In preparazione all’Anno santo del 2025

L’anno della preghiera

Il motto dell’Anno della Preghiera, “Insegnaci a pregare”, è già in sé una preghiera, che sgorga dal profondo del cuore

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La Chiesa cattolica si sta preparando a celebrare l’Anno santo nel corso dell’anno civile 2025. Il grande evento sarà indetto ufficialmente il prossimo 9 maggio 2024, giorno dell’Ascensione. L’evento si svolgerà dal 24 dicembre 2024 al 24 dicembre 2025. Papa Francesco, in una sua lettera dello scorso 11 febbraio 2022, ha indicato due tappe di avvicinamento: per l’anno 2023 l’attenzione al Concilio Vaticano II, per l’anno 2024 l’Anno della Preghiera.

2024 L’Anno della Preghiera

Dopo averlo annunciato nella sopracitata lettera, papa Francesco ha ribadito l’indicazione e ne ha richiamato l’inizio in occasione dell’Angelus di domenica 21 gennaio 2024. Ecco le sue parole. «I prossimi mesi ci condurranno all’apertura della Porta Santa, con cui daremo inizio al Giubileo. Vi chiedo di intensificare la preghiera per prepararci a vivere bene questo evento di grazia e sperimentarvi la forza della speranza di Dio. Per questo iniziamo oggi l’Anno della Preghiera, cioè un anno dedicato a riscoprire il grande valore e l’assoluto bisogno della preghiera nella vita personale, nella vita della Chiesa e del mondo. Saremo aiutati anche dai sussidi che il Dicastero per l’Evangelizzazione metterà a disposizione».

Queste parole rappresentano un chiaro invito alle comunità ed ai singoli fedeli in vitati a vivere nei prossimi mesi «una grande sinfonia di preghiera».

In cammino verso il Giubileo del 2025

Dopo l’anno dedicato alla riflessione sui documenti e allo studio dei frutti del Concilio Vaticano II, viene proposta nella Chiesa cattolica questo periodo come preparazione al grande evento giubilare. Il primo obiettivo di questa, che è indicata come esperienza spirituale, è così formulato: «Anzitutto per recuperare il desiderio di stare alla presenza del Signore, ascoltarlo e adorarlo». Alle Chiese locali, le Diocesi, viene data indicazione precisa per una azione pastorale che promuova «la centralità della preghiera individuale e comunitaria».

Il dicastero per l’Evangelizzazione pubblicherà una serie di strumenti chiamati «Appunti sulla preghiera», per mettere al centro il nostro rapporto con il Signore, quasi volendo imparare ogni giorno a saper pregare nella maniera coerente, sostenuti dalla grande tradizione cristiana.

Altre prospettive vengono poi richiamate: «Preghiera, inoltre, per ringraziare Dio dei tanti doni del suo amore per noi e lodare la sua opera nella creazione, che impegna tutti al rispetto e all’azione concreta e responsabile per la sua salvaguardia. Preghiera come voce “del cuore solo e dell’anima sola” (cfr At 4,32), che si traduce nella solidarietà e nella condivisione del pane quotidiano. Preghiera che permette ad ogni uomo e donna di questo mondo di rivolgersi all’unico Dio, per esprimergli quanto è riposto nel segreto del cuore. Preghiera come via maestra verso la santità, che conduce a vivere la contemplazione anche in mezzo all’azione. Insomma, un intenso anno di preghiera, in cui i cuori si aprano a ricevere l’abbondanza della grazia, facendo del “Padre nostro”, l’orazione che Gesù ci ha insegnato, il programma di vita di ogni suo discepolo».

Riscoprire il senso della preghiera

Quanto viene proposto in quest’Anno della Preghiera è richiamato da mons. Rino Fisichella, incaricato della organizzazione del Giubileo: «Non si tratta di un Anno con particolari iniziative; piuttosto di un momento privilegiato in cui riscoprire il valore e l’esigenza della preghiera quotidiana nella vita cristiana». E come conseguenza: «Come pregare e, soprattutto come educare a pregare oggi, nell’epoca della cultura digitale, in modo che la preghiera possa essere efficace e feconda». Questo diventa una risposta alla profonda esigenza di spiritualità, così spiegata: «Tanto si fa più forte il grido della tecnica che sembra corrispondere a tutti i nostri desideri, tanto diventa più profonda la richiesta di una vera spiritualità che riporti ogni persona a incontrare sé stessa nella verità della propria esistenza e quindi nel coerente rapporto con Dio».

Sarà compito delle comunità cristiane e dei singoli riscoprire la preghiera anche come un’oasi al riparo dello “stress quotidiano” e come «nutrimento per la vita cristiana di fede, speranza e carità». Farà da guida in questo cammino spirituale il motto dell’Anno della Preghiera: “Insegnaci a pregare”, già in sé una preghiera, che sgorga dal profondo del cuore con il desiderio di essere esaudita.

Giuliano Follin