La risurrezione di Gesù che cosa fa di noi? Dove essa può raggiungerci? In che cosa ci cambia?
Sono domande da lasciar affiorare in noi. Non significano “mancanza di fede”. Credere è come dissodare un terreno, inseminarlo, coltivarlo, anche correndo il rischio di lavorare invano e di perdere il seme. Essa non dà nulla per scontato e si apre a orizzonti di ricerca ulteriore.
La risurrezione di Gesù, che la Chiesa annuncia, fuoriesce dalle tenebre degli inferi. Non c’è male o inferno che la possa trattenere e soffocare. Non solo, la risurrezione di Gesù si dipana da ogni ferita e lacerazione della nostra umanità, di cui ha conosciuto, attraversandoli, il patire e il morire.
La sua rappresentazione nelle icone dell’Oriente cristiano è sorprendente: Gesù sceso negli inferi ne scardina le porte, prende per mano questa nostra umanità fin dai suoi inizi. Così tiene saldi Adamo ed Eva, stringendoli al polso e li riporta nel giardino fiorito della vita. È una scena strepitosa. La risurrezione di Gesù ha raggiunto i bassifondi della nostra esistenza e, da lì, la strappa via. Egli dopo aver attraversato la sua stessa morte la destina a sé, al suo abbraccio di amore, al suo oceano di vita eterna.
Papa Francesco in questi giorni ha confidato: «Anch’io ho bisogno che Gesù mi accarezzi e si avvicini a me». Sì, proprio lì, nel fondo dove si può precipitare, la risurrezione di Gesù giunge e accarezza ogni vita umana, ogni frutto della creazione, ogni tempo vissuto. La carezza di Gesù viene dalle sue mani di creatore e salvatore: «Tutto è stato fatto per mezzo di Lui» (Gv 1,3). Quelle mani plasmano l’eterno in noi e destinano ogni frammento di universo e ogni tratto di storia al «cielo nuovo e terra nuova» (Ap 21,1), nell’infinito di Dio che non conosce muri e barriere, ristrettezze e rifiuti, tantomeno guerre e abusi.
Auguro a tutti di non esitare innanzi al soffio della Risurrezione, anzi di cercarlo ovunque, dentro e attorno a noi, perché è già dato. Scopriremo anche la possibilità in noi di aprire uno sguardo di cura amorevole per il pianeta che abitiamo, di osare speranza per tutti, di ungere i piedi affaticati e stanchi di qualsiasi che incontriamo, come fece Maria – sorella di Marta e di Lazzaro – a Gesù nella casa di Betania.
Tutto è parto di risurrezione in Cristo Gesù!
Pasqua 2023
+ Renato Marangoni