Nella mattinata del 31 gennaio 2023

Il cammino diventa grande

Un nuovo Protocollo d’intesa per la gestione, lo sviluppo e la promozione del “Cammino delle Dolomiti”

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L’idea nacque in una chiacchierata tra amici nella primavera del 2004, negli ultimi giorni di vita dell’indimenticato vescovo Vincenzo Savio. Cominciò a diventare realtà nella primavera successiva e così possiamo dire che nel 2023 il Cammino delle Dolomiti raggiunge la maggiore età. È uno spunto emerso durante un’affollata conferenza stampa, convocata nella mattinata del 31 gennaio 2023 presso la Curia di Belluno, per la firma ufficiale del «Protocollo d’intesa per la gestione, lo sviluppo e la promozione del “Cammino delle Dolomiti”».

È un percorso di oltre 500 chilometri che ha il suo punto di partenza e di arrivo nel Santuario dei santi Vittore e Corona alle porte di Feltre e abbraccia l’intero territorio provinciale: «Si cammina di fronte a panorami grandiosi, nel silenzio e nella pace, attraversando i villaggi dove l’uomo ancora presidia la montagna, dove le chiese, i “capitelli” e i crocifissi di legno parlano di una fede millenaria. Il territorio della provincia di Belluno è splendido e ancora in gran parte intatto». È un’idea ispirata al cammino di Santiago e quindi «non è, semplicemente, un modo di fare trekking, ma va ben oltre», come è viene precisato sul nuovo sito che lo ha rilanciato. È stato ideato per favorire il dialogo e la meditazione, attraverso la fatica del camminare su percorsi poco battuti, nell’incontro con la storia, la spiritualità, la cultura, l’arte delle chiesette alpine, il contatto con la popolazione della provincia, nel contesto dello straordinario ambiente delle Dolomiti, riconosciute dall’Unesco “Patrimonio dell’Umanità”.

Prima della sottoscrizione del protocollo, il vescovo Renato ha ricordato come tutto il territorio diocesano sia intrecciato al cammino, in una “casa comune” di cui si fa esperienza sui sentieri. «Il Cammino delle Dolomiti nasceva da un’esperienza di Chiesa in sinodo» e infatti trovò da subito tutte le necessarie collaborazioni, con il coinvolgimento del volontariato e delle istituzioni, come anche degli organi di comunicazione, che hanno sempre prestato attenzione ai temi proposti. «È questo un tempo non facile, ma proprio in questo tempo si avverte forte il bisogno di camminare», secondo un modello di turismo sostenibile che si sta facendo strada su tutto il territorio italiano.

Nel 2010 era già stato siglato un protocollo che regolava i rapporti tra la Diocesi di Belluno-Feltre e la Provincia di Belluno per la gestione del progetto, che nel frattempo, l’11 marzo 2009, a Evian (Francia), era stato premiato dalla Conferenza delle Alpi come miglior prodotto turistico innovativo italiano. Ma ora – considerate le mutate competenze istituzionali – si è avvertita la necessità di addivenire a un nuovo protocollo, nel quale è stata convolto anche il Consorzio DMO Dolomiti (Destination Management Organization, ossia Organizzazione di Gestione della Destinazione), cioè dell’Ente riconosciuto dalla Regione Veneto, per la promozione, lo sviluppo e l’incremento del turismo nel territorio provinciale.

L’amministratrice unica della DMO, Alessandra Magagnin, ha ricordato come stiamo vivendo un momento storico particolare, in cui molte persone si sono avvicinate al cammino, alla sua proposta interiore che proietta il camminatore in una provincia che è ancora autentica, fatta di montagne, colline, da torrenti e dal Piave. Pertanto, «come DMO, promuoveremo il Cammino delle Dolomiti con ogni mezzo in Italia e all’estero, a cominciare dall’ormai prossima Borsa Internazionale del Turismo», in programma a Milano dal 12 al 14 febbraio. Il nuovo sito del Cammino «sarà integrato nel nuovo sito della DMO e sarà un’attrazione fondamentale per il territorio con la ricaduta economica per le attività economiche».

Infine il presidente Roberto Padrin ha ricordato la volontà di «rafforzare la sinergia tra diocesi e provincia». Da parte sua, la Provincia si accolla l’onere di curare la segnaletica, ma anche di coinvolgere gli enti locali, le Unioni montane e i Comuni, per la manutenzione dei sentieri.

È stato ricordato anche l’impegno profuso da Alessandra Cinti e da Stefano Perale per preparare la firma del protocollo; da Cesare Lasen e dagli scout del Masci per la verifica dei sentieri, tanto più necessaria dopo la devastazione della tempesta Vaia del 2018; è stata ricordata la coraggiosa iniziativa editoriale della Tabacco, che ha pubblicato una mappa del Cammino e ne ha inserito il logo in tutte le cartine interessate dal percorso.

Sollecitato da un giornalista che ha ricordato la recente beatificazione di papa Giovanni Paolo I, il Vescovo ha concluso osservando che «il Cammino delle Dolomiti nasce dal sinodo diocesano, in una percezione di Chiesa che è coinvolta con il suo territorio». Il Cammino tocca anche le piccole comunità e le rilancia, come turismo di prossimità. «La figura di papa Luciani corrisponde allo stile del cammino, anche nei suoi momenti di fatica e di difficoltà. Abbiamo vissuto la beatificazione come una promessa aperta e un punto di rilancio, non come un punto di arrivo. Non è un caso che nell’ultimo anno i luoghi di papa Luciani siano stati riscoperti». Non è un caso che il suo paese natale e il Centro Papa Luciani di Col Cumano siano sedi di tappa. [DF]