Papa Francesco indica al popolo di Dio

La via della formazione liturgica

Indicazioni teologiche, spirituali e pastorali dal testo della lettera apostolica “Desiderio desideravi”

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Papa Francesco con il documento “Desiderio desideravi”, datato 29 giugno 2022, ha voluto richiamare il popolo di Dio sulla centralità dell’Eucaristia e sulla necessità di una “formazione liturgica”. Tale formazione di realizza attraverso la comprensione di questa parola “liturgia” e con la decisione di esserne protagonisti perché invitati. È necessario passare da una conoscenza teorica, per quanto utile, a una esperienza personale. Nella sua lettera apostolica papa Francesco offre alcuni spunti di riflessione per contemplare la bellezza e la verità del celebrare cristiano.

Spunti di riflessione offerti dal Papa

L’esortazione oggetto della nostra attenzione è formata da 65 punti. Un commento di un esperto (Guido Boselli) la definisce «un’ampia meditazione biblicamente fondata, spiritualmente ricca, teologicamente densa e con suggestivi echi patristici, che ha come scopo principale quello di presentare i contenuti vitali e le motivazioni fondamentali della formazione liturgica del popolo di Dio». Una lettura del testo dona la possibilità di cogliere la ricchezza di quanto donato dal papa al Popolo di Dio. Con lo scopo di incoraggiare e, se possibile, anche invogliare alla lettura, riporto i titoli che la edizione del testo sul sito ufficiale del Vaticano riporta per ogni spunto offerto. Chi coglie il significato e il valore di una lettura personale potrà dal sito vatican.va o dal fascicolo cartaceo cogliere la possibilità di lettura, riflessione ed esperienza personale.

Ecco i titoli presentati. Un breve commento per i primi spunti, in seguito lo farò per gli altri.

1. La Liturgia: “oggi” della storia della salvezza(nn. 2-9)

Rileggendo e riflettendo sul desiderio di Gesù di vivere la Pasqua con i suoi, richiama il fatto che «nessuno si è guadagnato un posto, tutti sono stati invitati o, meglio, attratti dal desiderio ardente che Gesù ha di mangiare quella Pasqua con loro. Lui sa di essere l’Agnello di quella Pasqua, sa di essere la Pasqua» (DD.4). Tutti sono invitati al banchetto di nozze dell’Agnello. Lo afferma il libro dell’Apocalisse (Ap 19,9). Come diciamo prima di accostarci alla comunione: «Beati gli invitati alla Cena dell’Agnello». Non si tratta di vivere un ricordo, ma di attualizzare, rendere presente la Pasqua di Gesù. È l’oggi della storia della salvezza.

2. La Liturgia: luogo dell’incontro con Cristo (nn. 10-13).

Molto significative le parole del documento (DD 10-11):

«Qui sta tutta la potente bellezza della Liturgia. Se la Risurrezione fosse per noi un concetto, un’idea, un pensiero; se il Risorto fosse per noi il ricordo del ricordo di altri, per quanto autorevoli come gli Apostoli, se non venisse data anche a noi la possibilità di un incontro vero con Lui, sarebbe come dichiarare esaurita la novità del Verbo fatto carne. Invece, l’incarnazione oltre ad essere l’unico evento nuovo che la storia conosca, è anche il metodo che la Santissima Trinità ha scelto per aprire a noi la via della comunione. La fede cristiana o è incontro con Lui vivo o non è. La Liturgia ci garantisce la possibilità di tale incontro. A noi non serve un vago ricordo dell’ultima Cena: noi abbiamo bisogno di essere presenti a quella Cena, di poter ascoltare la sua voce, mangiare il suo Corpo e bere il suo Sangue: abbiamo bisogno di Lui. Nell’Eucaristia e in tutti i sacramenti ci viene garantita la possibilità di incontrare il Signore Gesù e di essere raggiunti dalla potenza della sua Pasqua».

Il Papa richiama poi il primo momento del nostro incontro con la Pasqua di Cristo nella celebrazione del Battesimo: «Il nostro primo incontro con la sua Pasqua è l’evento che segnala vita di tutti noi credenti in Cristo: il nostro Battesimo» (DD12).

3. La Chiesa: sacramento del Corpo di Cristo (nn. 14-15)

Facendo riferimento al documento conciliare sulla Liturgia il Papa richiama il significato e il valore dell’appartenenza ecclesiale. Nel Battesimo siamo stati incorporati nel Corpo di Cristo. Si afferma: «Per aver creduto alla Parola ed essere scesi nell’acqua del battesimo, noi siamo diventati osso dalle sue ossa, carne dalla sua carne. Senza questa incorporazione non vi è alcuna possibilità di vivere la pienezza del culto a Dio. Infatti, uno solo è l’atto di culto perfetto e gradito al Padre, l’obbedienza del Figlio la cui misura è la sua morte in croce. L’unica possibilità per poter partecipare alla sua offerta è quella di diventare figli nel Figlio. È questo il dono che abbiamo ricevuto. Il soggetto che agisce nella Liturgia è sempre e solo Cristo-Chiesa, il Corpo mistico di Cristo» (DD 14-15).

Per completare la lettura degli spunti di riflessione

Dopo i primi tre spunti offerti dal Papa, ne seguono altri. Eccoli nella loro sintesi:

    1. Il senso teologico della Liturgia (n.16).
    2. La liturgia: antidoto al veleno della mondanità spirituale (n.17-20).
    3. Riscoprire ogni giorno la bellezza della verità della celebrazione cristiana (n. 21-23).
    4. Lo stupore per il mistero pasquale: parte essenziale dell’atto liturgico (n.24-26).
    5. Necessità di una seria e vitale formazione liturgica (n. 27-47).
    6. Ars celebrandi – l’arte del celebrare (n.48-60).
    7. Conclusioni (n. 61-65).

In un prossimo approfondimento ci sarà la presentazione dei capitoletti dal 4 al 10.

Giuliano Follin
(continua)