La prima domenica di Avvento, lo scorso 3 dicembre 2023, ha segnato l’inizio non solo del nuovo anno liturgico, ma anche di quel periodo che precede la celebrazione del Natale del Signore chiamato, appunto, “Avvento”.
Origine storica
La presenza di questo tempo è legata alla celebrazione della Natività, iniziata a Roma nel secolo IV. Un’attenzione alla preparazione del Natale si ha prima in Gallia e in Spagna e quindi a Roma, ma solo nel secolo VI. Da notare anche un’impostazione del calendario simile a quella della Quaresima, con un atteggiamento penitenziale richiamato in particolare dal colore viola dei paramenti liturgici. L’espressione guida: «Andiamo con gioia incontro al Signore», non si lega bene con questo colore. Nessuna variazione è stata fatta nelle ultime riforme in relazione all’anno liturgico.
Significato teologico dell’Avvento
La teologia dell’Avvento ruota attorno a due prospettive principali. Da una parte con il termine “adventus” (venuta, arrivo) si è inteso indicare la celebrazione nel mistero di fede della prima venuta del Signore; d’altra parte designa anche la seconda venuta alla fine dei tempi. Questo secondo aspetto è presente soprattutto nella prima parte. Il Tempo di Avvento ha quindi una doppia caratteristica: è tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente è il tempo in cui lo spirito dei fedeli viene guidato all’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi. Questa lettura è ben sintetizzata dalle parole di uno dei Prefazi proposti dal messale Romano per questo periodo:
“Al suo primo avvento nell’umiltà della condizione umana egli portò a compimento la promessa antica e ci aprì la via dell’eterna salvezza. Quando verrà di nuovo nello splendore della gloria, ci chiamerà a possedere il regno promesso che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa» (Prefazio dell’Avvento I).
Una lettura di questo tempo è richiamata anche dall’espressione con la quale si caratterizza questo periodo “tempo dell’attesa”.
La Liturgia della Parola domenicale nell’Avvento
In riferimento a questi aspetti è stata costruita la Liturgia della Parola delle prossime domeniche. Le letture del Vangelo hanno nelle singole domeniche una loro caratteristica propria: si riferiscono alla venuta del Signore alla fine dei tempi (I domenica), a Giovanni Battista (Il e III domenica); agli antefatti immediati della nascita del Signore (IV domenica). Così la spiritualità del cristiano è orientata nelle diverse prospettive. La prima domenica richiama “la gloriosa venuta di Cristo”, ricordandoci che la fine dei tempi sarà per noi il momento della conclusione della nostra esistenza terrena con l’invito a essere “vigilanti” per incontrare il Signore. Con la figura di Giovanni Battista c’è il richiamo all’accoglienza quotidiana del Cristo, con la conversione del cuore che gli prepara la strada dell’incontro. Nell’ultima domenica si prepara l’evento della Natività.
Le letture dell’Antico Testamento sono profezie sul Messia e sul tempo messianico, tratte soprattutto dal libro di Isaia. Le letture dell’Apostolo contengono esortazioni e annunzi, in armonia con le caratteristiche di questo tempo.
Liturgia della Parola nelle ferie di Avvento
Il lezionario feriale per il tempo di Avvento (Lezionario feriale – Tempi forti) ha due parti distinte. La prima è quella dall’inizio del tempo fino al 16 dicembre. Le due letture previste presentano il regno messianico con i suoi segni e le sue caratteristiche. L’altra parte riguarda i giorni dal 17 al 24 dicembre, vigilia di Natale.
L’obiettivo è quello di una preparazione particolare al Natale. Dall’Antico Testamento e dal Vangelo vengono presentate le diverse annunciazioni e, soprattutto, l’attuazione in Cristo delle promesse davidiche.
I segni dell’Avvento
Come noto ai lettori diversi segni, divenuti anche tradizioni popolari, richiamano il Tempo dell’Avvento, tra gli altri la “corona dell’Avvento” e il “calendario dell’Avvento”. Vivendoli nella quotidianità sarà importante, nella prospettiva della fede cristiana, mantenerli legati al loro originario riferimento: il Natale del Signore Gesù.
Giuliano Follin