Lunedì 18 settembre, nella festa detta di “San Vetoret”

È giunto il momento di lasciare

Al Santuario dei santi Vittore e Corona il ringraziamento al rettore mons. Sergio Dalla Rosa

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Nella serata di lunedì 18 settembre, nella suggestiva cornice del santuario dei Santi Vittore e Corona, è stata celebrata la memoria liturgica della traslazione dei corpi dei due martiri. In questa data si commemora infatti la traslazione e l’arrivo dei corpi dei martiri a Feltre, nella festa comunemente chiamata di “San Vetoret”. La ricorrenza affonda le proprie radici nella tradizione religiosa che ricorda l’arrivo dei corpi dei martiri Vittore e Corona a Feltre. Secondo i racconti tramandati, i cavalli che trasportavano i corpi dei due santi giunti ai piedi del monte Miesna si impuntarono e, nonostante le preghiere, non ci fu verso di far loro proseguire il cammino. Provvidenziale risultò allora l’intervento di una vecchietta che, dopo una visione di san Vittore, attaccò al carro le sue vacchette che lentamente salirono il pendio del monte per fermarsi là dove sorge ancora oggi sorge il Santuario del XI sec.

La ricorrenza di quest’anno è stata l’occasione propizia per ringraziare del suo servizio di rettore e per il ministero lì svolto da don Sergio Dalla Rosa: dopo 14 anni al santuario e 57 anni di sacerdozio (è stato ordinato prete nel 1966) raccoglie il frutto delle fatiche e si ritira da servizio attivo. Come ha ricordato il Vescovo Renato: «Il mistero ordinato non è a tempo determinato, non c’è la pensione dal servizio, ma arriva – anche per i preti – il tempo del riposo dalle responsabilità dirette».

Ha presieduto la santa Messa il vescovo Virgilio Pante, vescovo emerito di Maralal in Kenya che, all’inizio della celebrazione, ha subito salutato con affetto don Sergio. ringraziandolo sinceramente e di cuore «perché è importante anche saper rendere grazie, non solo fare». Don Sergio è conosciuto, infatti, come uomo del fare, molto dedito alla vita pastorale e alla cura dei beni e delle strutture, lo ha messo in pratica nella vita parrocchiale (a Zorzoi, a Norcen, a Foen e a Santa Giustina) e in questi anni da rettore del santuario del monte Miesna.

Il vescovo Renato ha dedicato anche lui delle parole di ringraziamento sincero, ricordando, oltre ai lavori svolti, anche la dote sapienziale di don: «In alcune occasioni mi ha scritto il racconto della sua vita, ma sempre con la capacità di entrare in profondità nelle vicende personali e nei fatti della storia: lo paragonerei al libro del Siracide».

Anche da queste righe sgorga un grazie sincero a don Sergio, che tornerà a vivere nella sua Santa Giustina. continuando a offrire il suo servizio con le suore dell’asilo parrocchiale. Come ha detto lo stesso don Sergio: «Visto che la vita è un pellegrinaggio in salita verso il Cielo (ed il Santuario con il suo percorso ce lo illustra), auguro a me e a tutti voi di camminare ancora, finché Dio vorrà, in questa vita verso la patria eterna che ci aspetta con il Signore Risorto, la Vergine Maria e i santi Patroni».