano in ciascuno il motore che poi ci porta ad approfondire gli argomenti e a farli nostri. È stato così oggi, nella prima sessione del convegno sulla liturgia che le Chiese del Triveneto hanno voluto organizzare nelle quindici diocesi della nostra regione ecclesiastica in modo diffuso con una magistrale e appassionata relazione di suor Elena Massimi e che troverà poi compimento e proseguo il 30 settembre p.v. in presenza in un convergere tutti insieme a Verona.

È bello provare a scrivere a caldo, quali sono le parole, che poi portano in sé un vissuto che mi risuonano: stupore, armonia, cammino, gradualità, corporeità. Strane forse si penserà se correlate al tema della liturgia che troppo spesso abbiamo immaginato o pensiamo un affare da “sacrestia”. Oggi l’intervento di suor Elena mi ha spalancato queste parole, che sono poi storie, atteggiamenti, vita. Quante volte partecipando a una liturgia vivo lo stupore? Non si tratta di meraviglia ma di reciprocità nel partecipare a un dono e allo stesso tempo accoglierlo. Proprio così, suor Elena oggi mi ha richiamato al fatto che la liturgia, che non è solo Eucaristia, è prima di tutto dono da riconoscere e accogliere. E come faccio ad accogliere un dono, che non è materiale? Rispondo a un invito. Un invito che ha un suo linguaggio che chiamiamo rito, ma che investe tutto di noi fuori, accanto e dentro.

C‘è bisogno di riscoprici corpi in armonia, capaci di silenzio, di ritmo, di bellezza per partecipare a questo rito. E partecipare porta in sé un cammino, accogliere un tempo eccedente, che va oltre lo scandire dei minuti e ci apre a qualcosa di più profondo. Belle parole, ma nei fatti? Semplicemente domani, partecipando all’Eucaristia sento il desiderio di accogliere i segni con occhi attenti, di far risuonare i silenzi come attesa feconda, di gustare il procedere di ciascuno mentre si avvicina a ricevere l’Eucaristia e lasciare che questo risuoni e si amplifichi come segno di grazia. Sono piccole cose, ma oggi porto a casa questo. Grazie suor Elena per aver acceso una scintilla appassionata su un tema che consideravo statico e rigido. La liturgia è per l’uomo e con l’uomo, in un cammino che ci accompagna all’incontro con il Cristo Risorto.

Irene Pilotto