Quest’anno mercoledì 17 maggio, giovedì 18 maggio e venerdì 19 maggio

Le rogazioni nel benedizionale

Riti tradizionali proposti anche oggi nella settimana precedente l’Ascensione

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Il Calendario liturgico della Chiesa di Belluno-Feltre indica nella settimana precedente la solennità dell’Ascensione tre giorni dedicati alla pratica religiosa denominata “Rogazioni”. Le note celebrative riguardano i giorni di mercoledì 17 maggio, di giovedì 18 maggio e venerdì 19 maggio.

Le “Rogazioni” nella storia

Il termine di questa pratica religiosa deriva dalla parola latina “rogatio”, che significa preghiera, supplica. Si trattava di processioni di supplica che si snodavano dal centro abitato verso la campagna coltivata. La processione partiva dalla chiesa di buon mattino e, al canto delle litanie dei Santi, si percorrevano anche lunghi itinerari. Nei tre giorni veniva raggiunta tutta la superficie della parrocchia, anche se vasta. Significative le soste in punti particolari del percorso per speciali invocazioni accompagnate dalla benedizione con la croce verso i quattro punti cardinali. Riporto le espressioni latine rimaste nella memoria di chi partecipava, anche se giovanissimo, al rito. «A fulgure, et tempestate, libera nos Domine», cioè: «Dal fulmine e dalla tempesta, liberaci, o Signore». «A peste, fame, et bello, libera nos Domine», ovvero: «Dalla peste, dalla fame e dalla guerra, liberaci o Signore». «A flagello terraemotus, libera nos Domine», ossia: «Dal flagello del terremoto, liberaci o Signore». «Ab omni malo, libera nos Domine», cioè: «Da agni male, liberaci, o Signore». Arrivati alla meta prestabilita dell’itinerario, veniva celebrata la santa Messa con i testi previsti per questa circostanza. Il rito delle rogazioni era molto sentito e partecipato nella società agricola del secolo scorso. I più avanti negli anni ne hanno chiara memoria personale.

L’origine di questo rito risaliva al sec. V in Gallia, nel Delfinato, dove dopo varie calamità naturali e un terremoto, il vescovo Mamerto di Vienne indisse un triduo di preghiera e digiuno insieme a solenni processioni verso le chiese della sua diocesi. La pratica poi si diffuse e venne esteso a tutta la cristianità nei secoli successivi. Da Roma, dove il rito fu introdotto da papa Leone III nell’816, la pratica religiosa si diffuse in tutte le parrocchie per chiedere la protezione divina sul lavoro dei campi e sui frutti della terra.

Un’altra origine antica del rito cristiano si fa risalire alla sostituzione di un rito pagano in onore della dea Cerere, chiamato “Ambarvalia”. Il rito cristiano che sostituì il rito pagano fu voluto da parte del papa Liberio (325-366).

Le “Rogazioni” nel Benedizionale in lingua italiana

I riti previsti per le Rogazioni erano contenuti nei libri rituali della Chiesa. Nella nuova edizione dei Rituali, in edizioni separate elaborati dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II, nel libro “De Benedictionibus” (Edizione tipica anno 1984) non erano presenti le “Rogazioni”. Tale rito è stato invece inserito dalla Conferenza Episcopale Italiana nella sua edizione in lingua corrente (1992). Nella sezione del “Benedizionale” si presentano suggerimenti ed adattamenti riguardanti «occasioni di particolare rilievo nella vita della comunità ecclesiale» (n. 1810). Nell’appendice I, “Altre benedizioni per occasioni particolari”, al n. 2, propone la «Benedizione in occasione delle Rogazioni» (dal n. 1820).

Il libro presenta la celebrazione «per i giorni prima della Ascensione». Vengono suggeriti tre schemi di benedizione: alla città o al paese, alla campagna, alle acque (al mare o al lago, o al fiume o ad una sorgente o a una fonte).

Il Rito della benedizione

Il Benedizionale propone uno schema che può anche essere adattato alle circostanze ed alle persone (dal n. 1826). Quando le persone sono radunate nel luogo stabilito si inizia con il segno della croce, il saluto e le parole di presentazione da parte del celebrante che presiede. Si legge un brano della Parola di Dio con relativo salmo responsoriale. Il libro propone alcuni brani e salmi per la scelta più opportuna. Segue una breve omelia, cioè la spiegazione della Parola di Dio ascoltata, che illumina il rito che viene celebrato. Segue il canto delle litanie dei Santi e, nel momento più opportuno, inizia la processione secondo le usanze locali. È prevista la sosta nei luoghi stabiliti dove vengono proclamate le particolari invocazioni. Il ministro celebrante recita la preghiera di benedizione come indicato per i tre giorni delle Rogazioni e, alla fine, asperge i presenti e verso il luogo con l’acqua benedetta. La preghiera del Padre nostro e l’orazione sul popolo con la benedizione e un eventuale canto chiudono la celebrazione. Nella circostanza che la celebrazione preveda la santa Messa, si omette la parte conclusiva, e si inizia dalla preghiera “Colletta”, seguita dalla liturgia della Parola e dalla liturgia eucaristica come di consueto.

Giuliano Follin

(continua)