In occasione del raduno triveneto degli Alpini

Grazie agli alpini per il loro «essere cuore»

Il Vescovo elogia la loro capacità di farsi carico delle necessità, di mettersi all’opera, di fare quanto possibile

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Sabato 17 giugno, il vescovo Renato ha presieduto, presso il Santuario del Nevegal, la celebrazione che ha caratterizzato la mattinata del Raduno triveneto degli Alpini in corso a Belluno. Di fronte a un’assemblea affollata da tante penne nere, il Vescovo ha ricordato che il territorio montano di Belluno è fortemente intrecciato con ciò che hanno fatto e vissuto gli Alpini, ringraziandoli sentitamente per quello che sono stati in passato e per quello che ancora oggi sono.

Nessuno è soltanto un individuo – ha sottolineato il Vescovo – perché siamo anche tutto ciò che è intorno a noi e ci chiama ad essere solidali e gli Alpini in questo sono una vera scuola, da ringraziare, perché sanno farsi carico di ciò che succede e si mettono all’opera facendo tutto il possibile.

Il Vescovo ha poi ricordato che oggi la liturgia festeggia il cuore di Maria, che ieri ha celebrato il cuore di Gesù e quindici giorni fa il cuore di Dio (cioè la Trinità). Cuore di Dio vuol dire storia d’amore verso l’umanità e parlare del cuore di Gesù significa raccontare di colui che cura, del buon samaritano, del buon pastore, dell’amico, di chi che si è fatto carico di tutta la nostra umanità. Il riferimento al cuore è un richiamo potente e gli Alpini sono cuore, cioè passione, desiderio, volontà, scelta d’amore.

È fondamentale essere cuore – ha fatto presente ancora il Vescovo – e questo sia il nostro desiderio di fronte a una umanità ferita, oggi provata anche da una guerra inconcepibile e inaccettabile. E se ci sono motivi di smarrimento e difficoltà – ha esortato – facciamo come Maria che custodiva nel suo cuore tutto ciò che accadeva, con fiducia in Gesù salvatore e nel suo Vangelo [CA].