Venerdì 23 dicembre, nella chiesa di san Rocco a Belluno

Effetto di controluce

Un momento di preghiera comune per i dipendenti della Curia e del Centro Giovanni XXIII

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«Il nostro scambio di auguri di questo giorno susciti in noi il desiderio di gustare, ora e sempre, la presenza gloriosa di Cristo salvatore». È la preghiera che, nella tarda mattinata di venerdì 23 dicembre, nella chiesa di san Rocco a Belluno, ha aperto l’incontro dei collaboratori e dei dipendenti della Curia diocesana e del Centro Giovanni XXIII. Certo, non dovrebbe essere una notizia il fatto che vadano in chiesa persone appartenenti a questo contesto. Eppure non è usuale neanche per loro trovarsi tutti insieme, a condividere un momento di preghiera, per «gustare la presenza di Cristo» e motivare la propria partecipazione alla vita ecclesiale.

Nel pensiero offerto ai presenti, il vescovo Renato ha preso spunto da due domande che gli sono state poste da un giornalista, per una pagina prossima a uscire su un quotidiano locale: «Augurare un Natale di gioia, oggi, come fa lei, non è essere fuori del mondo? Come convincerebbe i lavoratori precari a cui non viene rinnovato il contratto che non devono preoccuparsi ed essere tristi?». Il Vescovo ha voluto ricordare anche l’uomo di 44 anni, residente a Roe di Sedico e amico di uno dei presenti, che è tragicamente morto mercoledì scorso sulla falesia di Podenzoi. E ha commentato: «Noi non vogliamo prendere le distanze dalla faticosa realtà del dolore: il dolore c’è, come c’è anche la morte. Ma cerchiamo di guardare il dolore e la morte in un effetto di controluce. È questo effetto di controluce, quello che porta Gesù».

Ha poi commentato il brano del vangelo che il calendario liturgico assegnava alla giornata, ossia il racconto della nascita del Battista. «È il racconto di Elisabetta, una donna sterile che Dio coinvolge nella sua storia. È la storia di Zaccaria, che non capisce la sorpresa di Dio. Ma il Signore entra anche in queste situazioni della vita». L’invito che ne viene anche a noi è di lasciarsi stupire da Dio, come in quell’antica occasione – come dice il Vangelo – «tutti furono meravigliati», anche per la scelta del nome del neonato, sul quale si chiedevano: «Che sarà mai questo bambino?». Zaccaria infine, dopo mesi vissuti nel mutismo, finalmente loda Dio. È l’augurio che il Vescovo ha fatto ai presenti: «Possa anche la nostra diocesi trovare la forza e le occasioni di parlare, benedicendo Dio».

Alla preghiera è seguito un breve momento di convivialità nei locali del Centro Giovanni XXIII, per lo scambio di auguri. [DF]