A cura di don Ezio Del Favero

La muraglia e le lacrime

La bambina divenne una signorina bella e gentile, felice di prendersi cura di entrambe le famiglie

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Al tempo in cui la Grande Muraglia cinese era in costruzione, due famiglie di montanari confinanti furono separate da essa: i Meng e i Jiang.

Le due famiglie, che non avevano figli, per suggellare la loro amicizia piantarono nei rispettivi cortili due semi di zucca, uno per ogni lato della muraglia. Lo scopo era che i semi una volta germogliati rampicassero su per il muro per poi trovarsi in cima.

Le piante crebbero, si riunirono sopra il muro e poi, in autunno, le due famiglie si accorsero che la loro unione aveva prodotto una zucca enorme.

I Meng e gli Jiang prima discussero di chi fosse la zucca, poi decisero di dividerla in parti eguali. Quando la aprirono, scoprirono al suo interno una graziosa bambina, che crebbero insieme come loro figlia e che chiamarono “Meng Jiang nü” (figlia di Meng e di Jiang). La bambina divenne una signorina bella e gentile, felice di prendersi cura di entrambe le famiglie.

Un giorno, mentre si trovava in giardino, la ragazza vide un giovane di bel aspetto nascosto tra i cespugli. Costui raccontò a lei e ai suoi: «Sono un intellettuale e temo di essere catturato dalle guardie dell’Imperatore per farmi lavorare alla costruzione della Grande Muraglia. Una volta catturato, rischio di essere sacrificato per un editto dell’Imperatore, convinto da un consigliere di dover immolare 10.000 operai per impedire il crollo di una parte della Muraglia!». La ragazza decise così di nascondere il giovane in un luogo segreto del giardino e, col tempo, i due s’innamorarono e decisero di sposarsi con il consenso delle famiglie adottive.

Tre giorni dopo il matrimonio, però, il giovane fu scoperto dalle guardie e catturato.

All’inizio della reclusione, il giovane fu costretto ai lavori forzati, partecipando alla costruzione di un pezzo della Grande Muraglia al Nord tra le montagne.

Da parte sua, la giovane sposa non perse la speranza e aspettò con ansia il ritorno del marito.

Tuttavia, all’inizio dell’inverno, non essendo lo sposo ancora tornato, la donna si mise a tessere dei vestiti pesanti in modo che il suo amato potesse ripararsi dal freddo e li portò nel luogo sulla Muraglia dove avrebbe dovuto trovarsi.

Dopo un lungo e difficile viaggio, scalando montagne e attraversando fiumi, raggiunse il luogo, ma lì le comunicarono la pessima notizia: «Durante la costruzione, il tuo sposo è deceduto a causa del duro lavoro e, come molti altri, è stato sepolto da qualche parte all’interno della Grande Muraglia».

La donna pianse affranta per tre giorni e tre notti, con tale disperazione che il Cielo ebbe pietà di lei e fece crollare il muro per circa 400 chilometri.

Tra le mura crollate, vi era anche il luogo in cui era stato sepolto il suo giovane sposo, cosicché la donna riuscì a ritrovare il corpo del suo innamorato.

Per ricordare “Meng Jiang nü” e il suo disperato dolore, più tardi, sul monte accanto alla Muraglia, fu costruito un tempio tutt’oggi visitabile…

______________________

 

La Parabola – raccolta in Cina – oltre che ricordare le difficili condizioni e i rischi affrontati dai costruttori della Grande Muraglia, parla della disperazione per la morte dei propri cari e del potere dell’amore. Le lacrime, però,  riescono ad abbattere persino la Grande Muraglia!

Il tempio di Mengjiangnu, costruito durante la dinastia Song (960-1279) sul Monte Fenghuang ai piedi della Muraglia, è tutt’oggi visibile e meta di numerosi pellegrini ammirati dall’amore e dallo spirito ribelle della giovane sposa della leggenda.

La storia della sposa (figlia di Meng e di Jiang), considerata uno dei quattro grandi racconti popolari della Cina, ha avuto molte versioni e si è sviluppata in tanti generi nel corso degli ultimi 2 millenni. La sua importanza nella cosmovisione della cultura orientale è inestimabile.

“Meng Jiang nü”, per la tragicità della sua vicenda amorosa e per il suo esemplare coraggio, è spesso ricordata anche nella poesia, nelle canzoni popolari e nelle opere teatrali.