Iniziano gli incontri di preparazione

La Chiesa di Dio è convocata in Sinodo

Ciò che è avviato per la Chiesa universale coinvolge tutte le diocesi del mondo, anche la nostra

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«La Chiesa di Dio è convocata in Sinodo»: così nel settembre scorso si apriva il documento ufficiale della Santa Sede. Dopo la solenne apertura universale, celebrata a Roma il 9-10 ottobre scorso, dopo l’apertura diocesana del 17 ottobre scorso, ora si entra nel vivo. Commentando questi primi passi di cammino, il segretario del Sinodo, card. Mario Grech, ha riconosciuto che «si tratta di una decisione di portata enorme, di cui non siamo ancora in grado di misurare gli esiti e le conseguenze». C’è coscienza – ma sembra quasi santa “incoscienza”! – del fatto che a guidare il cammino non dovranno essere segreterie e commissioni di esperti, ma lo Spirito Santo. Con il Motu proprio “Episcopalis communio” del 2018, papa Francesco ha stabilito che il Sinodo dei Vescovi debba diventare «uno strumento privilegiato di ascolto del Popolo di Dio: dallo Spirito Santo per i Padri sinodali chiediamo, innanzitutto, il dono dell’ascolto: ascolto di Dio, fino a sentire con Lui il grido del Popolo; ascolto del Popolo, fino a respirarvi la volontà a cui Dio ci chiama».

Ciò che è avviato per la Chiesa universale coinvolge anche le Chiese locali, tutte le diocesi del mondo, nelle quali – dice lo stesso documento – «il Vescovo è contemporaneamente maestro e discepolo […] è discepolo quando, sapendo che lo Spirito è elargito a ogni battezzato, si pone in ascolto della voce di Cristo che parla attraverso l’intero Popolo di Dio». E ancora: «Un Vescovo che vive in mezzo ai suoi fedeli ha le orecchie aperte per ascoltare “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” (Ap 2, 7) e la “voce delle pecore”».

Ora anche la nostra diocesi può far sentire la propria voce in tale contesto sinodale. Passato il tempo di Natale, ci stiamo preparando, perché – come ha profeticamente indicato il Papa – questo «è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio». In queste settimane il Vescovo – insieme ai due referenti diocesani che ha designato, Giulia De Pra e don Davide Fiocco – sta incontrando i parroci e i vicepresidenti dei Consigli pastorali parrocchiali, per prospettare le modalità con cui la nostra diocesi aderirà a questa consultazione. Sarà un “camminare insieme” alla Chiesa universale e, di seguito, con le altre diocesi italiane, visto che questo appello sta spingendo anche le 227 comunità diocesane della Penisola lungo il “cammino sinodale delle Chiese in Italia”, che si prolungherà fino al 2025.

Non si tratterà di costituire cose nuove, ma di darsi un tempo per vivere quella che è stata indicata come “conversazione spirituale”. I gruppi sinodali non saranno talk-show o dibattiti, ma un’esperienza di ascolto spirituale, perché scopo del Sinodo «non è produrre documenti, ma far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni»: così ha suggerito il Papa. Sperando in un miglioramento della situazione sanitaria, questo tempo è previsto dopo la metà di febbraio e coinvolgerà anzitutto i gruppi già esistenti in parrocchia, a cominciare dai consigli pastorali; in un secondo momento, verosimilmente tra marzo e la Settimana santa, l’esperienza sarà aperta, con la speranza di poter ascoltare anche le voci di chi non frequenta canoniche e sacristie. Questa consultazione convergerà in una sintesi, che il vescovo Renato porterà all’assemblea della CEI di maggio; dopo un passaggio nelle Conferenze episcopali continentali, arriverà al Sinodo dei vescovi dell’ottobre 2023.

Di che cosa parleremo in questi “gruppi sinodali”? Questo sarà un sinodo… sulla sinodalità: curiosa “tautologia”! La segreteria centrale ha proposto un interrogativo fondamentale: «Una Chiesa sinodale, annunciando il Vangelo, “cammina insieme”: come questo “camminare insieme” si realizza oggi nella vostra Chiesa particolare? Quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere nel nostro “camminare insieme”?». Non mancheranno i sussidi per declinare questa domanda nelle realtà locali.

Ora è importante avviare questa esperienza senz’ansia. Sostanzialmente la proposta impegna a un solo incontro, novanta minuti di vita donati a sé e agli altri. Data la risonanza “calcistica”, ne viene l’invito ad essere… della partita. Il 29 settembre scorso i vescovi italiani hanno formulato così l’invito: «Abbiamo bisogno oggi di rallentare il passo, di mettere da parte l’ansia per le cose da fare, rendendoci più prossimi. Siamo custodi, infatti, gli uni degli altri e vogliamo andare oltre le logiche accomodanti del “si è sempre fatto così”, seguendo il pressante appello di Papa Francesco che, fin dall’esordio del suo servizio, invita a “camminare, costruire, confessare”. La crisi sanitaria ha rivelato che le vicende di ciascuno si intrecciano con quelle degli altri e si sviluppano insieme ad esse».