San Giovanni apre il suo Vangelo andando oltre alla cronaca della nascita di Gesù come invece ce la raccontano Matteo e Luca. «In principio». È la prima parola della Bibbia, contenuta nel libro della Genesi. Dio dal nulla creò il cielo e la terra. La prima di tutte le sue creature fu la luce. Dio disse: “sia la luce, e la luce cominciò ad esistere. Fu sera e fu mattina: primo giorno”. Ogni nascita per noi segna l’inizio della vita. È la data che celebriamo ogni anno per ringraziare per il dono della vita, nostra e delle persone che amiamo.
Giovanni ci dice che la nascita di Cristo a Betlemme è un inizio nella storia, nel susseguirsi del tempo e degli anni. Ma che fin dall’inizio era presso Dio, e che anche la Luce che ha illuminato il mondo è stata formata attraverso di Lui.
Siamo invitati ad andare oltre le immagini del nostro presepe, andare al di là della semplice rappresentazione di una scena a volta romantica e artisticamente bella, andare oltre quella nascita fisica, per riflettere e meditare su chi sia davvero quel Bambino. Il Figlio di Dio, Eterno con Lui da prima che il tempo e il mondo venissero all’esistenza. Quel Bambino è Dio stesso che si è fatto uno di noi.
In queste righe così profonde, e anche così impegnative di san Giovanni, troviamo la vicenda umana e divina di Gesù. Egli è la luce che illumina il mondo. Alla sua Luce noi vediamo e riconosciamo la Luce di Dio.
Ci sono alcuni bellissimi quadri, che ci raccontano la nascita di Gesù, ambientati in una notte buia e scura. I bordi del quadro sono tutti neri, scuri. Al centro il bambino Gesù con la Madre piegata sopra di Lui. Accanto una lanterna, portata dai pastori. Ma la sorgente di luce che illumina volti, abiti, oggetti, non è quella della lampada, ma proviene dal Bambino appena nato. È luce che anticipa quella della Trasfigurazione, in cui Gesù emana una luce splendida, in cui anche i suoi abiti diventano bianchissimi, pur in pieno giorno. Una luce più forte di quella del Sole. È la luce delle parole del Vangelo che ancora oggi sono lampada al nostro cammino. È la luce del mattino di Pasqua che squarcia le tenebre del sepolcro. È la Luce che vince il peccato e il dubbio degli apostoli. Che consola il pianto della Maddalena. Quella piccola fiamma del cero pasquale che entrando nella chiesa buia dopo il venerdì Santo è capace di diffondere la sua luce sul volto dei circostanti, e che mano a mano che avanza dona luce a chi protende la sua candela spenta affinché possa a sua volta diventare luce che illumina il mondo!
Il mondo cerca in ogni modo di sopraffare la Luce di Cristo. Quando diciamo che gli uomini non sono capaci di vivere secondo gli insegnamenti di Cristo. Quando pensiamo che Dio abbia altro da fare che ascoltare le nostre preghiere. Quando ci convinciamo che i nostri sbagli, errori, peccati possano spegnere l’Amore di Dio nei nostri confronti. Quando riduciamo il Vangelo e gli insegnamenti del Cristo a consigli pratici per una vita buona, come se Egli fosse soltanto un consigliere spirituale e non il Redentore, colui che ci libera definitivamente dalla paura della morte, e che anche nella sofferenza, nel fallimento e nella disperazione siamo per Lui così preziosi tanto da venire Lui in questo mondo per dimostrarcelo nascendo in povertà.
«Noi siamo oggetto da parte di Dio di un Amore intramontabile: Egli ci ama con amore di padre, più ancora con amore di madre»: ci ha detto il nostro don Albino, presto Beato. Lasciamoci prendere per mano anche da lui in questo anno che comincia, chiediamogli che ci aiuti nella semplicità e nell’umiltà a fidarci di Dio, a lasciarci illuminare dalla Luce della sua Parola, del suo amore, per donare Luce e Amore a coloro che Egli metterà sul nostro cammino.