«Vieni Spirito Santo riempi il cuore dei tuoi fedeli, accendi in essi il fuoco del tuo amore». È questa una delle espressioni-preghiera più conosciuta dai fedeli cristiani in relazione alla Pentecoste. È la solennità che oggi, nel calendario liturgico del dopo Concilio Vaticano II, chiude il tempo pasquale.
Origine della festa liturgica
Nel secolo IV è stato introdotto il criterio liturgico della distribuzione cronologica, che ha superato il concetto della Pasqua come un’unica grande domenica. Si sono così introdotto nel calendario liturgico due delle prime feste liturgiche cristiane distinte dalla Pasqua. Così alla celebrazione dell’Ascensione, quaranta giorni dopo la festa di Pasqua, si è aggiunta anche, al cinquantesimo giorno, quella della “discesa dello Spirito Santo”. Nella vigilia di questa festa era entrata l’abitudine di amministrare il Battesimo a coloro che non avevano potuto riceverlo nella notte di Pasqua. Si benediceva il fonte e si amministravano ai catecumeni il battesimo e la cresima. Il rito si concludeva con l’Eucaristia. Nei secoli VIII e IX la celebrazione venne anticipata al pomeriggio e in seguito al mattino. La riforma di Pio XII nel 1955 ha conservato solo la celebrazione della santa Messa. È stata abolita anche la celebrazione dell’ottava della festa, concludendo la celebrazione liturgica nella sera di Pentecoste. Si conclude così il tempo pasquale del calendario liturgico e inizia il tempo ordinario nella sua seconda parte.
Messa vespertina con la celebrazione vigilare prolungata
Nel Messale Romano in uso nella Chiesa cattolica di rito latino è sta introdotto una celebrazione particolare riservata alla Vigilia di Pentecoste. Accanto alla solita modalità della Liturgia della Parola, viene data la possibilità di leggere quattro testi dell’Antico Testamento. Il senso di questa celebrazione prolungata nella Vigilia è richiamato dalle parole suggerite dal Messale per il sacerdote celebrante:
«Fratelli carissimi, entrati nella vigilia di Pentecoste, sull’esempio degli apostoli e dei discepoli che con Maria, Madre di Gesù, perseveravano nella preghiera nell’attesa dello Spirito promesso dal Signore, ascoltiamo ora, con cuore disponibile, la parola di Dio. Meditiamo sulle opere realizzate da Dio per il suo popolo e preghiamo affinché lo Spirito Santo, che il Padre ha inviato ai credenti come anticipazione, porti a compimento la sua opera nel mondo».
Il Messale indica la lettura riportando titolo, versetti e relativo salmo responsoriale, e quindi propone il testo della preghiera-colletta in riferimento alla lettura stessa. Il celebrante può scegliere tra i due testi proposti. I testi biblici si trovano sul Lezionario festivo in uso. Dopo la quarta lettura c’è il canto del Gloria e la preghiera-colletta (una a scelta tra le tre proposte dal Messale). La Liturgia della Parola continua come il solito con la lettura dell’Epistola, un brano della lettera ai Romani, il canto al Vangelo e il Vangelo, Un brano in riferimento alla promessa di Gesù relativa allo Spirito Santo. Questi testi si trovano sul Lezionario festivo in uso. La Messa continua poi con il solito schema. I riti di conclusione propongono la solenne benedizione ed il saluto di congedo con l’aggiunta della acclamazione “Alleluia, alleluia”.
Messa del giorno di Pentecoste
La Liturgia della Parola della Messa del giorno propone come prima lettura il racconto dell’evento come riportato dagli Atti degli Apostoli, con il richiamo alla festa di Pentecoste presente allora nel calendario ebraico. Il dono dello Spirito effuso sugli Apostoli e Maria santissima nel cenacolo è manifestato dai segni esteriori del vento impetuoso, delle lingue di fuoco, della comprensione delle lingue e della prima manifestazione della Chiesa. La dimensione interiore-spirituale dell’evento richiama, come dono dello Spirito la remissione dei peccati e il formare un solo corpo, il Corpo di Cristo. La seconda lettura propone quest’anno, un brano dalla prima lettera dell’Apostolo Paolo ai cristiani di Corinto nel quale richiama la realtà, per chi è battezzato mediante lo Spirito, di essere tutti insieme l’unico Coro di Cristo. Il Vangelo riporta l’incontro di Gesù con i suoi la sera di Pasqua. Dopo il saluto “Pace a voi” Gesù annuncia il dono dello Spirito Santo: «Ricevete lo Spirito Santo…». Caratteristica della Liturgia del giorno di Pentecoste è la sequenza che si proclama dopo la seconda lettura. Quello proposto è un testo antico, che nel XIII secolo mise in forma poetica una serie di invocazioni che la comunità cristiana fin dai primi secoli innalzava allo Spirito Santo. La sequenza è ricca di prospettive teologiche e di immagini “vive” tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Sequenza aurea”: “Veni, sancte Spiritus… Vieni, Santo Spirito…”.
Giuliano Follin