Continuiamo a camminare insieme

Il Vescovo presenta l’anno pastorale 2022-2023, secondo anno del cammino sinodale delle Chiese in Italia

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

I mesi autunnali segnano la ripresa della vita comunitaria: insieme alle lezioni scolastiche solitamente riprendono anche gli incontri nelle parrocchie, il catechismo, la vita delle associazioni. C’è anche un cammino diocesano, la cui ripresa quest’anno è stata un po’ ritardata da diverse circostanze: la beatificazione di Giovanni Paolo I, ma anche l’attesa delle indicazioni della Conferenza Episcopale Italiana, che solo il 10 settembre ha pubblicato il Vademecum per il secondo anno del Cammino sinodale delle Chiese in Italia.

In una lettera pubblicata l’11 ottobre, nel 60° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, il vescovo Renato ha richiamato il cammino compiuto fino alla redazione della sintesi diocesana, consegnata nel giugno scorso. Nei 250 gruppi sinodali radunati ci siamo interrogati: stiamo davvero camminando insieme nell’annunciare il Vangelo? Il nostro lavoro è confluito a livello nazionale nell’intenso lavorio di sintesi, avvenuto nel coordinamento nazionale, con il fattivo contributo dei referenti diocesani. Infine è stato recepito dall’Assemblea generale dei vescovi italiani nella sintesi nazionale.

Dopo questa così vasta consultazione, si è deciso di ispirare il successivo passo del cammino sinodale al racconto evangelico di Betania, per approfondire, allargare, arricchire l’ascolto del popolo di Dio e rigenerare il vissuto ecclesiale. Al progetto è stato dato il nome di “Cantieri di Betania”: come precisano i documenti, «è un’immagine che indica la necessità di un lavoro che duri nel tempo, che non si limiti all’organizzazione di eventi, ma punti alla realizzazione di percorsi di ascolto ed esperienze di sinodalità vissuta».

Ora, in comunione con le altre diocesi italiane, anche la Chiesa di Belluno-Feltre muove i suoi passi su questo cammino. Ne viene il progetto pastorale per il prossimo anno: il 28 settembre scorso se n’è parlato in seno al Consiglio pastorale diocesano. Nel frattempo il Vescovo ha insediato un’équipe sinodale, che affiancherà i due referenti diocesani per il Sinodo, Giulia De Pra e don Davide Fiocco: è formata da Paola Barattin, Flavio Battiston, Massimo Diana, Matteo Salvadego, Anna Della Lucia e, per la segreteria pastorale, Chiara Zavarise.

Sabato 8 ottobre, 45 moderatori dei gruppi sinodali hanno vissuto un pomeriggio di condivisione e di progettazione del nuovo anno pastorale, con uno sguardo di retrospettiva, che è poi divenuto di prospettiva su quello venturo (fotoracconto). Sono entrati nella casa di Betania, grazie anche all’originale interpretazione artistica che Chiara Lacedelli ha dato dell’episodio; per felice coincidenza, proprio mentre erano raccolti nella preghiera conclusiva, è giunta la notizia che Chiara aveva partorito la sua primogenita.

In questi giorni, il Vescovo sta incontrando i parroci e i rappresentanti dei Consigli pastorali nei coordinamenti delle sei convergenze foraniali, per presentare la scelta di scandire in tre fasi il corso dell’anno pastorale, componendo «insieme il cammino sinodale della Chiesa in Italia e il vissuto diocesano», coniugando nel cammino sinodale «alcune scelte pastorali che sono in via di attuazione a più livelli: parrocchiale e inter-parrocchiale, foraniale e diocesano».

1. La prima fase, che ci impegnerà fin dopo Natale, prenderà avviso nella festa di san Martino: tenendo come riferimento la Carta d’intenti e il lavoro fatto in questi anni nelle convergenze foraniali, viene il tempo di attivare nelle comunità «incontri di conoscenza vicendevole, di ascolto e di discernimento condiviso per entrare “in collaborazione” e per vivere sul serio questa prospettiva, progettando insieme le iniziative pastorali», con particolare attenzione alle proposte di catechesi per i ragazzi e gli adolescenti, presentate alla diocesi il 6 ottobre scorso.

2. Nella seconda fase, che impegnerà la diocesi dopo Natale e per tutta la Quaresima, si cercherà di attivare i cantieri sinodali, in modo particolar quello che è stato chiamato “il cantiere della strada e del villaggio”. L’intento è quello di attivare un «ascolto più coraggioso che raggiunga i “mondi vitali” che solitamente ci sfuggono. C’è “un mondo” dei ragazzi, degli adolescenti, dei giovani che oggi ci sembra irraggiungibile… È un cantiere che si inoltra a incontrare persone, situazioni ed esperienze non ancora ascoltate».

3. Nella terza fase, che si protrarrà nel tempo dopo la Quaresima fino all’inizio del periodo estivo, le comunità saranno invitate a rinnovare i Consigli pastorali. Quest’operazione – sottolinea il Vescovo – «non è certamente un’operazione “burocratica”, ma comporta una maturazione comunitaria che si sviluppa in un crescente senso di ospitalità, nello stile di corresponsabilità e promuovendo relazioni di vicendevole riconoscimento e fiducia».

Nell’antica tradizione contadina la data dell’11 novembre aveva il colore dei momenti di passaggio: era il giorno dei contratti agrari, delle consegne e soprattutto dei traslochi. Anche il cammino sinodale chiama la Chiesa a un “trasloco”: è quella sollecitazione che il Papa ha fissato nella “Chiesa in uscita”. [DF]