A cura di don Claudio Centa

Un antipapa nominò un antivescovo a Feltre

Giovanni da Comitano, nominato nel 1440 da Felice V, ultimo antipapa della storia

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Chi non sa che nella storia della Chiesa ci sono stati degli antipapi! ma non mancano nemmeno anti-vescovi nelle storie diocesane. Casi limitati, ma un tal caso si verificò anche per Feltre a metà del Quattrocento. Ne abbiamo traccia in un documento emanato dal principe vescovo di Trento nel 1442 ove si incontra «Giovanni eletto e confermato vescovo di Feltre» (Joannes electus et confirmatus episcopus Feltrensis).

Ebbene il dato deve essere inquadrato nel contesto della fase scismatica del concilio di Basilea. Il 18 settembre 1437 papa Eugenio IV, che aveva raggiunto l’accordo con i Bizantini per la sede e i tempi di celebrazione del concilio di unione tra Chiesa greca e Chiesa latina, dichiarò sciolto il concilio apertosi a Basilea sei anni prima, e con il quale non erano mancate forti tensioni, e dichiarò trasferiti i lavori conciliari a Ferrara.

Quando la notizia giunse a Basilea, il 29 settembre, una minoranza dell’assemblea, capeggiata dai cardinali Giuliano Cesarini e Nicolò Cusano, accolse la decisione pontificia, ma la maggioranza restò a Basilea, mise sotto processo Eugenio IV e lo dichiarò deposto.

Per garantire la propria stabilità, il concilio scismatico di Basilea il 5 novembre 1439 elesse un nuovo papa nella persona del duca Amedeo VIII di Savoia, che prese il nome di Felice V. Si tratta dell’ultimo antipapa della storia, rimasto in carica per dieci anni, fino al 7 aprile 1449, quando rinunciò, dal momento che era ormai privo di appoggi.

Felice V procedette a ritmo alquanto intenso a creare cardinali e assegnare sedi episcopali, e ciò, come si può ben comprendere, per due motivi. Innanzitutto un motivo ideologico, vale a dire affermare il proprio diritto di guida suprema della Chiesa contro il deposto e scomunicato Gabriele Condulmer, papa Eugenio IV. A ciò si aggiungeva un motivo finanziario, dal momento che i vescovi eletti dovevano versare come tassa un quinto delle rendite del loro beneficio ricosse nel primo anno (sempreché ne entrassero in possesso, cosa assai difficile dal momento che Felice V e il concilio di Basilea avevano una scarsa adesione in Europa).

Nemmeno Feltre andò esente dalle attenzioni dell’antipapa Felice V. Infatti Juan de Segovia, che compose una cronaca dettagliatissima del concilio, che è la fonte di prima mano più preziosa per la storia dello scisma, registra sotto il mese di maggio 1440 che Felice V assegnò la sede vescovile di Feltre a Joannes de Comitano. Bisogna poi dire che tale provvedimento non ebbe alcuna portata concreta dal momento che le diocesi di Feltre e di Belluno vennero effettivamente governate dal veneziano Tommaso Tommasini-Paruta (1440-1446) nominato da Eugenio IV, al quale la Repubblica Veneta restava fedele.

Circa l’identità di Joannes de Comitano, si può ipotizzare che appartenesse alla cerchia del principe vescovo di Trento Alessandro di Masovia (1423-1444): il documento citato in apertura, attesta che il vescovo Giovanni era luogotenente del vescovo Alessandro nel governo della diocesi di Trento. Alessandro di Masovia riconosceva come legittimo papa Felice V.

Questa adesione venne ricompensata dall’antipapa, che, nel 1440, promosse Alessandro al cardinalato (in vesti cardinalizie viene raffigurato sul coperchio del suo sepolcro nella cattedrale di Vienna) e lo nominò patriarca di Aquileia (senza che d’altro canto dovesse rinunciare alla sede di Trento).

Un provvedimento questo che non ebbe alcuna conseguenza pratica. Infatti quando nel 1439, morto il patriarca Ludovico de Teck, Eugenio IV, da Firenze, assegnò la sede di Aquileia al veneziano Ludovico Trevisan, il quale da abile negoziatore, seppe concludere un accordo con la Repubblica di Venezia circa la cessazione del potere temporale dei patriarchi avvenuta nel 1420, quando il Friuli passò sotto l’ala della Serenissima. Il Trevisan, nominato da Eugenio IV, e non il de Masovia, nominato da Felice V, esercitò il governo sulla sede patriarcale di Aquileia.

E così pure a Feltre l’antivescovo Giovanni da Comitano non ebbe alcun ruolo. Se questi a Feltre non vi mise mai piede, in modo non diverso si comportò il legittimo vescovo Tommaso, che in sei anni di episcopato vi fece una rapida comparsa di poche settimane nel 1442.

don Claudio Centa