Dal 13 giugno al 18 luglio a Belluno; poi la mostra si sposterà a Feltre

E quindi uscimmo a riveder le stelle

Nel 700° di Dante il Seminario di Belluno espone uno dei più antichi esemplari della Divina Commedia

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Continuano le iniziative per rendere omaggio a Dante Alighieri nell’anno in cui si ricordano i 700 anni dalla sua morte (1321). A Feltre le celebrazioni sono partite da aprile con un ricco programma (“Tra feltro e Feltre. Musica, parole, immagini sui passi di Dante”). Ora è il turno di Belluno, tramite una mostra che verrà inaugurata domenica 13 giugno e che nel titolo scelto – «e quindi uscimmo a rivedere le stelle» – svela un messaggio di speranza, con l’intento di ripartire, di rilanciare la cultura dopo mesi di chiusura, incertezze e difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria.

Fulcro delle celebrazioni dantesche nel capoluogo è il Seminario Gregoriano di Belluno, l’antico convento francescano di San Pietro, sede di due importanti biblioteche storiche, la Gregoriana (nata da un lascito di Gregorio XVI in occasione della riapertura del seminario) e la Lolliniana, di proprietà del Capitolo della Cattedrale. Quest’ultima conserva una serie di manoscritti unici, tra cui il prezioso codice della Divina Commedia della metà del Trecento, che verrà esposto per l’occasione insieme ad alcune opere dell’artista bellunese Graziano Damerini: i dipinti presentano suggestioni dantesche e saranno collocati nella cornice del chiostro gotico.

In questi mesi si è instaurata una virtuosa sinergia e collaborazione tra il Seminario Gregoriano – con capofila il rettore, mons. Giorgio Lise, – la Diocesi, i comuni di Belluno e di Feltre, l’Istituto di Scienze Religiose “Giovanni Paolo I”, il Museo diocesano, il Liceo Lollino e l’associazione culturale Campedel, collaborazione che ha come obiettivo la valorizzazione dell’importante codice dantesco tramite un calendario di eventi rivolto non solo agli addetti ai lavori ma a tutta la popolazione. In questi tempi diventa fondamentale la strategia del gioco di squadra e del fare rete nella promozione del patrimonio culturale del territorio: per Jacopo De Pasquale, referente delle due biblioteche storiche, “l’intento è far rinascere in ognuno di noi la speranza di un domani migliore e più rassicurante. È questo il ruolo che le biblioteche devono avere oggi: non semplici istituti di conservazione ma veri e propri centri di resistenza culturale, luoghi di scambio, di condivisione e di speranza, vere e proprie piazze del sapere”.

Protagonista della rassegna bellunese è la Divina Commedia della Biblioteca Lolliniana. Si tratta di un manoscritto su pergamena che appartiene alla famiglia dei cosiddetti “Danti del Cento”, una sezione assai ricca di manoscritti prodotti a Firenze pochi anni dopo la morte del Poeta, tra la fine degli anni Trenta e la metà del secolo XIV, caratterizzati da una omogeneità grafica e codicologica. All’inizio la realizzazione di tale gruppo di manoscritti si assegnava al copista fiorentino Francesco di ser Nardo da Barberino ma gli studi successivi hanno riconosciuto la presenza di mani distinte di copisti operanti in un’attiva officina scrittoria di Firenze avviata e gestita molto probabilmente proprio da tale Francesco. Il codice lolliniano, all’interno di tale rinomata produzione seriale fiorentina, si configura come una delle più antiche testimonianze della vulgata dantesca. I visitatori potranno ammirare l’elegante scrittura gotica libraria e la decorazione del testo tramite semplici miniature, che impreziosiscono e nobilitano il codice e – per dirla con Dante – fanno «ridere le carte». L’apparato ornamentale del Dante bellunese è essenziale e si limita ai frontespizi delle tre cantiche: presenta i tre preziosi capilettera miniati in tempera e foglia d’oro, abitati da figure, e un raffinato fregio vegetale policromo, costituito da foglie, girali, bottoncini dorati e uno scudo di semplice fondo azzurro, che incornicia lo specchio di scrittura. Un ornato più semplice, con arabeschi rossi e azzurri, è riservato alle iniziali dei singoli canti.

La mostra resterà aperta fino al 18 luglio con il seguente orario: i sabati e le domeniche dalle 14:30 alle 18, i lunedì dalle 9:30 alle 12. L’ingresso è dalla porta del chiostro gotico sul sagrato della chiesa di San Pietro. Prenotazione obbligatoria all’indirizzo mail bibliotecagregoriana@chiesabellunofeltre.it.

Giorgio Reolon


In un’intervista di Luigi Guglielmi, il senso della mostra è illustrato da don Giorgio Lise, rettore del Seminario, e da Jacopo De Pasquale, referente della Biblioteca Gregoriana di Belluno. La mostra diviene l’occasione per conoscere meglio i luoghi e la ricchezza culturale del Seminario Gregoriano di Belluno, con i due chiostri, le due biblioteche (Gregoriana e Capitolare Lolliniana), le scuole. In particolare nell’intervista sono ricordate le figure di don Giovanni Unterberger e don Elio Larese, vittime della pandemia, che per il Seminario Gregoriano di Belluno sono state colonne portanti. La versione scritta dell’intervista sarà ripresa sul prossimo numero dell’Amico del Popolo.