La verità della fede nei testi dell’Ascensione

«...è salito al cielo, siede alla destra del Padre…»

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In prossimità della solennità della Ascensione, che precede nell’attuale calendario liturgico di una settimana la Pentecoste, può essere utile cogliere la verità teologica che la caratterizza e di conseguenza le indicazioni per la spiritualità, cioè per la vita dei cristiani. I testi che vengono proclamati alla Messa, sia nei brani della Parola di Dio, sia nei testi del proprio (orazioni e prefazi), offrono gli elementi fondamentali che connotano la solenne celebrazione di questo evento. L’espressione che a ogni recita del Credo pronunciamo: «è salito al cielo, siede alla destra del Padre», va accolta e meditata nella pienezza del suo significato per la fede di ogni cristiano.

Un po’ di storia
Un accenno preciso alla celebrazione della solennità dell’Ascensione si riscontra solo nella seconda metà del secolo IV. La sua collocazione è stata fissata quaranta giorni dopo la Pasqua. Dove questo giorno (giovedì della VI settimana di Pasqua) non è festivo per la società civile, la solennità è stata spostata alla domenica seguente. Così è oggi in Italia.
Una sottolineatura dell’importanza della festività si può notare nella 3a edizione del Messale (di prossima uscita) dove è stato inserito il testo per la santa Messa (festiva) della Vigilia. Una nuova colletta è stata aggiunta a quella attualmente utilizzata.
Nella definizione del Mistero pasquale è stata ripresa e richiamata nella riflessione teologico-liturgico anche la espressione “Ascensione al cielo”, strettamente legata a “morte e risurrezione”.

La verità annunciata nei testi delle celebrazioni
I testi delle preghiere della Messa e i brani della Parola di Dio proclamati offrono precise indicazioni sui contenuti teologici di questa solennità. Prima di una sintesi dei vari aspetti presento alcuni testi della preghiera nella loro formulazione letterale, come saranno utilizzati nelle celebrazioni liturgiche.
La colletta della Messa della festa afferma: «Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, per il mistero che celebra in questa liturgia di lode, poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria».
Ci sono poi i due prefazi della Ascensione del Signore con un titolo riassuntivo
Prefazio I – Il mistero dell’Ascensione «Il Signore Gesù, re della gloria, vincitore del peccato e della morte, [oggi] è salito al cielo tra il coro festoso degli angeli. Mediatore tra Dio e gli uomini, giudice del mondo e Signore dell’universo, non si è separato dalla nostra condizione umana, ma ci ha preceduti nella dimora eterna, per darci la serena fiducia che dove è lui, capo e primogenito, saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria».
Il prefazio II – Il mistero della Ascensione: «Dopo la risurrezione egli si mostrò visibilmente a tutti i discepoli, e sotto il loro sguardo salì al cielo, perché noi fossimo partecipi della sua vita divina».
Molto significativo il prefazio dei giorni dopo la Ascensione, prima della Pentecoste, titolato: Nell’attesa della venuta dello Spirito. «Entrato una volta per sempre nel santuario dei cieli, egli intercede per noi, mediatore e garante della perenne effusione dello Spirito. Pastore e vescovo delle nostre anime, ci chiama alla preghiera unanime, sull’esempio di Maria e degli Apostoli, nell’attesa di una rinnovata Pentecoste».
I brani della Parola di Dio raccontano l’evento della Ascensione, una lettura del rapporto Cristo-Chiesa, e nel Vangelo la promessa della presenza di Gesù accanto a i suoi.

Il Mistero della Ascensione
La ricchezza dei contenuti di questo mistero non si può limitare a una contemplazione del fatto localizzato e registrato al tempo degli Apostoli: il distacco fisico di Gesù dai suoi e il suo «siede alla destra del Padre». A questo si aggiungono altri aspetti per la comunità dei credenti in Cristo. Si tratta, prima di tutto, dell’inizio della Chiesa, comunità dei credenti. Ad essa è affidato il compito di annunciare e di rendere presente il mistero di Cristo. L’Ascensione, sulla parola di Gesù, segna questo inizio che, con il dono dello Spirito Santo a Pentecoste, diventerà missione precisa nei secoli.
Un secondo aspetto fondamentale è quello di una presenza nuova del Cristo in mezzo ai suoi. La garanzia della sua presenza è affidata alla Parola e ai Sacramenti. Quello di Gesù non è un distacco, ma una presenza nuova: «Ecco, Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo».
Un terzo aspetto è quello di una profezia, annuncio di una realtà che sarà dono per tutti i credenti in Cristo, cioè la partecipazione definitiva della sua gloria, della sua vita in cielo. La nostra umanità è unita alla glorificazione del Cristo e ogni credente cristiano ne sarà partecipe alla conclusione della sua vita terrena. È definita: «La speranza della Gloria», cioè della vita eterna. Gesù è il pastore che precede i suoi nella vita.
L’orazione dopo la comunione rappresenta una sintesi di teologia e di spiritualità: «Dio onnipotente e misericordioso che alla tua Chiesa pellegrina sulla terra fai gustare i divini misteri, suscita in noi il desiderio della patria eterna, dove hai innalzato l’uomo accanto a te nella gloria».

Giuliano Follin