Sabato 17 giugno, il vescovo Renato ha presieduto, presso il Santuario del Nevegal, la celebrazione che ha caratterizzato la mattinata del Raduno triveneto degli Alpini in corso a Belluno. Di fronte a un’assemblea affollata da tante penne nere, il Vescovo ha ricordato che il territorio montano di Belluno è fortemente intrecciato con ciò che hanno fatto e vissuto gli Alpini, ringraziandoli sentitamente per quello che sono stati in passato e per quello che ancora oggi sono.
Nessuno è soltanto un individuo – ha sottolineato il Vescovo – perché siamo anche tutto ciò che è intorno a noi e ci chiama ad essere solidali e gli Alpini in questo sono una vera scuola, da ringraziare, perché sanno farsi carico di ciò che succede e si mettono all’opera facendo tutto il possibile.
Il Vescovo ha poi ricordato che oggi la liturgia festeggia il cuore di Maria, che ieri ha celebrato il cuore di Gesù e quindici giorni fa il cuore di Dio (cioè la Trinità). Cuore di Dio vuol dire storia d’amore verso l’umanità e parlare del cuore di Gesù significa raccontare di colui che cura, del buon samaritano, del buon pastore, dell’amico, di chi che si è fatto carico di tutta la nostra umanità. Il riferimento al cuore è un richiamo potente e gli Alpini sono cuore, cioè passione, desiderio, volontà, scelta d’amore.
È fondamentale essere cuore – ha fatto presente ancora il Vescovo – e questo sia il nostro desiderio di fronte a una umanità ferita, oggi provata anche da una guerra inconcepibile e inaccettabile. E se ci sono motivi di smarrimento e difficoltà – ha esortato – facciamo come Maria che custodiva nel suo cuore tutto ciò che accadeva, con fiducia in Gesù salvatore e nel suo Vangelo [CA].