A cura di don Claudio Centa

Lettera apostolica in forma graziosa

Roma, 28 marzo 1757: papa Benedetto XIV nomina Andrea Minucci vescovo di Feltre

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
      • Lettera apostolica in forma graziosa (litterae gratiosae, litterae cum serico) di papa Benedetto XIV, il quale nomina vescovo di Feltre Andrea Minucci. Roma, 1757 marzo 28.
      • Originale, pergamena, larghezza cm 67, altezza cm 59, plica cm 7. Inedito.
      • Sigillo plumbeo (bulla), rotondo (Ø cm 3,8) pendente con filo di seta intrecciato di colore giallo.
      • Feltre, Archivio Diocesano, Pergamene, 38.

Nell’Archivio Diocesano di Feltre (dalle prossime puntate ADF), vi è un modesto fondo Pergamene. Modesto in quanto le maggior parte di esse sono inserite in volumi del fondo più cospicuo dell’Archivio.

La presente pergamena è un documento pontificio. Non una “bolla”, come in modo inappropriato, ma purtroppo diffuso, si indica ogni documento pontificio; si tratta invece di una “lettera apostolica in forma graziosa”.

Quale la differenza. Quanto al contenuto: una bolla promulga una decisione che si vuole permanente (per quanto possano essere permanenti le cose umane) quale un atto di magistero, l’istituzione di un ordine religioso ecc.; una lettera graziosa concede un favore, un provvedimento ordinario. Quanto alla forma: la prima sezione di una lettera in forma graziosa (il protocollo) termina con la comune salutatio (“salutem et apostolicam benedictionem”); mentre il protocollo di una bolla termina con la formula perpetuitatis (“ad perpetuam rei memoriam”).

Come avviene nelle lettere apostoliche in forma graziosa, il primo rigo è particolarmente ornato (cum spatiis et floribus). Si noti il particolare sviluppo della lettera “B”, iniziale di Benedictus (nome del papa), che occupa tutto il margine sinistro della pergamena. Il documento offre un ottimo esempio di scrittura bollatica o littera Sancti Petri, in uso nella cancelleria pontificia dal XVI al XIX secolo per i documenti che venivano corroborati con la bolla plumbea. Si tratta di una grafia alquanto complessa, che usa un sistema abbreviativo del tutto nuovo e con accentuata sproporzione tra i vuoti e i tratti grafici. Tale grafia venne abolita da papa Leone XIII nel 1878. Per offrire un esempio, si può leggere il protocollo che occupa il primo rigo e mezzo (metto in grassetto le lettere ornate): Benedictus ep(iscop)us servus servor(um) Dei Dilecto filio Andree Minucci Electo [2° rigo] feltren(si) salutem et apostolicam benedictionem.

Negli ultimi due righi la datazione: Datum Rome apud Sanctam Mariam Maiorem anno Incarnationis dominice Millesimo septingentesimo quinquagesimo septimo / Quinto Kal(endas) aprilis pontificatus nostri anno decimo septimo.

Lo stile di datazione è particolare e i nostri scrittori locali hanno sbagliato a datare l’inizio di qualche episcopato non conoscendo questi usi della cancelleria pontificia. Ma di questo in un’altra puntata.

Andrea Minucci nacque il 20 giugno 1724 in una nobile famiglia di Serravalle, che con la città gemella di Ceneda forma l’attuale Vittorio Veneto. Aveva quindi 33 anni quando divenne vescovo di Feltre. Resse la diocesi per vent’anni. Nel 1777 venne trasferito a Rimini e due anni dopo venne creato arcivescovo di Fermo, nelle Marche, ove morì il 19 aprile 1803.