Dall’anno scorso, per volontà di Papa Francesco, la celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù, finora tradizionalmente coincidente con la domenica delle Palme, è stata spostata alla solennità che chiude l’anno liturgico, Cristo Re dell’Universo: in questo 2022 il prossimo 20 novembre. La scelta non è casuale ma effonda le sue radici storiche nel primo evento che avviò, ormai quasi quarant’anni fa, questa grande esperienza. Era il 1984 e, proprio nel giorno di Cristo Re, Giovanni Paolo II annunciava la prossima celebrazione della GMG per l’estate successiva. «In questa festa […] – egli disse – la Chiesa proclama il Regno di Cristo, già presente, ma ancora in misteriosa crescita verso la sua piena manifestazione. Della dinamica del Regno di Dio voi giovani siete insostituibili portatori, speranza della Chiesa e del mondo». L’annuncio del Regno di Dio, che Cristo ha instaurato con la sua parola e con il suo esempio, è dunque il centro dell’annuncio rivolto ad ogni giovane: accoglierlo e viverlo è futuro, per la Chiesa intera!
Arriviamo dunque alla celebrazione di quest’anno. Anche se ci orienta in modo particolare il cammino di preparazione a Lisbona – la cui laboriosa macchina organizzativa è già stata avviata – non è inutile discostarci un attimo dalla straordinarietà di questo evento celebrativo (avvalorato anche dal fatto di trovare luogo dopo la pandemia) per soffermarci sull’ordinarietà di una giornata che pone al centro di ogni Chiesa particolare il tema dei giovani. Più che un tema, una vera questione! Attraverso la preghiera e qualche spunto di riflessione è opportuno allora soffermarci su questo aspetto non certo marginale ma esistenziale per le nostre comunità. In questo senso il tema del Messaggio che il Papa invia quest’anno ci aiuta portando alla nostra attenzione l’icona biblica della Visitazione, in cui Maria si alza in fretta per andare incontro alla cugina Elisabetta. Le considerazioni contenute nel testo papale sono chiaramente rivolte ai giovani ma ogni credente, ogni comunità, può trovare al suo interno motivi per riflettere. “Alzarsi” è verbo prettamente pasquale: significa – afferma il messaggio – “sperimentare la presenza di Cristo risorto nella propria vita, incontrarlo “vivo”, è la gioia spirituale più grande, un’esplosione di luce che non può lasciare “fermo” nessuno. Mette subito in movimento e spinge a portare agli altri questa notizia, a testimoniare la gioia di questo incontro”. Un invito dunque a non rimanere imprigionati nelle proprie reti di pregiudizio o di morte – e quanto disfattismo pervade il tema “giovani”, in special modo nei nostri ambienti…- per liberare vita, per sperimentare, con immaginazione, la bellezza creativa di credere (T. Radcliffe). Lo stile dell’andare di Maria – in fretta – rappresenterebbe bene un modo di vivere l’esistenza proprio della nostra contemporaneità in cui sembra che il tempo non basti mai, consumando nella superficialità ogni cosa. C’è tuttavia una fretta “buona” che non ci lascia isolati ma che anzi ci permette di aprirci all’ascolto, vero e profondo, di chi ci sta accanto. È la fretta di chi non si arrende. Continua il messaggio: “È tempo di ripartire in fretta verso incontri concreti, verso una reale accoglienza di chi è diverso da noi, come accadde tra la giovane Maria e l’anziana Elisabetta. Solo così supereremo le distanze – tra generazioni, tra classi sociali, tra etnie, tra gruppi e categorie di ogni genere – e anche le guerre. I giovani sono sempre speranza di una nuova unità per l’umanità frammentata e divisa”. Una “fretta buona” dunque, che si apre alla speranza e muove le nostre comunità alla novità sempre generativa del Vangelo.
Alla luce di questo messaggio, come vivere la giornata in Diocesi? Certamente il periodo e tanti fattori contingenti non permettono grandi raduni o iniziative straordinarie. Forse non ne è più il tempo. Un segno concreto è comunque la due giorni che si svolgerà a Fusine di Zoldo nel fine settimana 19-20 che porta l’evocativo titolo “Il ritorno del Re” nasce nella proficua collaborazione con l’Azione Cattolica giovani. A tutte le comunità è rivolto poi l’invito di pregare per i giovani attraverso delle intenzioni predisposte dall’Ufficio e, a tutti coloro che desiderano, rimane l’invito a prendere parte all’esperienza di Lisbona, qui davvero la fretta c’è, almeno quella di iscriversi per tempo!
Con la fretta buona della fiducia, buon cammino!
Don Roberto De Nardin