Sabato 3 dicembre al Centro Papa Luciani

L’espressione “sonora” della nostra fede

Alla liturgia non solo occorre il canto, ma soprattutto un’assemblea che canti

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Un’aria di familiarità: era questo il clima che si respirava sabato 3 dicembre al Centro Papa Luciani di Col Cumano, per il primo appuntamento formativo organizzato dall’Ufficio Liturgico diocesano, che come titolo aveva: “L’espressione “sonora” della nostra fede”. Presenti all’incontro direttori di cori, organisti, cantori, animatori del canto e appassionati di musica.

Il relatore, don Enrico Posenato, proveniente dalla diocesi di Vicenza, nel suo intervento ha illustrato in tre punti l’importanza del canto e della musica all’interno del rito, considerato come gesto da celebrare. Il primo punto verteva sul significato che ha il canto, visto come linguaggio espressivo della liturgia e come questo rappresenti una dimensione comunicativa più ampia nel suo coinvolgimento dell’uomo. Il secondo punto analizzava come il nostro atteggiamento nel canto possa condizionare il nostro modo di vivere la fede e come il tempo del Covid ne è stato espressione. Il terzo e ultimo punto verteva principalmente sul pratico, su come attuare i punti precedenti: vivere il canto tenendo conto dello spazio, del tempo, dei nostri atteggiamenti del corpo, della ministerialità e delle nostre emozioni. Ultimo momento della mattinata è stato il dialogo, nato dalle domande dei partecipanti, con un taglio propriamente pastorale, apprendendo da don Enrico che non esiste una regola universale per le scelte musicali, ma considerare la particolarità dell’assemblea, che di volta in volta viene educata e formata.

Per concludere, il canto deve tornare ad essere espressione piena della fede celebrata e citando il libro Cantare la liturgia: «Alla liturgia non solo occorre il canto, ma soprattutto un’assemblea che canti, un’assemblea che esprima con il canto la propria fede e la propria lode».

Il percorso continua con il prossimo appuntamento previsto per sabato 10 dicembre, con il titolo “Tra desiderio e stupore”, con l’intervento di don Mattia Vanzo, della diocesi di Trento, sulla lettera apostolica Desiderio desideravi di papa Francesco.