Lunedì 15 agosto, nella solennità dell'Assunzione di Maria

Giornata del Seminario 2022

Scrive il Rettore: «La nostra preghiera in questa Giornata ha il dolce e intenso sapore della gratitudine»

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Carissimi,

siamo arrivati anche quest’anno all’appuntamento con la Giornata per il Seminario. Quando si parla del Seminario andiamo tutti con il pensiero ad un luogo che per secoli ha preparato nella nostra diocesi sacerdoti a servizio della Chiesa e del popolo di Dio. Sacerdoti che si sono distinti per fede, per cultura, per condivisione della storia delle proprie comunità, preoccupandosi insieme della salvezza spirituale dei fedeli ma anche della loro promozione umana e sociale. Tra l’altro, celebriamo in quest’anno i 150 anni dalla fondazione della prima Latteria cooperativa d’Italia voluta e realizzata a Canale d’Agordo da uno dei grandi sacerdoti della nostra diocesi: l’agordino don Antonio Della Lucia. Ovviamente non possiamo dimenticare tra gli “ospiti” di questo Seminario il futuro beato, Albino Luciani. Ma ciascuno di noi ha nel suo cuore e nei suoi ricordi figure luminose di sacerdoti, docenti ma anche fratelli e padri spirituali.

Dunque la nostra preghiera in questa Giornata ha il dolce e intenso sapore della gratitudine per quello che il Seminario è stato per la nostra Chiesa locale, grazie in particolare alle persone che ne hanno curato la vita.

Ora, questa Istituzione ha modificato il suo modo di essere presente nella vita della nostra Chiesa, a causa del trasferimento di coloro che si preparano al sacerdozio: da qualche anno li accoglie, come sappiamo, il Seminario arcivescovile di Trento, dove vivono un’esperienza più ampia e certamente arricchente, in vista del loro ministero.

Posso però assicurare, pur nella mia breve esperienza di due anni e mezzo, che il Seminario è ancora avvertito come una voce potente: e mentre ci richiama il tempo passato, invita a guardare con sguardo nuovo al futuro. Oggi il Seminario sembra dirci: non si sentono le voci giovanili e chiassose dei nostri ragazzi, anche se continuano – gioiose e speriamo sempre più numerose – quelle dei ragazzi e ragazze del Liceo Lollino. Tuttavia, si può certamente essere sempre affascinati dal linguaggio inconfondibile e universale – mai venuto meno – della cultura, dell’arte, dell’esperienza di vita, del richiamo alla fede. Se un tempo il Seminario accoglieva giovani per farli crescere umanamente, culturalmente e soprattutto in preparazione al ministero sacerdotale, ora si prepara ad accogliere chi, non più in grado di sostenere la fatica pastorale diretta, desidera condividere in una comunità la propria vita, offrendo presenza ed eventuali servizi pastorali che vengano richiesti. E per questa finalità il Seminario sta ora cercando di attrezzarsi e di adeguarsi.

Del resto, credo possa far bene, anche dal punto di vista psicologico, tornare in un luogo che indubbiamente è stato altamente positivo per tutti, al di là di qualche perplessità che può nascere da ricordi di un passato in cui lo stile di vita era profondamente diverso. E mi piace pensare che il ritorno in Seminario da parte di sacerdoti con alle spalle un ricco bagaglio di esperienza pastorale, sia quasi una “restituzione evangelica” di talenti ricevuti e fatti fruttare nel corso della propria vita sacerdotale.

Credo allora che valga la pena aiutare il Seminario generosamente in questa opera di trasformazione che, sono certo, lo vedrà in futuro, così come è sempre stato, il “cuore della diocesi”. Sostenerlo anche economicamente, sarà il segno che lo riteniamo davvero ancora palpitante e vivo.

Grazie per la vostra generosità che sono certo sarà accompagnata come sempre dalla preghiera per le vocazioni. Una preghiera carica di tanta fiducia, come ricorda il “nostro” Albino Luciani, allora Vescovo di Vittorio veneto, in un suo appello per le vocazioni:

Dio è colui che chiama. E la parola, con la quale chiama, non è debole, impotente e vuota; è potente, carica di grazia, accompagnata da doni; la parola che esce dalla mia bocca – ha detto il Signore – non tornerà a me senza effetto, ma anzi opererà quanto piace a me e otterrà lo scopo per cui l’ho mandata… è come la pioggia o la neve che, discese da cielo, irrigano la terra, la fecondano e fanno germogliare (Opera omnia III, 293).

Con viva cordialità e animo grato.

Belluno, 4 agosto 2022
Memora del Santo Curato d’Ars

mons. Giorgio Lise, rettore