Il sociologo Mauro Magatti agli studenti e alla comunità bellunese

Siate poeti sociali

Autorità e autoritarismi, burocrazia e intelligenza diffusa, democrazia e supersocietà: quale libertà e quale futuro per i giovani

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Siamo alla fine di una stagione storica, il disorientamento è di tutti, soprattutto di chi ha qualche anno in più. Così ha esordito il professor Mauro Magatti, sociologo ed economista, nel pomeriggio del 31 marzo al Teatro Giovanni XXIII. Docente di Sociologia alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Cattolica di Milano, editorialista del Corriere della Sera e di Avvenire, Magatti ha al suo attivo diverse pubblicazioni su temi di stringente attualità, che aprono domande sulla libertà e il suo destino al tempo dell’insicurezza, sui fallimenti di una società che sta perdendo l’empatia e tende alla polarizzazione, mettendo in seria difficoltà l’esperienza del dialogo. Un titolo per tutti: Generativi di tutto il mondo, unitevi! Manifesto per la società dei liberi, scritto con la moglie Chiara Giaccardi, docente di Sociologia e antropologia dei media. Sì, è vero, ci siamo liberati da tante schiavitù, ma «trasformando, alla fine, il desiderio in godimento e facendoci schiavi della performance».

Non possiamo più vivere come negli ultimi trent’anni, ha detto con forza Magatti; siamo a valle dell’operazione che ha sposato l’equivalenza “crescita = possibilità di vita per miliardi di persone”. Quattro shock globali – l’attentato alle Torri gemelle del 2001, la crisi finanziaria iniziata nel 2008, la pandemia, la terribile guerra nel cuore dell’Europa iniziata l’anno scorso – e i cambiamenti climatici ci hanno portato «dall’altra parte della storia» e nessuno ha la ricetta in tasca per una risposta al disordine che sia condivisa; dobbiamo cercarla insieme. Ne siamo consapevoli? Sostenibilità, in tutte le sue coordinate, e digitalizzazione sono i due motori attorno ai quali trovare soluzioni, nella consapevolezza che siamo strutturalmente “legati” gli uni agli altri, che “tutto è in relazione”. La questione è innanzitutto culturale: essere davvero liberi significa considerare la nostra relazionalità, accogliendo la sfida di governare il digitale ed affrontare il tema dei diritti umani per far fiorire la vita. Nella complessità di oggi c’è quello spazio di responsabilità umana per generare più vita e diventare così “poeti sociali”.

Agli studenti incontrati sabato 1° aprile nell’aula magna del Liceo paritario A. Lollino, il professore ha sottolineato il fatto che il «desiderio che ci abita è misterioso», richiamando il cristianesimo come religione della libertà: siamo figli, non servi! Hanno partecipato al dialogo con Magatti il triennio del Lollino, la 3ª scientifico del Galilei-Tiziano, la 5A e 5B manutenzione IIS Segato – Brustolon, inoltre erano collegate online venti classi del triennio dei Licei Renier durante un’assemblea di Istituto.

Ha reso possibile tutto questo l’organizzazione collaudata di Scuole in rete per un mondo di pace e solidarietà con l’associazione “Amici delle Scuole in rete“, il Centro Servizio per il Volontariato di Belluno e Treviso. Hanno dato il loro patrocinio il Comitato “Belluno comunità che educa“ e il Comune di Belluno.

Il professor Franco Chemello, anima e coordinatore di una nutrita serie di incontri culturali per le Scuole, ha così commentato gli appuntamenti con il Sociologo.

«Sono stati due incontri interessanti che si possono rivedere e risentire sul sito scuoleinretebelluno.it. L’incontro con gli insegnanti, gli educatori e la comunità si è concentrato di più sulla descrizione della società attuale e futura, con le sue problematiche e il rischio per le libertà individuali in un mondo interconnesso.

Il confronto con gli studenti si è centrato maggiormente nel tentativo di sfatare l’idea diffusa di libertà come spazio solo individuale, ma piuttosto come spazio di espressione della propria personalità nell’insopprimibile relazione con gli altri e l’ambiente naturale e sociale. Anzi solo la relazione può e deve potenziare la libertà propria e quella degli altri e la scoperta di questo, assieme a pratiche generative e ad una intelligenza creativa e diffusa, può far sopravvivere l’umanità al nuovo ciclo storico che sta arrivando, con una libertà messa in forte discussione dalla tecnologia digitale e dai big data, pure necessari per la sostenibilità sociale ed ecologica, dall’uso scorretto del cellulare e dei social, che illudono di ampliare il nostro spazio di libertà, mentre invece limitano quella relazione vera che sola può liberarci. Molto dibattuto anche il tema della relazione tra l’uguaglianza delle persone, la struttura sociale e i ruoli di ciascuno nella stessa. Ma moltissimi sono stati gli spunti proposti dal professore, che potranno essere ripresi dagli studenti nelle classi».

Prossimo appuntamento la presentazione del patto di comunità per il benessere digitale dei bambini e dei ragazzi al Teatro Comunale di Belluno venerdì 19 aprile 2023 alle ore 20.30.

Paola Barattin